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“Uniti contro la violenza sulle donne”, ma a Bologna l’Aula si spacca

Il Pd 'si emenda' da solo, poi scoppia la lite tra la dem e la leghista

Pubblicato:22-11-2016 17:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:20

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BOLOGNA  – Aula spaccata, maggioranza divisa, punzecchiature all’interno dello stesso gruppo e liti vere e proprie tra consigliere. Il tema della violenza sulle donne, insomma, non riesce a tenere unito il Consiglio comunale di Bologna.

Maria Caterina Manca, Elena LetiIl tutto è nato da un ordine del giorno presentato da Maria Caterina Manca (Pd) per invocare, ironia della sorte, “azioni condivise” in materia.


L’odg, approvato ieri ma non all’unanimità, invita il sindaco Virginio Merola ad “istituire un protocollo d’intesa per la costituzione di un tavolo interistituzionale per la messa in rete di azioni operative condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza nei confronti delle donne”.

Al termine di una lunga ed animata discussione, il documento è passato grazie ai voti del Pd e del M5s, mentre in maggioranza si è astenuta l’ex assessore Amelia Frascaroli (Città comune) al pari di Lega nord, Fi e Coalizione civica. Eppure, in partenza, sembravano esserci le premesse per un’approvazione ampia viste le firme apposte anche dai grillini, dai centristi di Insieme Bologna, dai forzisti e dal Carroccio.

Federica MazzoniAppena iniziata la discussione, però, l’odg non regge neanche alla prova del solo Pd. La dem Federica Mazzoni, infatti, subito sottolinea l’esigenza di aggiungere “un paio di specifiche”, formalizzate con un emendamento che richiama il Piano regionale contro la violenza alle donne (approvato a maggio in attuazione della legge 6 del 2014) ed inserisce la formula “violenza di genere” che nel testo originario non era presente.

Anche un’altra democratica, Simona Lembi, rimarca la necessità di precisare “alcune questioni di rilievo” e, in particolare, commenta: “Mi ha sorpreso che in un odg come questo non fosse esplicitato il tema della violenza di genere”.

Frascaroli, invece, propone un emendamento che citi “esplicitamente le associazioni femminili dedicate alla lotta contro la violenza di genere con particolare riferimento, nell’esperienza bolognese, alla Casa delle donne per non subire violenza” (che, per inciso, è anche l’associazione presieduta fino a pochi mesi fa dall’assessore alle Pari opportunità del Comune, Susanna Zaccaria).

Stessa richiesta avanzata da Federico Martelloni di Coalizione civica, che avrebbe anche voluto portare l’odg in commissione per incontrare le realtà attive sul territorio, che collocano Bologna “più avanti” rispetto al quadro nazionale su cui si sofferma il documento. Richiesta respinta, al pari dell’emendamento di Frascaroli, mentre viene invece accolta da Manca la proposta firmata Mazzoni. Contestualmente, saltano le adesioni di Lega e Fi.

“A creare impasse nel Pd sono state le firme messe dal centrodestra ad un odg che condividevamo totalmente”, dichiara la leghista Lucia Borgonzoni: “Su questi temi dovremmo andare avanti uniti, invece si dimostra anche in questa sede che una parte del Pd cerca sempre la lite“. Con il richiamo alla legge regionale “anche noi ritiriamo la firma- spiega il capogruppo forzista Marco Lisei- perchè si riprendono argomentazioni diverse, estranee allo spirito inclusivo dell’odg che avevamo firmato”. Tanto che Manca “ha subito la violenza sul suo odg”, afferma Lisei: l’intento del documento “è stato brutalizzato dalla volontà di altri colleghi di mettere le proprie bandierine, fare i primi della classe e le maestrine”.

Non è tutto, perché c’è spazio anche per un insistito battibecco tra Borgonzoni e Lembi, che apre le danze sottolineando il ritardo che “per qualche decennio” ha caratterizzato le posizioni del centrodestra e criticando la proposta che la leghista aveva avanzato sempre ieri in conferenza stampa, cioè un app con geolocalizzatore collegato alla Polizia municipale per consentire alle donne di chiedere aiuto in caso di bisogno: la priorità non è questa, bensì “riconoscere che il fenomeno principale è quello domestico”.

Pronta la replica di Borgonzoni: vista la “aggressività” mostrata, Lembi “sembra proprio una di quelle donne che odiano le donne”, perché invece “il centrodestra ha fatto tanto” su questi temi e soprattutto “non ci sono viole di serie A e di serie B”.

Parole “di disprezzo” che in aula “non sono tollerabili”, ribatte di nuovo Lembi: “Invito Borgonzoni ad ascoltare chi interviene e a non fare semplici monologhi”, perchè “qui ci occupiamo di questioni concrete e non di buonismo, amore e non so che altro”.

Di certo c’è che, alla fine, al momento del voto l’aula si spacca. Manca assicura di essere comunque “particolarmente soddisfatta” e che quello arrivato dal Consiglio sia “un bel segnale” in vista del 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Su questi temi bisogna essere “uniti”, dice Manca. Il Consiglio, però, non lo è stato. “Sarebbe stata una bella cosa”, si limita a dire la consigliera. Nel Pd, però, intanto c’è chi giura che un pezzo del gruppo abbia voluto modificare l’odg per sottolineare come Manca si fosse mossa senza il necessario coordinamento interno. E a taccuini chiusi, sempre nel Pd qualcuno ammette: “Le destre si sono astenute, abbiamo fatto saltare l’accordo”.

di Maurizio Papa, giornalista professionista

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