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Digitale, Lisi (Anorc Professioni): “Piano innovazione sia reso comprensibile”

Il 27 novembre a Roma il workshop di Anorc Professioni organizzato insieme a Banca d’Italia, che è anche sede dell’evento

Pubblicato:22-11-2018 11:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:49
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ROMA – “Tante volte abbiamo la sensazione che quando si parla di digitale si stia parlando di strumenti e di tecnologia, mentre sono questi, molte volte, a bloccare il digitale. Sembra un paradosso, ma è così”. Lo ha dichiarato Andrea Lisi, Presidente di Anorc Professioni, sentito dall’agenzia Dire sul workshop del 27 novembre a Roma organizzato insieme a Banca d’Italia, che è anche sede dell’evento (via Nazionale 91), con il patrocinio del Garante per la protezione dei dati personali e di AgID.

“Se non ci sono dietro cultura e competenza, si fanno scelte sbagliate- ha continuato- si acquistano soluzioni e si realizzano banche dati che fra loro non comunicano e quindi c’è proprio una sorta di ‘burocrazia digitale’. Nella maggior parte delle Pubbliche amministrazioni si diventa schiavi dei fornitori, ci si va a ingabbiare in contratti informatici non ben presidiati perché manca la capacità di controllo. Gli informatici spesso sono presi dalla voglia di fare senza avere la parte organizzativa e amministrativa dalla loro, o sono presi dall’emergenza: soprattutto nelle amministrazioni più piccole il tecnocrate è vittima dell’urgenza, ma non riesce a costruire progettualità. Tante volte il sito web di una Pubblica amministrazione, anche se costruito e sviluppato secondo certi criteri, rimane completamente avulso dai procedimenti che continuano a restare cartacei. Si è assistito paradossalmente ad uno scollamento fra la parte tecnologica e la parte operativa delle Pubbliche amministrazioni, che continuano a procedere indisturbate in maniera ‘cartacea’, rischiando, la totale paralisi, adottando l’alibi del digitale che ‘non funziona’”.


I PROGETTI DI ANORC

Questi sono i risultati emersi dai lavori condotti dal nostro Gruppo di Lavoro per la Governance Digitale, un progetto interassociativo, nato dalla collaborazione tra ANORC e ANORC Professioni e che il 27 novembre, inaugurerà la nuova stagione di lavori. Per quanto riguarda l’Agenda digitale nazionale “noi abbiamo un piano triennale- ha sottolineato l’avvocato Lisi- elaborato dal team dell’amministrazione digitale e da AgID, nell’alveo del ministero preposto che è quello della Funzione pubblica. È un documento corposo, di un centinaio di pagine, ricco di spunti e incentrato su una visione programmatica. Devo dire però emerge un po’ troppo la visione aziendale di Diego Piacentini, ex commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale: giusto per fare un esempio, il Piano è zeppo di slogan in lingua inglese. Questo crea uno scollamento culturale, dovuto al linguaggio, in contrasto con quello che si usa e si continua ad usare nelle stanze della burocrazia, malgrado la vision di grandissimo cambiamento, che pervade il documento”.

Un documento che appare anche poco chiaro. “Credo che Luca Attias e la dottoressa Teresa Alvaro- ha detto ancora Lisi- debbano compiere un grande sforzo per rendere comprensibile l’innovazione digitale e farla divenire parte integrante di ogni procedimento amministrativo. La Pubblica amministrazione italiana è ancora, fortemente burocratizzata: occorre snelliare e semplificare i procedimenti amministrativi servendoci dello strumento digitale. Il problema di fondo sono le prassi: è inutile riempire le nostre amministrazioni di applicativi e open data, se poi il linguaggio dei burocrati rimane sempre quello. L’agenda digitale sulla carta è bellissima ed è fatta di piani mirabolanti, ma tutti fermi. Pensiamo a Spid, l’identità digitale, di cui si parla da almeno tre anni. Le identità realmente emesse saranno poco più di 3 milioni, mentre sono 67 i milioni di cittadini che non sanno cosa sia Spid o non lo sanno usare. Stesso discorso per l’anagrafe nazionale, abbiamo un progetto che è partito 10 anni fa, ma ancora oggi non c’è. Soltanto pochissimi Comuni si sono attrezzati ed è tutto ancora fermo e paralizzato proprio perchè la Pubblica amministrazione al suo interno non si riconosce in quel linguaggio. La missione del GDL Governance di ANORC e ANORC Professioni è quella di avvicinare il digitale alla PA e farlo diventare consuetudine”.

“È una strada possibile- ha concluso- perchè noi il digitale lo pratichiamo ogni giorno, i cittadini sono già digitalizzati, ognuno di noi ha uno smartphone, un pc, tutti sappiamo cosa sono le app e come utilizzarle, tutti facciamo shopping online sui siti e-commerce, ma tutto questo non è diventato consuetudine nel rapporto con la Pa. Dobbiamo iniziare un processo di cambiamento culturale, perché solo con la cultura avvengono le rivoluzioni”.

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