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L’allarme del WWF sul traffico di tigri: in 22 anni 3.377 confische in 50 paesi

Almeno un terzo dei sequestri hanno riguardato l’intero animale. Nei restanti casi si è trattato di parti di tigre come pelli e ossa

Pubblicato:22-11-2022 16:32
Ultimo aggiornamento:22-11-2022 16:32
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DIRE – Ancora in troppi Paesi le tigri vengono “ridotte” pelle e ossa. Questo grido di allarme arriva dal rapporto “Pelle e Ossa” del programma WWF TRAFFIC , sul commercio illegale mondiale di tigri (Panthera tigris). Una stima prudente mostra numeri da brivido: 3.377 tigri sarebbero state confiscate in 50 paesi tra gennaio 2000 e giugno 2022, per una media di 150 sequestri l’anno. India, Cina e Indonesia hanno registrato il numero più elevato di sequestri.

L’analisi si concentra principalmente sui casi di sequestro effettuati nei 13 paesi cosiddetti “Tiger Range Country” – TRC, dove sono maggiormente urgenti le azioni per garantire una migliore salvaguardia delle tigri. Almeno un terzo (608 su 2.205) di tutti i casi di sequestro di tigri hanno riguardato l’intero animale, per un totale di 1.319 individui: 665 vivi e 654 morti. Nei restanti casi sono state sequestrate parti di tigre come pelli e ossa.

Le confische più frequenti di tigre riguardano pelli (1.313 intere, 609 pezzi in 902 sequestri) e ossa (11.528 pezzi e ulteriori 2,9 tonnellate in 411 sequestri). Tuttavia, questa quota ha avuto una tendenza al ribasso nel corso degli anni, ‘compensata’ da un aumento della frequenza di denti di tigre (953 articoli su 165 sequestri), artigli (3.101 articoli in 186 sequestri) e altre parti del corpo. È stato dimostrato che ogni parte del corpo di una tigre ha un valore di mercato: dai baffi (503 pezzi) a zampe (129 pezzi) e carne (1,1 tonnellate).


I DATI PRINCIPALI DEI PAESI COINVOLTI
In India risiede oltre la metà della popolazione mondiale di tigri selvatiche ed è questo il Paese in cima alla classifica con 759 casi di sequestri (34% del totale) e 893 tigri confiscate (26% del totale).
In Cina si contano 212 casi di sequestri (il 10%) e 367 tigri confiscate (11%). In Indonesia i casi di sequestri stimati sono 207, per un totale di 319 tigri confiscate (il Paese è al secondo e terzo posto per numero di casi di sequestro così come terzo e quarto posto come numero di tigri sequestrate).


La Thailandia registra un numero relativamente minore di casi di sequestro (65 – 3%), ma è al secondo posto per volume di confische con 403 tigri (12%), cui ha contribuito in gran parte un unico sequestro del 2016 al Wat Pha – Tempio della tigre di Luang Ta Bua che ha coinvolto 187 tigri. Negli ultimi dieci anni, il tasso di incidenti è rimasto stabile al di sopra dell’equivalente di 100 tigri/anno.


LE AREE E LE ROTTE DEI SEQUESTRI
I sequestri legati al traffico di tigri sono avvenuti in oltre 1.000 località in tutto il mondo, l’81% delle quali ha avuto luogo nelle Aree chiave. La distribuzione di questi importanti casi di sequestro si è concentrata in un ambito ristretto di hotspot: a) dentro e intorno aree protette e riserve di tigri in India, Nepal e Bangladesh; b) centri di consumo nelle in principali città del Vietnam, che sono diventate sempre più rilevanti negli ultimi anni c) principali punti di scambio per il trasporto internazionale.

ARRESTI E ATTIVITÀ DI REPRESSIONE
L’analisi delle informazioni derivate dagli arresti e dalle azioni di repressione – disponibili per 914 casi di sequestro – ha rivelato che tra il 2000 e giugno 2022 sono state arrestate oltre 2.313 persone per confermato e sospetto coinvolgimento nel traffico di tigri a livello globale.


Per contrastare i reati contro la fauna selvatica, e i fenomeni ad esso collegati come la ricettazione e il riciclaggio di denaro, in Europa è nato il Progetto Life SWiPE, che ha l’obiettivo di implementare tutte le attività conoscitive che servono a dare un contributo alle forze dell’ordine e alla magistratura. L’obiettivo è di realizzare, attraverso la collaborazione e la sinergia tra i diversi attori in campo, azioni di contrasto sempre più efficaci agli illeciti contro la biodiversità.

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