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Lavoro, De Lise (Unione giovani commercialisti): “Accelerare iter della legge sulla parità di genere”

Lo ha dichiarato il presidente dell'Ungdcec nell'ambito del convegno 'Presente e futuro delle imprese che innovano

Pubblicato:22-10-2021 18:49
Ultimo aggiornamento:22-10-2021 18:49
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NAPOLI – “Abbiamo proposto all’onorevole Chiara Gribaudo, componente della commissione Lavoro e Previdenza della Camera dei Deputati, alcune soluzioni concrete e ci auguriamo di lavorare insieme alle istituzioni sugli aspetti tecnici della legge sulla parità salariale di genere, affinché non vadano a saturare le imprese a livello economico. Adesso occorre accelerare l’iter anche al Senato per una norma da approvare al più presto”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nell’ambito del convegno ‘Presente e futuro delle imprese che innovano. Nuovo assetto di startup e pmi innovative’, organizzato dal Coordinamento Ugdcec Piemonte-Valle d’Aosta in collaborazione con la Fondazione Centro Studi Ungdcec e Iuya, che si è tenuto a Barolo (Cuneo).

“I giovani commercialisti chiedono di essere interlocutori della politica – ha aggiunto De Lise – e lo dimostrano costantemente, con nuove proposte che presto saranno discusse dall’Esecutivo. Su tutte, la detassazione per gli under 30 e le nostre idee per dare una mano alle startup su rischi che corrono i creditori, contribuzione e investimenti”. L’incontro è stata l’occasione per discutere anche dell’attuale situazione di incertezza all’internodegli ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili: “La nostra categoria – ha rimarcato il numero uno dell’Ungdcec – è chiaramente in difficoltà ed è necessario che vengano prese scelte importanti. Serve un richiamo al senso di responsabilità: l’eventuale commissariamento del Consiglio Nazionale servirebbe a riscrivere le regole per arrivare velocemente al voto ed ad una maggiore stabilità necessaria a dare spazio ed un’opportunità vera ai giovani, che hanno una nuova visione per la categoria”. Per Gribaudo in questo momento “nella categoria dei commercialisti c’è un problema di rappresentanza e questo rende difficile per la politica ascoltare le proposte dei commercialisti. Problema che non c’è nell’Unione e per questo invito a collaborare e lavorare insieme su progetti comuni. Siamo pronti a collaborare e pronti ad accettare nuove proposte”.

Al centro dell’intervento della parlamentare c’è, ovviamente, anche il Pnrr: “Serve metterci insieme alla ricerca di un percorso innovativo, per garantire la crescita a questo Paese. E ciò può avvenire attraverso strumenti adeguati al sostegno delle startup. Continuiamo a lavorare insieme con l’Unione – ha concluso la parlamentare del Pd – per garantire un sostegno concreto al sistema produttivo”. E da Francesco Puccio, presidente Fondazione centro studi Ungdcec, arrivano le proposte concrete per il settore delle startup: “Sono idee specifiche che riguardano i rischi d’impresa che anche le startup incontrano. In caso di problemi, si propende sempre per la liquidazione, ma ci sono alternative. Così come quando si parla di debenza dei contributi fissi e di contribuzione da corrispondere, bisogna guardare al di là della classica posizione che solitamente vede le startup a metà tra un imprenditore che ha un’intuizione e il socio finanziatore. Infine, bisognerebbe individuare una sorta di certificazione di asseverazione del professionista nel momento in cui un investitore terzo vada ad investire nella startup in difficoltà”.


Per Tommaso Nannicini, presidente Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, bisogna “favorire le startup e quelle innovative in particolare, tema centrale della crescita in vista dell’attuazione del Pnrr. Decisivo è il ruolo dei professionisti che devono fare da collante tra aziende e università. Per mettere i professionisti al centro stiamo pensando a misure come i voucher per consulenze e formazione, perché servono nuove imprese e servono interventi normativi per favorirne la nascita e il sostegno alla crescita. Il vero problema – ha proseguito Nannicini – è l’eccessiva burocrazia, ma anche la sottocapitalizzazione delle startup rispetto ad altri Paesi europei, aspetti che non riescono a garantire crescita e stabilità sul mercato”.

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