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Siamo stati al ‘Crazy Pizza’ di Briatore a Roma: ecco com’è andata

L'impresa di Briatore porta a tavola pizza e intrattenimento, un format tra lusso e mondanità che sembra piacere ai romani

Pubblicato:22-11-2022 19:38
Ultimo aggiornamento:23-11-2022 10:41

crazy pizza briatore roma
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ROMA – Via Veneto per i romani è la mondanità che fu, quella della ‘dolce vita’, dei paparazzi, degli atelier e delle antiche sartorie. Se non per qualche manifestazione o progetto di arte pubblica, come succede in queste settimane con le installazioni dell’artista Philip Colbert, la ‘via’ non è tra le più frequentate dai ‘local’ della Città Eterna. Restano la bellezza e la monumentalità degli alberghi di lusso, ai quali – presto – dovrebbe aggiungersi il Nobu Hotel di Robert De Niro, con il ristorante di sushi guidato da Nobu Matsuhisa.

E se l’interesse a rilanciare una strada tanto importante sembra essere all’attenzione di politica e imprenditori, tutto (o quasi) appare non troppo alla portata dei cittadini. Eppure qualcosa si muove. 

CRAZY PIZZA A VIA VENETO DOPO LONDRA E MONTECARLO

In un normalissimo giovedì di novembre, il via vai al civico 167, lì dove Briatore ha investito, fa pensare a un sabato sera di un locale del centro. Il posto in questione è il chiacchieratissimo ‘Crazy Pizza’, locale che si “allontana dal concetto tradizionale di pizzeria, proponendo un’idea nuova di ristorazione”. Dopo Londra, Montecarlo e Porto Cervo, la “Luxury Experience” del format dell’imprenditore italiano è arrivata anche a Roma e Milano.     


Interno Crazy Pizza Roma

Impossibile non notare l’ingresso, dove un tripudio di fiori incornicia la porta. Ad accogliere i clienti-spettatori di quella che non è una semplice cena, ecco un personale decisamente coinvolgente e un dj alle prese con le hit del pop italiano. Il volume si alza dopo le 22 e i commensali si ritrovano inevitabilmente in ‘clima festa’: il culmine è all’arrivo del pizzaiolo in sala, protagonista assoluto di uno show che lo vede giocoliere con la pasta della pizza. I camerieri lo seguono sventolando tovaglioli e la sala li asseconda con urla e applausi di approvazione. Nel frattempo si mangia anche. 

Il pizzaiolo di Crazy Pizza Roma

Il nostro tavolo ha condiviso due insalate, la ‘Crab Salad’ con misticanza, lattuga, gamberi, polpa di granchio, avocado e salsa cocktail (38 euro) e la ‘Spinach Salad’ con spinacini, fagiolini, pinoli tostati, ravanelli, salsa a base di miele e sesamo (19 euro), entrambe inserite nel menù alla voce ‘starters’. Le porzioni sono generose e decisamente gustose: menzione speciale per entrambe. La pizza, i cui prezzi variano dai 14 euro di una semplice ‘pizza pomodoro’ ai 65 della ben nota ‘Pata Negra’, è leggera e croccante. Sottilissima ha un impasto speciale senza lievito. Tra i dessert abbiamo provato il ‘Tiramisù al minuto’, un tiramisù scomposto fai da te con mascarpone senza uova, moca, cacao e savoiardi (17 euro).

Crazy Pizza Roma_Margherita

A CRAZY PIZZA ANCHE IL MENÙ DEDICATO AGLI AMICI A 4 ZAMPE

Tra le note di colore c’è poi il menù per gli amici a 4 zampe. Pranzo e cena sono serviti anche ai cani che troveranno dal semplice snack all’hamburger in diverse varianti, le più classiche ma anche quelle vegan. Abbiamo visto con i nostri occhi l’hamburger al tofu e quello al minestrone. Una novità arrivata in tutti i ‘Crazy Pizza’ d’Europa grazie alla partnership con l’azienda di pet food ‘Genuina’. 

IL FORMAT CRAZY PIZZA E IL RILANCIO DI VIA VENETO

Ecco allora che il locale di Flavio Briatore, sbarcato a Roma poco meno di un anno fa, sembra piacere non solo ai turisti ma anche ai romani: “L’80% della nostra clientela è regular” ci racconta il personale. L’impresa sta indiscutibilmente riportando un po’ di mondanità proprio là dove mancava; materie prime a parte, l’alto costo che spesso balza alle cronache del web (e della stampa) prevede il prezzo dello show, di un personale decisamente motivato e di una location in una tra le strade più iconiche di sempre. Insomma che piaccia o no, a Roma, capitale europea, c’è spazio per tutti, anche per questo diverso intrattenimento che è, per dirla alla Briatore: una “Food experience totalizzante”.

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