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Covid, i familiari delle vittime scrivono a Mattarella e Draghi: “Non ignorateci”

Da Bergamo l'associazione #sereniesempreuniti chiede di dissipare i dubbi sulla gestione della pandemia in Italia

Pubblicato:23-02-2022 17:46
Ultimo aggiornamento:23-02-2022 17:46
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MILANO – Una lettera aperta, chiara e con spigoli di una certa contundenza, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella (ma anche al premier Mario Draghi), per chiedere di dissipare i dubbi sulla gestione pandemica in Italia, che ancora oggi ha diversi passaggi oscuri. Torna a farsi sentire da Bergamo l’associazione dei familiari delle vittime del Covid, #sereniesempreuniti, e lo fa con un’epistola pubblica in occasione della ricorrenza del 23 febbraio, secondo anniversario dell’esplosione della pandemia sul territorio italiano.

Tra le righe della missiva non c’è molta voglia di commemorare serenamente, quanto una volontà di rivendicare la propria esistenza, dato che, come sostengono da tempo i familiari dell’associazione, le loro richieste vengono ignorate. “Da luglio 2021 stiamo chiedendo una Commissione d’inchiesta parlamentare, che ad oggi non c’è e che, qualora venisse istituita, non indagherebbe sulla gestione della pandemia nel nostro Paese nel periodo virulento di questa pestilenza del XXI secolo”, si legge nella comunicazione, che ha come principale interlocutore il Capo dello Stato recentemente rieletto per il suo secondo mandato.

“In tutti gli altri Paesi europei – va avanti la lettera – sono da tempo stati pubblicati rapporti indipendenti ‘su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere’… giusto per ripetere le parole del presidente della Repubblica”. Il riferimento è al 28 giugno 2020, e alle medesime parole pronunciate da Mattarella in occasione della sua partecipazione alla cerimonia di commemorazione per le vittime bergamasche.


Quel che lamentano i familiari dell’associazione è che ai discorsi non sono poi seguiti fatti concreti, perché stando a quanto riferiscono gli viene sistematicamente negato ogni chiarimento, con una mancata rassicurazione di carattere ‘istituzionale’ che manca su più di un aspetto. “Da due anni chiediamo a Lei un incontro in qualità di familiari delle vittime Covid-19 – scrive l’associazione #sereniesempreuniti rivolgendosi a Mattarella – la maggior parte delle quali nel territorio più massacrato del mondo occidentale, Bergamo e Brescia, quel territorio da cui sono state trasmesse le tristi immagini dei camion militari che trasportavano centinaia di ‘corpi accatastati’ cui era stata negata la dignità della sepoltura”.

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Non solo, ma “da un anno chiediamo un incontro con il presidente Draghi per essere ascoltati“, perché “la nostra voce non cada nell’oblio”. Questo, soprattutto perché “noi familiari, vittime sopravvissute alla più grande strage del secondo dopoguerra, una terza guerra mondiale secondo l’Istat, non possiamo pensare che la volontà sia quella di dimenticare noi ed i nostri cari, che se ne sono andati senza che potessimo stare con loro ed accompagnarli nel loro ultimo viaggio”.

Ma c’è di più: “Da due anni chiediamo, noi familiari delle vittime, di essere presenti alle commemorazioni ufficiali istituite proprio a memoria dei nostri cari”, tuttavia “da due anni noi veniamo sistematicamente ignorati, nemmeno ci viene data una risposta alle decine di mail che inviamo. Perché?”, si domandano e domandano i familiari dell’associazione a Mattarella, e al premier.

Si torna poi sulla questione relativa alla mancata zona rossa tra Alzano e Nembro, nel marzo 2020. “La nostra terra bergamasca non è stata chiusa immediatamente perché istituire qui, in Valle Seriana, una zona rossa avrebbe significato ‘chiudere un polmone economico dell’Italia’, dunque – rincarano la dose i familiari delle vittime – è stata sacrificata per salvare l’Italia intera”. D’altronde, “a chi competeva essere preparati, a chi competeva dare le istruzioni e mettere a disposizione risorse finanziarie per essere preparati? Non ai cittadini, ligi alle normative ed ai dettami che ci viene chiesto di osservare”, ma “alle Istituzioni che ci rappresentano, che rappresentano tutti e non solo alcune categorie di cittadini”.

In virtù di questo, le associazioni rendono noto di aver reso pubblici “documenti, atti, leggi da cui inevitabilmente emergono responsabilità politiche, che sono evidenti e che permarranno a prescindere dall’esito della causa civile o dell’indagine giudiziaria penale”, perché “noi – puntualizzano dall’associazione – siamo cittadini, familiari delle vittime al pari di tutti gli altri familiari delle vittime Covid-19”, e “non ci può essere una classifica anche rispetto alle tipologie di lutti e di vittime”.

Insomma, l’idea di #serenisempreuniti è quella di chiedere all’inquilino del Quirinale un’apertura al dialogo con i familiari che rappresenterebbe “quel cambiamento annunciato nel Suo discorso di insediamento per il secondo mandato e una svolta all’insegna del rispetto dei cittadini, perché il dialogo tra politica e popolo è a fondamento di ogni principio di democrazia“, conclude l’associazione dei familiari delle vittime del Covid.

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