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Presidio online dei lavoratori dello spettacolo: “Riaprire cinema e teatri? Fate presto”

La protesta su Zoom è stata interrotta da un attacco di anonimi hacker, che non hanno però fermato le richieste: riaprire il prima possibile, sostegni economici seri e un rilancio di investimenti pubblici

Pubblicato:23-02-2021 14:31
Ultimo aggiornamento:23-02-2021 19:01

Lavoratori arte e spettacolo genova
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BOLOGNA – Nell’anno della pandemia la cultura si è fatta ‘virtuale’: il nuovi film escono sulle piattaforme streaming e anche il teatro, se va bene, è on line. In Emilia-Romagna, tornata da domenica in zona arancione, anche le proteste dei lavoratori dello spettacolo diventano digitali. I sindacati, infatti, con il ritorno a norme più stringenti per il contenimento del virus, hanno spostato il presidio previsto per oggi da piazza Pasolini a Bologna alla piattaforma on line ‘Zoom’. “Una scelta sofferta, ma di responsabilità nei confronti dei lavoratori”, ammette Antonio Rossa della Slc-Cgil, che fa giusto in tempo a spiegare le ragioni del presidio web prima che un attacco di anonimi hacker, simile a quelli che si sono registrati nelle scorse settimane, interrompesse il racconto delle gravi difficoltà che sta attraversando il settore con grida, canzoni da stadio, svastiche, immagini pornografiche, offese a sfondo sessuale e qualche ‘viva Salvini’.

Nonostante l’intrusione, le ragioni che hanno portato il mondo dello spettacolo a protestare nuovamente sono chiare. “Quella di oggi per noi è una data simbolica: è un anno di buio per i teatri e per tutti i settori dello spettacolo”, evidenzia Rossa, che ora si affida alle parole pronunciate nei giorni scorsi dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. “Ha dichiarato che cinema e teatri sono sicuri e che è necessario riaprirli. Bene, che lo si faccia presto. Si possono svuotare le strade e riempire i luoghi della cultura, che sono più sicuri di tanti posti che ora sono aperti. Il ministro ha detto che l’Italia deve essere la prima a riaprire: si faccia presto, perché i lavoratori dello spettacolo stanno morendo per mancanza di lavoro”, scandisce il sindacalista.

C’è poi la questione dei sostegni economici per quanti da un anno devono fare i conti con la cancellazione degli eventi e delle attività culturali. “Non basta più quello che è stato fatto finora, non bastano più i ristori, né in quantità né in durata. Se anche un lavoratore dello spettacolo avesse preso tutto quello che era a sua disposizione in termini di aiuti, e non è andata così, avrebbe ricevuto 5.500 euro, anche meno per i lavoratori dello sport. Così non si va avanti”, avverte Rossa.


Nel frattempo “migliaia di persone in regione hanno già perso il lavoro”, perché magari erano assunti a tempo determinato o con contratti precari. “Occorre un rilancio investimenti pubblici a favore dei lavoratori e delle imprese del settore. Un rilancio con nuove regole per distribuzione più equa contributi, che non assecondi rendite di posizione e escluda chi non rispetta i contratti nazionali di lavoro, che devono essere rinnovati”, aggiunge l’esponente della Slc-Cgil. “I ristori sono pochi e tardivi: i soldi stanziati a novembre sono arrivati a febbraio. Bisogna superare la logica dei ristori e trovare soluzioni che mettano in sicurezza questo mondo e le persone che di questo mondo vivono”, conclude Antonella Amerini della Fistel-Cisl.

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