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Con Afmal nelle Filippine: farmaci anche nello slum

La testimonianza di Giuseppe Alvaro, medico e cooperante

Pubblicato:23-01-2018 13:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:23

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ROMA – “Il grigiore del degrado e della povertà viene attenuato dalle divise scolastiche dei bambini, che sono di tutti i colori e rallegrano le strade. E’ un’immagine che scalda il cuore”. Giuseppe Alvaro comincia così il racconto alla DIRE del suo ultimo viaggio nelle Filippine; un Paese, spiega, “dove molte comunità hanno ancora difficoltà di accesso alle visite mediche e soprattutto ai farmaci”. E’ la seconda missione che questo specialista in medicina interna compie nell’arcipelago insieme all’Afmal, l’Associazione con i Fatebenefratelli per i malati lontani, attiva dal 1979 in varie zone del mondo.

afmal_filippineI sei medici volontari dello staff partiti dall’Italia il 5 gennaio hanno visitato in otto giorni circa 600 persone in cinque località, “laddove più necessario”, come ad esempio ad Amadeo, a 40 chilometri da Manila. Qui “circa 23 famiglie, emigrate da altre regioni per trovare lavoro, si sono ridotte a vivere in una discarica per trarre guadagno dalla vendita dei materiali. I bambini, vivendo tra i rifiuti, soffrono molto: abbiamo riscontrato numerosi casi di ritardo nella crescita nella prima infanzia”.Così, accanto all’assistenza medica, “serve anche quella alimentare”, prosegue Alvaro: “Abbiamo distribuito anche latte in polvere”.

Riscontrati poi anche tra gli adulti molti casi di malattie e infezioni respiratorie. “Asma e banali raffreddori che non curati evolvono in polmoniti gravi – continua Alvaro – che però non abbiamo potuto diagnosticare con certezza, mancando i macchinari per gli esami strumentali”.


L’ambiente insalubre ai margini della grande metropoli non caratterizza invece le comunità rurali raggiunte dai volontari Afmal sull’isola di Cebu o di Bohol. Anche in queste regioni, però, i problemi non mancano: “In quei villaggi – sottolinea il medico – abbiamo trovato molti casi di ipertensione arteriosa, infezioni cutanee e disturbi gastro-intestinali”. Uno dei problemi principali è l’assenza di ospedali e centri medici. “Il governo sta cercando di intervenire, ma ancora molto va fatto” spiega Alvaro. “Intere aree ne sono sprovviste”. Oltre alle visite mediche e alla fornitura di farmaci, i volontari di Afmal hanno donato “strumenti” che migliorano la qualità della vita dei malati, come apparecchi acustici o carrozzine.

“Mi ha colpito il caso di un bambino affetto da focomelia (una malformazione congenita che blocca la crescita di tutti e quattro gli arti, o di alcuni di essi, ndr), una malformazione frequente da queste parti. Anche con la sua vecchia e malridotta sedia a rotelle, dimostrava una grande energia e positività. E non salta un giorno di scuola sebbene non abbia un insegnante di sostegno o altro aiuto”.

Visitati infine i detenuti del carcere di Manila, a Trece Martires. “Qui il guaio è il sovraffollamento” sottolinea il cooperante. “Rispetto ad altre prigioni che abbiamo visitato la volta scorsa, i detenuti usufruiscono almeno di un’ora d’aria e di finestre per la luce naturale. Il cibo è abbondante. Tuttavia le condizioni igienico-sanitarie sono terribili. Un uomo ad esempio, affetto da una grave forma di tubercolosi, indossava la mascherina ma era comunque in mezzo agli altri, in uno stanzone pieno di persone. Le epidemie per via aerea sono un problema”.

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