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Elezioni, Paul Mason: “Pd svegliati. In Europa avanza il fascismo”

Parla l'autore di "Postcapitalismo": Subito un fronte popolare

Pubblicato:23-02-2018 09:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:31

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ROMA – “Il mantra neoliberista del Pd e’ una ricetta per il suicidio; contro le ideologie semi-fasciste e xenofobe ci vuole un nuovo fronte popolare, anzi proprio ‘potere al popolo'”: parola di Paul Mason, giornalista e saggista inglese autore di ‘Postcapitalismo’, guida a un (altro) futuro possibile. L’occasione del colloquio con la DIRE e’ una trasferta a Milano, dove Mason e’ stato ospite dalla Fondazione Feltrinelli per il ciclo di incontri di #sonodunquevoto #4marzo: libri e cultura, sotto il segno della partecipazione e della scelta consapevole. Nell’intervista l’autore parla subito di elezioni italiane, mettendo per un momento tra parentesi nuove economie della rete, beni d’informazione e crisi del mercato.


– Postcapitalismo anche in Italia? Le elezioni cambieranno qualcosa?
“Quello che conta e’ che, prima o poi, il centrosinistra capisca il rischio che corre se ripete il mantra del neoliberismo. Penso al Pd e anche alla sinistra: cambino registro, comincino a dire cose che ridiano speranza alle comunita’ che la speranza ormai l’hanno persa. A partire dai salari”.


– A sinistra in Italia ci sono partiti nuovi…
“Potere al popolo mi piace. Non so se ce la fara’ ma e’ importante e incoraggiante il fatto che il movimento si sia formato. Ora esprima un’alternativa alla destra fascista e xenofoba”.

– E il Pd?
“Insisto: deve guardare a sinistra, altrimenti finira’ come la Spd tedesca, disastrosa. Tutta la sinistra in Europa deve capire che le ideologie semi-fasciste prima conquistano posizioni di potere e poi picconano le istituzioni democratiche. Lo vediamo in Polonia e Ungheria, ma rischia anche l’Italia con la Lega Nord e l’estrema destra. Di sicuro, l’ignoranza si diffonde velocissima, la ragionevolezza no”.

– Conosce Liberi e uguali?
“Non ho parlato con loro ma e’ un bene che nel centrosinistra ci sia gente in cerca di risposte radicali. Forse non c’e’ tempo prima del 4 marzo. Ma in prospettiva non vedo alternative: bisogna unirsi contro il fascismo”.

– La Gran Bretagna, al tempo della Brexit, puo’ insegnare qualcosa?
“Da noi la sinistra estrema controlla il Labour. Abbiamo rotto la retorica del neo-liberismo, smascherando chi vuole socializzare le perdite e invece privatizzare i guadagni. Oggi in Europa e in Italia contro la destra serve ‘unity in action’, unita’ e azione: anche i liberal-democratici devono essere in prima fila per sbarrare la strada al fascismo. Dopo dieci anni di stagnazione, e’ ora che la sinistra ridia speranza alle persone. I partiti tradizionali non capiscono l’emergenza. Ma attenzione: chi va lento e’ perduto”.

– Nel “postcapitalismo” ha senso parlare di cooperazione allo sviluppo?

“Io la difendo, sapendo bene che e’ incompatibile con le fantasie della destra, ossessionata dal mito della grandezza e dal bisogno di controllare altri Paesi. Con tipi come Putin ed Erdogan l’idea dell’aiuto allo sviluppo finira’ male. E se i replicanti di Trump si prendono il mondo occidentale, nemmeno a parlarne. Per salvare la cooperazione la socialdemocrazia e la sinistra devono cominciare a dare risposte migliori qui, nei Paesi ricchi. In Italia si preoccupino degli italiani, della classe media e dei lavoratori. Se la destra va al potere ci possiamo dimenticare gli aiuti ai Paesi poveri. Il modello degli ultimi 30 anni non ha dato niente agli strati sociali piu’ bassi del cosiddetto mondo sviluppato. Insomma, e’ venuto il momento di ‘deliver’: diamoci una mossa”.

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