
BOLOGNA – Matteo Salvini è arrivato a Bologna per citofonare nei palazzi del Pilastro e domandare ‘in diretta’ se fosse vero che il residente di turno fosse anche uno spacciatore. Ed ecco che, oltre alla bagarre delle polemiche, a Bologna c’è chi reagisce con l’ironia e ci scherza su lanciando uno ‘sciopero del tiro’. L’evento è stato promosso su Facebook e già circola sulla rete: l’appuntamento è per domenica, negli stessi orari delle urne delle regionali (7-23) e come ‘sede’ viene indicata, non a caso, la Regione Emilia-Romagna.
Ma cosa è lo ‘sciopero del tiro’? Il ‘tiro’ è un termine dello slang bolognese che indica il pulsante con cui, a distanza, si apre il portone di un palazzo; ‘dammi il tiro‘, è la tipica espressione bolognese con cui quindi si chiede ad un inquilino di farsi aprire un portone per entrare. E se dunque Salvini citofona per prendersi la regione, per domenica non si dà il ‘tiro’.
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Spiega su Fb l’ideatore dell’evento, Giorgio Pirazzoli: “Il 26 gennaio non aprire la porta dell’Emilia-Romagna alla Lega. Esci di casa e vai a votare, scendi in strada a parlare con amici, vicini e conoscenti: non farti sorprendere al citofono, stavolta rimandiamo davvero i leghisti ‘a casa loro'”. Stuzzica Pirazzoli sul social: “Anche tu sei turbato/a dalla violazione di privacy e tentata violazione di domicilio dei provocatori leghisti al Pilastro di Bologna? Stanco/a di ascoltare i noiosi messaggi di odio, di incompetenza, di privatizzazione della sanità e altre spacconate da bar?”. E allora “trasformiamo la rabbia in ironia, e l’ironia in partecipazione! Fai lo Sciopero del tiro! Accendi la luce, non dare il tiro all’invasor“.
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