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L’abito da sposa? Ora si sceglie online, e il menù si assaggia a casa propria

Il settore dei matrimoni comincia ora a riprendersi dopo la crisi portata dalla pandemia. Ed ecco come sta cambiando

Pubblicato:22-11-2021 11:58
Ultimo aggiornamento:22-11-2021 14:23
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matrimonio_vestito da sposa
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BOLOGNA – Dopo un calo di fatturato del 90% registrato nel 2020, il settore dei matrimoni inizia la sua ripresa, ma lo fa con un volto nuovo. Anche il comparto, infatti, a seguito delle limitazioni imposte dalla pandemia, sta vivendo una profonda digitalizzazione. Ad affermarlo in una nota è Semrush, piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online, che ha analizzato le ricerche sul web legate al matrimonio fatte in Italia da gennaio 2019 ad oggi. Il dato che forse sorprende maggiormente è quello relativo all’abito da sposa. Sempre più donne, infatti, lo cercano su internet, scegliendo di fare online la prima consulenza con i responsabili dell’atelier.

IL MODELLO DA PRINCIPESSA

Gli abiti da sposa vengono cercati in rete una media di quasi 99mila volte ogni mese, con una crescita del 49% rispetto al 2019.
Il modello più cercato è quello da principessa, con una media di 14.120 digitazioni mensili nell’ultimo anno (+1.288% rispetto al 2019), seguito dal suo esatto opposto, l’abito semplice (13.550 digitazioni al mese, con una crescita del 1.326%). Aumenta anche il numero di chi sceglie di indossare un abito da sposa diverso da quelli tradizionali, ad esempio, corto (+179%), colorato (+406%), o addirittura nero (+260%) e rosso (+190%).

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IL BOOM DELLE CONSULENZE ONLINE

“Con la diffusione dello smart working, lo strumento delle videoconferenze è ormai familiare a tutti, e molte donne lo scelgono anche per la consulenza del proprio abito da sposa. In questo modo è più semplice incastrare l’appuntamento nella propria agenda, soprattutto se si lavora da casa, e si risparmia il tempo che si impiegherebbe a raggiungere l’atelier, soprattutto in orari di traffico intenso- spiegano Roberto Di Carlo e Stefano Melaragni, fondatori di Wedding Revolution, la più grande community italiana del matrimonio, composta da professionisti di tutte le categorie, formatori e ideatori del Metodo WR-. Questa richiesta sempre più diffusa, però, ha spiazzato molti operatori del settore, che non erano preparati ad un simile improvviso cambiamento. Negli ultimi sei mesi, infatti, abbiamo ricevuto un aumento di richieste di consulenza di quasi il 200%, da parte di professionisti del wedding che ci chiedevano di aiutarli a sviluppare nuove competenze e padroneggiare gli strumenti necessari per rimanere al passo con i cambiamenti”.

I MENÙ? PRIMA SI STUDIANO ONLINE

Le novità -prosegue la nota- non hanno riguardato solo la scelta dell’abito, ma tutti gli aspetti dell’organizzazione del matrimonio, incluso il menù del pranzo o della cena di nozze. Anche in questo caso, i futuri sposi si fanno un’idea di ciò che vogliono online. Le ricerche online relative ad esempi di menù di matrimonio nel 2021 sono cresciute addirittura del 630%. I futuri sposi, dunque, si informano prima in rete, per conoscere tutte le opzioni, le idee, ma anche i pareri dei vari menù, e solo dopo contattano i ristoratori o i fornitori di catering per concordare una prova. Anche in questo caso, però, si sta affermando una nuova tendenza, quella di chiedere che la degustazione venga fatta a casa propria, anziché presso il ristorante o la villa.

E PER LA DEGUSTAZIONE MEGLIO CASA PROPRIA

“Per gli sposi poter avere il primo contatto online o telefonico con i ristoratori, per poi fare le degustazioni a casa propria, è un enorme risparmio di tempo e di denaro, mentre per gli imprenditori questo vuol dire imparare un nuovo modo di proporsi e convincere il cliente. Per questo nei nostri ultimi corsi di formazione, abbiamo inserito ulteriori approfondimenti di marketing e storytelling. Per molti imprenditori non è facile reinventare il proprio modo di lavorare dall’oggi al domani, per questo stiamo incrementando il numero di consulenze e attività di formazione one-to-one, per aiutarli a continuare a vendere come e più di prima, ma in un nuovo modo”, aggiungono Roberto Di Carlo e Stefano Melaragni.

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