NEWS:

Tonno rosso, aumentano le quote di cattura: opportunità per l’Italia o rischio ambientale?

L'Iccat ha adottato un aumento delle quote di cattura fino a 36.000 tonnellate entro il 2020: si tratta di un aumento del 50% rispetto al contingente attuale.

Pubblicato:22-11-2017 16:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:55

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Sconvolge le associazioni ambientaliste la decisione della Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico (Iccat) che ha adottato un aumento delle quote di cattura del Tonno rosso fino a 36.000 tonnellate entro il 2020: si tratta di un aumento del 50% rispetto al contingente attuale (23.655 tonnellate). “E’ La cattura totale piu’ elevata mai consentita per il Tonno rosso nonostante gli scienziati avvertano che lo stock di Tonno rosso non si e’ ancora ricostituito e si prevede che con un tale livello di cattura esso diminuisca di nuovo”, dicono gli ambientalisti.

WWf: “Incomprensibile vedere Iccat fare passi indietro rischiando di compromettere tutti i progressi fatti fino ad oggi”

“C’e’ grande disappunto per il fatto che l’Iccat abbia scelto il profitto economico a breve termine, mentre speravamo in una vittoria di conservazione a lungo termine- ha dichiarato Alessandro Buzzi, responsabile dei progetti sulla pesca del Wwf- Abbiamo combattuto negli ultimi 10 anni per salvare il Tonno rosso, siamo cosi’ vicini alla ripresa che e’ incomprensibile vedere Iccat fare passi indietro tornando al business as usual, rischiando di compromettere tutti i progressi fatti fino ad oggi”.


Si tratta di una decisione importante, considerato che il valore del tonno rosso si aggira sui 200 milioni di dollari alla produzione, che quadruplicano se si considera l’intero mercato di vendita. Complessivamente si passera’ dalle 23.500 tonnellate attuali fino ad un massimo di 36.000 tonnellate nel 2020 (nell’arco del triennio 2018-2020), con un aumento di 12.500 tonnellate, equivalenti al 54%. Se la percentuale di quote riservate all’Unione Europa sul totale diminuisce di qualche punto, passando dal 59% al 55%, gli stati Ue mantengono saldamente il primato, seguiti a lunga distanza da Marocco, Giappone, Tunisia e Turchia. Tra l’altro, altre 1400 tonnellate saranno assegnate successivamente per i bisogni dei vari Stati.

Coldiretti: “La scelta avra’ un reale impatto sulla pesca italiana solo se che le nuove quote saranno redistribuite in maniera equa”

“L’aumento delle quote rappresenta un’opportunita’ per molte imprese italiane, anche per evitare il dramma delle catture accidentali che comportano problemi non indifferenti per i divieti incrociati di cattura e rigetto e sbarco. La pesca di un tonno oggi per molte barche della nostra flotta non e’ piu’ una risorsa, ma un vero problema. Ma la scelta dell’Iccat- dichiara Coldiretti ImpresaPesca- avra’ un reale impatto sulla pesca italiana solo se che le nuove quote saranno redistribuite in maniera equa, per superare una situazione di quasi monopolio che vede oggi appena 15 imprese di pesca gestire circa l’88% della quota tonno-rosso nazionale. Spettera’ dunque al Ministero delle Politiche agricole e della pesca concretizzare il nuovo corso invertendo una rotta che vede oggi premiare i ‘ricchi’ e penalizzare i ‘poveri'”.

 

 

 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it