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Fuori dalla Manovra il Fondo per l’assistenza alle vittime di violenza

Giannone: "L'emendamento non è stato approvato. Un'occasione persa"

Pubblicato:22-12-2020 08:01
Ultimo aggiornamento:22-12-2020 08:01
Autore:

veronica giannone
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ROMA – “L’emendamento che ho presentato al bilancio, che prevede l’istituzione di un Fondo per l’assistenza legale gratuita alle donne vittime di violenza e maltrattamenti, non è stato approvato. Anche questa volta uno strumento concreto e reale, che avrebbe potuto aiutare fin da subito le donne vittime di violenza è stato messo da parte”. Cosi’ in un comunicato stampa la deputata Veronica Giannone del Gruppo Misto. “Il fondo, per come e’ stato strutturato- spiega la deputata- avrebbe coperto a 360 gradi le vittime di violenza, garantendo l’assistenza legale a spese dello Stato non soltanto per la fase giudiziale del processo penale, ma anche nella fase delle indagini preliminari e, soprattutto, in ambito civile, sia in fase di giudizio che in fase di consulenza preliminare. Una sorta di copertura per tutte le casistiche che non rientrano nel gratuito patrocinio. Tra l’altro in alcune regioni virtuose sono già attivi progetti che prevedono forme di assistenza legale gratuita alle donne vittime di violenza, proprio il Lazio ha recentemente approvato un Protocollo d’Intesa per definire il ‘Patrocinio legale’ in favore delle donne vittime di violenza , senza limiti d’eta’ e che non dispongono di un reddito sufficiente ad assicurarsi un’adeguata difesa”.

“Ho pensato che proporre questo strumento a livello nazionale- continua Giannone– avrebbe potuto fare la differenza visto quello che sta succedendo a causa del Covid 19. Sono convinta che sostenere l’indipendenza economica delle donne sia una leva fondamentale per contrastare la violenza di genere e tutelare le vittime di questa piaga sociale resa ancora più allarmante dall’emergenza sanitaria. Durante questi mesi di pandemia le donne hanno perso il lavoro, certamente piu’ degli uomini, perche’ sono la maggior parte donne le lavoratrici che spesso hanno contratti in nero, part time, o a chiamata. Contestualmente la convivenza forzata nelle abitazioni, sia per disoccupazione sia per il lockdown, ha portato ad un aumento esponenziale dei femminicidi e della violenza domestica”.

Sottolinea: “Nella legge di bilancio sono stati previsti bonus di tutti i tipi, anche per chi cambia i sanitari o i mobili della propria abitazione, un fondo per finanziare le case famiglia che accolgono genitori detenuti con bambini al seguito, un altro fondo per finanziare percorsi di recupero per le donne vittime di violenza. Insomma tutti stanziamenti che però, nonostante la presunta nobiltà di intenti, non vanno direttamente nelle mani di chi ha bisogno, c’è sempre un intermediario. Per carita’ non voglio accusare nessuno pero’ il dubbio che si voglia favorire ‘qualcuno’ a discapito dei cittadini e’ lecito”. Conclude Giannone: “Stanziare questo Fondo del valore di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, non sarebbe stato un grosso sacrificio per le casse dello stato ed avrebbe probabilmente salvato alcune vite. Molte donne non denunciano le violenze subite semplicemente perche’ non hanno i soldi per farlo.” 


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