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La mafia? “E’ un’impresa, bisogna tracciare i capitali illeciti”

Presentata la ricerca condotta dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa insieme al Cnel e all'Istat

Pubblicato:23-02-2018 17:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:31

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ROMA – “Lo strumento penale oggi non basta più, occorre tracciare i capitali illeciti per combattere la criminalità organizzata”. ‘La mafia come impresa’ è la ricerca condotta dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa insieme al Cnel e all’Istat che è stata presentata questa mattina a Villa Lubin alla presenza del presidente del Consiglio nazionale economia e lavoro, Tiziano Treu; del presidente dell’Istat Giorgio Alleva e dell’ex sostituto procuratore della Dna, Gianfranco Donadio.

Giuseppe Di Vetta, dottorando di ricerca in diritto penale della Sant’Anna, spiega alla Dire: “Il risultato fondamentale è quello di aver evidenziato finalmente in modo scientifico che la mafia ha ormai assunto da molti anni un volto imprenditoriale e che quindi gli strumenti ai quali ricorre sistematicamente non sono più gli strumenti dell’intimidazione e della violenza, ma sono quelli della collusione con l’imprenditoria legale, degli accordi di mutuo vantaggio, dell’infiltrazione nelle gare d’appalto. Sono- prosegue- gli strumenti del controllo delle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici e degli strumenti della tecnologia finanziaria”.

La ricerca evidenzia come “lo strumento penale abbia ormai una effettività marginale rispetto a un fenomeno che è molto più complesso”, sottolinea Di Vetta. E’ infatti “necessario ricorrere a politiche di prevenzione che vengano ben prima che la mafia si esprima nelle forme di controllo delle imprese“.


La mafia oggi, “più che controllare il territorio, più che porsi come antistato, ha come obiettivo l’accumulazione del capitale illecito. E’ perciò fondamentale trovare un sistema che garantisca la tracciabilità dei capitali di origine mafiosa”, spiega il ricercatore della Scuola superiore di Pisa. Un dato “inquietante” che emerge dal rapporto è che soltanto l’8% delle imprese, una volta superato il controllo mafioso dopo l’intervento della magistratura, prosegue la propria attività. “Queste imprese- conclude Di Vetta- devono essere recuperate perchè dietro ci sono lavoratori, asset economici e capitali investiti”.

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