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ROMA – Sono quattro i militari italiani feriti nell’ultimo attacco che ha raggiunto una base militare di Unifil, la base UNP 2-3 di Shama, nel sud del Libano. Lo confermano fonti qualificate alla Dire.
I quattro militari italiani feriti, a quanto apprende la Dire da fonti locali, sono della Brigata Sassari e stanno bene. Sono stati due razzi da 122 millimetri a colpire la base UNP 2-3 di Shama, nel sud del Libano, che ospita il contingente italiano e il Comando del settore ovest di Unifil. In totale ammontano a sei i missili lanciati. I caschi blu risultano “feriti leggermente”.
“Molto probabile- riferisce sempre alla Dire invece una fonte interna a Unifil – che i razzi siano stati sparati da Hezbollah“. Nelle ultime settimane la missione di interposizione ha subito numerosi attacchi sia dal parte del movimento armato libanese che dall’esercito israeliano.
Da una prima ricostruzione del Ministero della Difesa, due razzi hanno colpito un bunker della base e un locale nei pressi della polizia militare internazionale, provocando danni alle infrastrutture circostanti. Alcuni vetri, a causa dell’esplosione si sono frantumati colpendo i quattro militari.
Nella nota ufficiale Unifil si spiega che i razzi, probabilmente lanciati da Hezbollah o gruppi affiliati, hanno colpito un bunker e un’area logistica utilizzata dalla polizia militare internazionale, causando danni significativi alle infrastrutture vicine. Una delle strutture colpite ha preso fuoco, ma l’incendio è stato rapidamente spento dal personale della base. Unifil chiarisce che si tratta del terzo attacco a questa base Unifil a Shama in una settimana. L’attacco di oggi avviene in mezzo a pesanti bombardamenti e scaramucce a terra nelle aree di Shama e Naqoura negli ultimi giorni, aumentando le tensioni nella regione. Unifil nella nota esorta vivamente le parti in conflitto a evitare di combattere vicino alle sue posizioni. L’inviolabilità dei locali e del personale delle Nazioni Unite deve essere rispettata in ogni momento. Qualsiasi attacco contro i peacekeeper, si ricorda, costituisce una grave violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Gli attacchi deliberati o accidentali ai peacekeeper in servizio nel Libano meridionale devono cessare immediatamente per garantire la loro sicurezza e rispettare il diritto internazionale.
“Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di UNIFIL nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace – dice la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano”.
“Ribadisco ancora una volta che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili”, aggiunge.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto dichiara: “Ho immediatamente contattato il Comandante del Contingente, Generale di Brigata Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni. Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di UNIFIL permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie. È intollerabile che ancora una volta una base di UNIFIL sia stata colpita. Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.
“E’ inaccettabile quello che sta accadendo”, commenta il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Non ci sono feriti gravi, parliamo di escoriazioni, pare che un luogotenente abbia delle ferite leggere”.
“Come lo abbiamo detto a Israele, così lo diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah: i militari italiani non si possono toccare. Questa organizzazione non può pensare di giocare con le armi: se non le sanno usare decidano di fare altro. Se pensano di continuare a fare danni alla base italiana hanno sbagliato”.
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