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Iea: “Emissioni metano del settore energetico più alte del 70% dei dati ufficiali”

Il rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia segnala "l'urgente necessità di maggiore monitoraggio e politiche più incisive per ridurre le emissioni"

Pubblicato:23-02-2022 13:44
Ultimo aggiornamento:23-02-2022 13:59

metano
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ROMA – Le emissioni globali di metano del settore energetico “sono circa il 70% più alte rispetto a quanto riportato ufficialmente dai governi”. Lo segnala l’International energy agency (Iea) sottolineando “l’urgente necessità di maggiori sforzi di monitoraggio e di un’azione politica più incisiva per ridurre le emissioni del potente gas serra“.

C’è anche un tema di risparmio ed efficienza: “Se nel 2021 tutte le perdite di metano dalle operazioni relative ai combustibili fossili fossero state catturate e vendute, i mercati del gas naturale sarebbero stati riforniti con altri 180 miliardi di metri cubi di gas naturale”, segnala l’agenzia. Un ammontare che “equivale a tutto il gas utilizzato nel settore energetico europeo e più che sufficiente per allentare la rigidità del mercato odierno”.

Il settore energetico è responsabile di circa il 40% delle emissioni di metano da attività umana, e l’edizione di quest’anno, ampliata, del Global Methane Tracker Iea include per la prima volta le emissioni Paese per Paese, segnala l’Agenzia internazionale dell’energia, considerando anche quelle delle miniere di carbone e delle bioenergie oltre alla abituale dettagliata copertura di quelle relative ai settori petrolio e gas naturale.


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Le emissioni di metano del settore energetico “sono cresciute di poco meno del 5% lo scorso anno“, segnala Iea, un aumento che “non le ha riportate ai livelli del 2019 e risulta leggermente indietro rispetto all’aumento del consumo complessivo di energia”, indicando che “alcuni sforzi per limitare le emissioni potrebbero star già dando dei frutti“.

Il metano è responsabile di circa il 30% dell’aumento delle temperature globali e “la riduzione rapida e sostenuta delle emissioni è fondamentale per limitare il riscaldamento a breve termine e migliorare la qualità dell’aria”, avverte l’agenzia. Il metano si dissipa più velocemente della CO2 ma è un gas serra molto più potente durante la sua pur breve durata, il che significa che una riduzione delle emissioni di metano “avrebbe un rapido effetto sulla limitazione del riscaldamento globale”.

“Agli attuali elevati prezzi del gas naturale, quasi tutte le emissioni di metano dalle operazioni di petrolio e gas potrebbero essere evitate in tutto il mondo senza alcun costo netto“, spiega il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol. “L’Agenzia internazionale per l’energia sostiene da tempo la necessità di un’azione più incisiva per ridurre le emissioni di metano – ricorda Birol – Una parte vitale di questi sforzi è rappresentata dalla trasparenza sulle dimensioni e sull’ubicazione delle emissioni, motivo per cui la massiccia sottostima rivelata dal nostro Global Methane Tracker è così allarmante”.

L’intensità delle emissioni di metano relative ai combustibili fossili “varia ampiamente da paese a paese – segnala Iea -, i paesi e le aziende con le migliori prestazioni risultano oltre 100 volte migliori dei peggiori”. Le emissioni globali di metano dalle operazioni di petrolio e gas “potrebbero diminuire di oltre il 90% se tutti i paesi produttori si allineassero al livello delle emissioni della Norvegia, le più basse al mondo“.

Lo scorso anno sono state confermate emissioni di metano significative in Texas e in parti dell’Asia centrale, “con il Turkmenistan che da solo risulta responsabile di un terzo degli eventi di grandi emissioni visti dai satelliti nel 2021”. Per quanto riguarda i principali produttori di petrolio e gas onshore del Medio Oriente, sono state rilevate relativamente poche perdite importanti.

I satelliti hanno notevolmente aumentato la conoscenza a livello mondiale delle fonti di emissione e il Global Methane Tracker dell’Agenzia internazionale dell’energia incorpora le ultime letture dei satelliti e altre misurazioni scientifiche. “Sebbene i dati misurati continuino a migliorare, la copertura fornita dai satelliti è però ancora lontana dall’essere completa”, avverte Iea, “i satelliti esistenti non forniscono misurazioni sulle regioni equatoriali, sulle operazioni offshore o su aree settentrionali come le principali aree russe produttrici di petrolio e gas”.

Tuttavia, “l’incertezza sui livelli di emissioni non è un motivo per ritardare l’azione sul metano”, segnala l’Agenzia. È infatti “possibile ottenere importanti riduzioni con tecnologie note e con politiche collaudate che hanno dimostrato di funzionare efficacemente”.

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