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Arriva FairBnb, il ‘fratello’ etico di Airbnb

BOLOGNA - Parte dell'affitto sarà usato per finanziare progetti a sostegno dello sviluppo locale della città. È l'ambizione di FairBnb,

Pubblicato:22-12-2018 08:30
Ultimo aggiornamento:22-12-2018 08:30
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BOLOGNA – Parte dell’affitto sarà usato per finanziare progetti a sostegno dello sviluppo locale della città. È l’ambizione di FairBnb, piattaforma web che si propone come ‘sostituta etica’ ad AirBnb, l’applicazione che permette di affittare la propria casa, per brevi periodi, senza la mediazione delle agenzie immobiliari. Amsterdam, Barcellona, Venezia e Bologna sono le prime quattro città dove, dalla primavera, sarà possibile cercare una stanza o una casa anche su FairBnb. “Noi finanziamo progetti sociali grazie alle spese di commissione che normalmente vengono trattenute dalle altre piattaforme come Airbnb”, spiega Damiano Avellino, uno dei fondatori di Fairbnb Bologna.

L’utente sceglie a chi destinare i soldi

In pratica, “il 20% della percentuale che trattengono dall’affitto è lasciata agli utenti che potranno scegliere a quale progetto di comunità tra quelli disponibili affidarla”. Anche i progetti tra cui scegliere arrivano ‘dal basso’, infatti saranno le stesse comunità e associazioni a proporsi al portale. In questo modo saranno qualcosa di “esclusivo per chi abita quella città”, come un ostello per rifugiati, una social street, il parchetto di quartiere. A Bologna, ad esempio, “stiamo parlando con un social housing cercando che cosa potremmo fare per loro, di quanti fondi potrebbero avere bisogno”, spiega Avellino.


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Quattro città europee per un progetto

Fairbnb nasce dall’unione di quattro città europee stanche della situazione che si è creata “a causa della trasformazione di Airbnb da semplice piattaforma di affitto per ‘persone comuni’ a sito professionale per agenti immobiliari, amplificando gli effetti negativi del turismo”. Per questo, un’altra differenza di Fairbnb è la policy ‘one host-one house’, ossia il fatto che una persona può mettere in affitto una sola stanza o casa, una “sorta di filtro”.

Fairbnb si è già fatto conoscere dalle municipalità, soprattutto quelle di Bologna e Barcellona, che si sono rese disponibili a collaborare per sviluppare quelli che Avellino chiama “nodi locali”. Siccome tutto parte dal basso, Fairbnb è un’iniziativa aperta “alle proposte di tutti” e per questo i fondatori sono alla ricerca di cooperative e persone che abbiano voglia di collaborare aprendo dei punti di supporto locale e sono in contatto anche con realtà già esistenti.

“C’è un nodo locale che sta nascendo in Australia e anche dagli Stati Uniti sono interessanti”, racconta Avellino spiegando che l’idea di voler cambiare il paradigma proposto da Airbnb è venuta a tantissime persone in tutto il mondo. Fairbnb è una piattaforma cooperativa (fa parte del circuito del ‘platform cooperativism’), che a differenza di quelle ‘estrattive’, dà valore ai dati e al parere degli utenti che diventano parte integrante de progetto.

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Online da gennaio, al via ad aprile

Da gennaio Faribnb sarà online in versione ‘demo’ e inizierà la ‘caccia’ ai futuri host e ai progetti da supportare così che “ad aprile saremo veramente pronti per partire“, continua Avellino. In questo modo “possiamo cercare di capire di che cosa hanno più bisogno i cittadini delle città in cui inizieremo a lavorare”. Spesso “la tecnologia può essere distruttiva e a rimetterci sono le persone, ma anche gli stessi legami sociali”, conclude Avellino aggiungendo che Fairbnb “può essere uno strumento ottimo perchè dietro non ci sono pensieri legati al profitto ma alla prosperità diffusa”.

di Sara Forni


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