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El Salvador vuole ‘più Italia’ nella sua ricetta per la crescita/ VIDEO

Reyes, a capo dell'Agenzia per la Promozione e gli Investimenti: "Porteremo in Italia il caffè gourmet"

Pubblicato:22-11-2016 16:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:20

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ROMA – L’economia di El Salvador è un sistema ristretto, ma comunque molto dinamico. Al punto da spingere la rivista ‘The Intelligence’ del ‘Financial Times’ a qualificarlo come il miglior Paese per garanzie di ritorno sugli investimenti dell’America Centrale. Con un Pil atteso per il 2016 del 3%, El Salvador sta puntando su tutte le sue risorse non solo per uscire dalla crisi finanziaria del 2008-2009 e del più recente calo del prezzo delle materie prime, ma anche per rilanciare più in generale un Paese il cui reddito medio procapite si attesta ancora sui 3.800 dollari all’anno. Questo quanto emerge dal quadro presentato oggi a Roma nel corso del Forum imprenditoriale El Salvador-Italia, organizzato dal governo di San Salvador per attrarre investitori italiani e creare nuove occasioni di commercio e sviluppo.

Nonostante un territorio ristretto – circa 20mila chilometri quadrati – e una popolazione di poco meno di 6 milioni e mezzo di abitanti, i punti di forza non sono pochi: una forza lavoro di 2,8 milioni di persone – il 58% della quale ha meno di 39 anni – a cui ogni anno si aggiungono 23mila nuovi tecnici, il 21% dei quali laureati in Ingegneria e Tecnologia. Vanta poi una particolare stabilità monetaria, garantita dalla conversione al dollaro attuata nel 2001, un regime fiscale favorevole, che consente numerosi sgravi, e infine una posizione geografica vantaggiosa, che conferisce al Paese il ruolo di cerniera tra l’America del Nord e del Sud, passando per i Paesi della regione centrale.


L’instabilità dell’economia italiana, così come del resto delle economie dell’Unione europea, potrebbe però minare questi sforzi. L’Agenzia DIRE ha quindi chiesto a Sigfrido Reyes, presidente dell’Agenzia di Promozione e Investimenti di El Salvador (Proesa) a margine del Forum di stamani, se questa situazione costituisce un ostacolo, e quali politiche San Salvador sta adottando per proteggersi: “Mi rendo conto della crisi economica in Italia e a livello europeo, ma a preoccuparmi di più è quella mondiale”, spiega alla Dire Reyes. “La crescita è lenta e assistiamo a una caduta del Pil, soprattutto in alcune regioni dell’America Latina, che tocca l’1%. Anche la Cina e l’Ue registrano una riduzione. Questo naturalmente- prosegue il presidente di Proesa- ci tocca soprattutto sul piano delle esportazioni e quindi dei consumi da parte dei cittadini europei. Un calo degli acquisti ha riguardato in particolare la vendita di minerali, caffè, zucchero, cacao, che non fanno registrare più gli acquisti di un tempo, mentre i prezzi sono scesi. In Europa alcune misure sono state adottate, ma auspichiamo a manovre migliori, che favoriscano la crescita ma che tuttavia- tiene a sottolineare- mettano da parte l’austerità. Come abbiamo visto, l’austerità in Europa non ha funzionato, e non solo non ha favorito la crescita, ma ha causato anche uno stallo nelle economie dei Paesi membri”. La proposta di Sigfrido Reyes è quindi l’implementazione “di misure anticicliche, per arrestare la tendenza negativa e riavviare il meccanismo dello sviluppo, dei consumi e quindi della crescita”.


caffeIl capo dell’Agenzia per la Promozione e gli Investimenti ricorda quindi quanto la crisi petrolifera abbia colpito i Paesi dell’America Centrale, non solo per quelli esportatori, ma anche per quelli importatori come El Salvador, che ha subito anche il crollo delle valute regionali: “Sono stati soprattutto i nostri prodotti di punta – come cacao, zucchero e caffè, come già detto – a subire l’impatto più duro, e forse in questo contesto perdiamo più che guadagnare”.

Da qui, la decisione di adottare una nuova strategia, “che punta a aggiungere valore alle materie prime che esportiamo da sempre”.

Un esempio, il caffè: “abbiamo deciso- prosegue il presidente di Proesa- di mettere a punto un caffè ‘gourmet’ che costa un po’ di più ed è destinato ai mercati più selezionati, come l’Italia. Qui- tiene a evidenziare Sigfrido Reyes- vogliamo portare un caffè di altissima qualità, che non deve essere miscelato, autentico, e per il quale si possa essere disposti a pagare un prezzo più elevato come per altri prodotti come vino e whisky, che hanno la denominazione dell’origine”, conclude il funzionario salvadoregno. Nel 2015 gli scambi tra questi due Paesi hanno totalizzato i 95 milioni di dollari. L’Italia, secondo i dati forniti nel corso del Forum, si piazza al 16esimo posto tra i Paesi europei per importazioni dal Paese centro americano. Rappresenta invece il quarto Paese europeo per esportazioni e il quinto per investimenti diretti nel Paese – con 49,5 milioni nel primo semestre del 2016, nell’industria e nell’edilizia in particolare. Se El Salvador vende all’Italia soprattutto materie prime – minerali e prodotti agricoli – le imprese italiane forniscono macchinari. Oggi gli imprenditori italiani possono cercare occasioni di guadagno in numerosi settori: agroalimentare, farmaceutico e della salute, tessile e manifatturiero, energetico e delle infrastrutture, turistico e infine nell’aeronautica. Infine, numerose nuove leggi nei settori economici citati come in molti altri favoriscono particolari sgravi fiscali per gli imprenditori stranieri e l’accesso a particolari servizi per le aziende.

MIRANDA: RILANCIARE SCAMBI CON ITALIA

Un’occasione per promuovere le relazioni economiche tra l’Italia ed El Salvador. E’ questo lo scopo del Forum imprenditoriale El Salvador-Italia, che stamani a Roma, nell’Istituto italo-latino americano (Iila), ha chiamato a raccolta il mondo del business per conoscere le opportunita’ di investimento in questo Paese centro americano. Lo ha spiegato all’agenzia DIRE il viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Jaime Alfredo Miranda Flamenco, giunto nella capitale in veste di relatore dell’incontro. Gli scambi commerciali tra i nostri due Paesi hanno toccato nel 2015 quota 95 milioni di dollari, segnando un costante aumento dal 2012, anno in cui tale quota e’ iniziata a scendere rispetto ai livelli del 2011.


Dal 2013 e’ in vigore un accordo specifico tra l’Unione europea e i Paesi dell’America centrale, tuttavia “a giugno scorso e’ stato ratificato un accordo commerciale con l’Italia che coinvolge il nostro Paese ma anche altri dell’America Latina- dice ancora il viceministro- Siamo interessati agli investimenti e al commercio e stiamo lavorando a questo obiettivo attraverso la creazione di forum specifici su particolari argomenti. Il prossimo venerdi’ 25 novembre- aggiunge ancora- e’ prevista un altro appuntamento a Milano, mentre il prossimo anno si terra’ un incontro nel nostro Paese”, a cui saranno invitati a partecipare gli imprenditori interessati. La situazione del Brexit– la domanda seguente della DIRE- preoccupa il suo Paese? “Su questo non posso dire molto, perche’ e’ un meccanismo che coinvolge principalmente i Paesi dell’Unione Europea. Ci sarebbe piaciuto avere rapporti diretti con il Regno Unito, ma attualmente non ne abbiamo. Bisognera’ vedere quale direzione prenderanno le relazioni commerciali, e se ci saranno cambiamenti tali che ci permettano di entrare in gioco”, la sua conclusione.


di Alessandra Fabbretti

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