NEWS:

Il senatore Malan contro i matrimoni gay: “Per la Bibbia l’omosessualità è abominio”

L'esponente di Fratelli d'Italia spiega cosa lo ha convinto a lasciare Forza Italia dopo 25 anni di militanza: "La posizione del governo Draghi sul ddl Zan, a cui sono contrario". Opposizioni all'attacco: "Anche Meloni la pensa così?"

Pubblicato:22-11-2022 19:41
Ultimo aggiornamento:22-11-2022 19:41

lucio_malan
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “La goccia che ha fatto traboccare il vaso? La posizione del governo Draghi sul ddl Zan“. Così il senatore Lucio Malan, ai microfoni di ‘Un Giorno da Pecora’ su Radio 1, torna sulla sua decisione di lasciare Forza Italia dopo 25 anni e aderire a Fratelli d’Italia. “Come Governo di larghe intese – prosegue Malan – avrebbe dovuto restare fuori dalla questione, in realtà l’ha sostenuta ignorando precisi appelli”.

Incalzato dal conduttore Giorgio Lauro, che gli ricorda che la Chiesa Valdese, di cui Malan fa parte, è favorevole ai matrimoni omosessuali, l’esponente di FdI replica: “Non abbiamo il dovere di obbedienza. Il fondamento della Chiesa Evangelica Valdese è sulla Bibbia e non sulla gerarchia“.

Lauro allora fa notare: “Sulla Bibbia non c’è scritto nulla contro i matrimoni omosessuali”. E il senatore prontamente risponde: “Beh, c’è scritto di peggio. La Bibbia è anche più esplicita. Non si parla di matrimoni gay perché duemila anni fa non si pensava a questo. Ma nell’Antico Testamento c’è scritto che l’omosessualità è un abominio e anche il Nuovo Testamento è in perfetta continuità”.


LE REAZIONI

Le dichiarazioni del senatore meloniano provocano la reazione veemente delle opposizioni. Tra i primi a intervenire, proprio Alessandro Zan, primo firmatario del ddl contro l’omotransfobia citato dal senatore di FdI. “Questa è anche la posizione di Giorgia Meloni e del primo partito di governo?”, chiede su Twitter il deputato del Pd.

Dal Terzo Polo, Mara Carfagna, anche lei transfuga di Forza Italia ma approdata ad Azione, scrive sui social: “Grazie a Malan per aver spiegato perfettamente perché sono in Azione e non più con voi. Nel 2022 chi definisce l’omosessualità un abominio è fuori dal tempo e dalla storia“.

E nell’Alleanza Verdi e Sinistra, il deputato Angelo Bonelli tira in ballo la presidente del Consiglio: “Meloni chiarisca subito se le parole del sen.Malan sull’omosessualità come abominio sono la linea del suo Governo. E in ogni caso si dissoci immediatamente, altrimenti confermerà il volto reale di questa destra: razzista e omofobo“.

MALAN: “CRITICATO PER COSE CHE NON HO DETTO”

Travolto dalle polemiche, lo stesso Malan torna sulla sua intervista e contrattacca: “Leggendo le dichiarazioni di vari esponenti dell’opposizione su una mia frase detta nel corso della trasmissione ‘Un giorno da pecora’, mi rendo conto di quanti sono coloro che, anche istruiti, hanno difficoltà a capire un testo scritto. Come correttamente scrive l’agenzia di stampa che ha riportato le mie parole, non ho detto che l’omosessualità è un abominio. Al conduttore della trasmissione che mi chiedeva come mai fossi contrario al ddl Zan, visto che la Chiesa Valdese di cui sono membro è favorevole, ho risposto che la Chiesa Valdese è fondata sulla Bibbia, che è molto severa sull’omosessualità. E su specifica richiesta del conduttore ho citato, come esempio Levitico 18:22″.

Il senatore meloniano prosegue: “La prossima volta, per evitare problemi di comprensione a chi mi ha attaccato, mi limiterò a citare il numero del versetto. E ricordo anche a tutti costoro, sempre pronti a parlare di laicità dello Stato, forse senza sapere di cosa parlano, che riconoscere giudizi morali di una religione, non significa volerli applicare per legge o non rispettare coloro che li infrangono. Il Cristianesimo insegna proprio il contrario. Mi sono sempre battuto per la libertà religiosa, e per la libertà sessuale delle persone – conclude Malan – Libertà che vanno garantite in Italia e promosse nel mondo. Spesso la sinistra se ne è dimenticata”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it