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Politiche e rete dei servizi per l’impiego tra criticità e nuove figure

Cafà (Fonarcom): "Occorre il dialogo tra università e pmi"

Pubblicato:22-11-2019 15:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:39
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ROMA – Si è tenuto al Dipartimento di Scienze politiche e delle relazioni internazionali (Dems) dell’Università degli Studi di Palermo, Aula Borsellino, un convegno dal titolo ‘Le politiche del lavoro tra istituzioni, persone, aziende e società’. Dinanzi a un folto pubblico di giovani universitari i relatori hanno commentato i punti critici o non risolti del quadro nazionale delle politiche del lavoro e della rete dei servizi per l’impiego, così come le opportunità offerte e le soluzioni prospettate. Il presidente della Fondazione Lavoro, Vincenzo Silvestri, ha precisato come i servizi per l’impiego nel nostro Paese siano ancora in piena fase organizzativa.

Silvestri: “Esistono 21 sistemi regionali per l’impiego differenti che non dialogano correttamente tra loro”

“L’Anpal- ha dichiarato- non ha ancora posto in essere l’autostrada informatica che traghetti verso un reale sistema unitario di servizi per il lavoro. Ci sono ben 21 sistemi regionali differenti che non dialogano correttamente tra loro. La dimostrazione di questo ritardo la si registra, per esempio, nella difficoltà dei centri per l’impiego di gestire il reddito di cittadinanza. La cosiddetta fase due – quella della ricollocazione – stenta a decollare, e più tempo passa e meno appetibile per le aziende risulterà assumere un percettore del reddito. Forse il grande merito del decreto che istituisce il reddito di cittadinanza è aver stanziato i fondi necessari a raddoppiare la dotazione organica dei centri per l’impiego nel prossimo triennio. Ma non si creda che il pubblico, senza una reale e leale collaborazione con le agenzie private possa riuscire da solo a realizzare una vera rete dei servizi per il lavoro”. 

Per Francesco Ceresia, docente di Modelli e tecniche per la valutazione e lo sviluppo delle risorse umane al Dems dell’Università di Palermo “i cambiamenti che stanno investendo il mercato del lavoro in Italia stanno sollecitando un profondo ripensamento del ruolo degli esperti in servizi e politiche del lavoro. Formazione multidisciplinare, attività di networking e “collaborative governance” sono tre delle nuove parole chiave intorno alle quali ruoterà il nuovo sistema di competenze di tali esperti, in ragione della crescente complessità del contesto nel quale si troveranno ad operare. Per rispondere a questa inedita esigenza di sviluppo professionale, il dipartimento Dems avvierà già dal prossimo gennaio un corso di alta formazione – in collaborazione con la Fondazione dei Consulenti del lavoro – per qualificare i primi esperti in servizi e politiche del lavoro che abbiano specifiche competenze nella gestione dei processi integrati di individuazione, validazione e certificazione delle competenze”.


Cafà: “Investire nel digitale”

Secondo Andrea Cafà, presidente del fondo interprofessionale Fonarcom, la cui missione è sostenere impresa e lavoro a partire dalla formazione, “servono investimenti nel digitale per le pmi. Ma non solo. E’ irrimandabile la relazione tra le pmi e le università italiane per promuovere lo sviluppo e l’innovazione delle imprese e per offrire nuove opportunità ai giovani che devono formarsi in modo sempre più mirato e competente”.

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