NEWS:

‘Vda autonoma’, gioia Av per ok Consulta a indennità Covid

Pubblicato:23-01-2022 11:05
Ultimo aggiornamento:23-01-2022 11:05
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

 (DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 23 gen. – La sentenza della Corte costituzionale, che ha riconosciuto la possibilità della Regione Valle d’Aosta di normare la materia sanitaria, respingendo le questioni di legittimità sollevate dal governo in un’impugnativa contro le indennità Covid-19 per il personale sanitario e contro l’indennità per attrarre medici da fuori Regione, “conferma la necessità e l’opportunità di esercitare sempre e comunque, nei limiti della ragionevolezza, le competenze statutarie sulle quali si basa l’autonomia speciale della Valle d’Aosta”. Lo scrive in una nota l’Alliance Valdôtaine, partito di maggioranza in Consiglio Valle, che si è riunita nella sede di via Bramafan, ad Aosta, per la riunione settimanale del gruppo esecutivo. Per l’Av, “il pronunciamento, espresso con la massima autorevolezza del giudice costituzionale, è affermativo del legittimo esercizio da parte della nostra Regione di competenze legislative proprie, riferite in questo caso agli operatori sanitari e del settore assistenziale”. Per il partito, il cui coordinatore è Albert Chatrian, “se vi è una lezione da trarre da questa sentenza è che non bisogna temere di differenziarsi rispetto allo Stato o ad altre Regioni, costituendo la differenziazione il senso più profondo dell’autonomia regionale, nel momento in cui essa serve a soddisfare, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, le necessità reali e accertate dei cittadini valdostani”. L’Av conclude: “Bene ha fatto dunque la giunta regionale dell’epoca, composta dal presidente Renzo Testolin e dagli assessori Chantal Certan, Albert Chatrian, Luigi Bertschy e Mauro Baccega, a costituirsi dinanzi alla Corte costituzionale per difendere le prerogative statutarie della Valle d’Aosta”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it