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Nel 2015 +14% mancati pagamenti alle imprese: boom a Frosinone (+84%)

Indagine Centro Studi di Euler Hermes Italia: nel Lazio miglior saldo attivo

Pubblicato:23-02-2016 18:19
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:02

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ROMA – Il 2016 dovrebbe essere per il Lazio l’anno della ripresa con un Pil ampiamente sopra l’1% dopo essersi fermato appena al di sotto nel 2015. La ripresa ovviamente passa attraverso i miglioramenti di settori chiave della regione. Il primo è lo stabilimento Fca di Cassino dove entro il primo semestre comincia la produzione della nuova Alfa Giulia. Il processo produttivo arriverà a regime nel secondo semestre, dando un forte impulso anche all’indotto. L’attività di Cassino si lega con il porto di Civitavecchia, da cui partono le auto destinate al mercato americano (già oggi le Jeep fatte a Melfi), e dove è in costruzione il nuovo terminal container finanziato dall’Unione europea. Stesso discorso per l’aeroporto di Fiumicino che gioca una partita decisiva sul fronte dell’allargamento in vista del raddoppio sul lungo termine in parte finanziato con l’aumento delle tariffe aeroportuali. E’ quanto si legge nel Report sui mancati pagamenti delle imprese italiane realizzato dal Centro Studi di Euler Hermes Italia.

Oltre all’impatto che le opere maggiori avranno sul territorio e sulle imprese, l’industria laziale dovrà affidarsi ai suoi punti di forza. Il settore farmaceutico, che promette di migliorare le performance dell’export registrate nel 2015, e quello hitech, concentrato al Sud della Capitale. L’andamento incoraggiante di questi settori, unito alle performance di comparti più tradizionali come il turismo trainato dal Giubileo e i servizi, ha convinto alcuni osservatori nonché le istituzioni regionali ad alzare l’asticella delle aspettative. Le 1.621 imprese chiuse nel 2015 posizionano il Lazio al secondo posto in Italia per numero di fallimenti anche se nel 2015 le imprese sono cresciute ben più della media nazionale e con il miglior saldo attivo (oltre 10mila), prosegue l’indagine.


Nel Lazio, si legge ancora nell’indagine, i mancati pagamenti nel 2015 hanno mostrato una crescita sia nella numerosità (+14%) che negli importi medi (+13%). Latina è la provincia in cui entrambi gli indicatori degli insoluti si contraggono principalmente (-3%) nell’agroalimentare e nella meccanica. A Frosinone la meccanica, l’abbigliamento, l’agroalimentare e la chimica subiscono un aumento importante degli insoluti (+84%). A Rieti (-21%) e Viterbo (+22) i maggiori problemi si segnalano nell’edilizia. Nella Capitale raddoppiano i mancati pagamenti nell’agroalimentare e nei servizi mentre continuano a soffrire anche l’abbigliamento, la chimica, l’editoria e il turismo (+10% il totale). Stabili ma su livelli elevati rimangono gli insoluti nella meccanica, mentre segnali di miglioramento si intravedono nel legno e arredo.

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