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Nel film ‘Zlatan’, tutto quello che non è mai stato raccontato di Ibrahimovic

Diretto da Jens Sjogren e tratto dalla sua autobiografia 'Io, Ibra'

Pubblicato:22-10-2021 10:09
Ultimo aggiornamento:22-10-2021 17:17

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ROMA –  I fan ci speravano ma Zlatan Ibrahimovic non è stato presente alla 16esima edizione della Festa del Cinema di Roma per presentare in anteprima mondiale ‘Zlatan’, il film diretto da Jens Sjogren e tratto dall’autobiografia ‘Io, Ibra’ (libro scritto dall’attaccante del Milan insieme a David Lagercrant). Dall’11 novembre al cinema con Lucky Red e Universal Pictures, la pellicola “è un racconto dei miei primi vent’anni”, ha detto Ibra in un videomessaggio per il pubblico della kermesse in cui ha ringraziato il cast tecnico e quello artistico del film.

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‘Zlatan’ non mostra il ‘leone Ibra’ che anima gli stadi, non mostra le sue gesta in campo. Qui c’è solo una storia di formazione di un bambino che cresce troppo presto. Ha un rapporto di amore e tensione con la famiglia e con chi gli sta attorno, ha un carattere impegnativo ma ha una invidiabile capacità di inseguire il proprio sogno sfruttando il suo innato talento con il pallone. È pura dinamite. Lui è leggenda. La storia parte dai campi da calcio dei sobborghi di Malmoe, dove nessuno punta su di lui a causa della sua forte personalità, per poi arrivare alla squadra locale del Balken fino alle giovanili del Malmoe. Inizia ad assaporare il successo con l’esperienza – complicata – con l’Ajax.

Il film non dimentica i volti noti del calcio come Mino Raiola e Luciano Moggi, che lo porterà alla Juventus. Ma quello che ‘esplode’ nel racconto è la sua passione, la sua personalità, la rabbia nei confronti di chi lo definisce “immigrato pigro” (a cui risponde con il suo genio in campo), la tenera ricerca delle figurine di Marco van Basten e Roberto Baggio, le bici rubate, le azioni di sfida con gli insegnanti e i guai. Il regista qui mostra quello che non abbiamo mai visto, quello che i riflettori non permettono di vedere. “Ci siamo concentrati su ciò che è accaduto prima che diventasse Ibrahimovic e lo facciamo dal suo punto di vista per capire i suoi dubbi, i suoi sogni e chi se la prendeva sempre con lui. Noi raccontiamo la storia di un bambino che cresce, una storia universale“, ha detto il regista Jens Sjogren durante la conferenza.

Ad interpretare il primo calciatore ad aver giocato con sette squadre in Champions League sono Dominic Bajraktari Andersson (Ibra all’età di 11-13 anni) e Granit Rushiti (17-23 anni). Due interpreti così giovani ma così talentuosi. Soprattutto Granit, la sua somiglianza nelle movenze e nella voce del calciatore è incredibile. “Abbiamo voluto raccontare la sua storia adesso perché può essere una fonte di ispirazione per i giovani, ed è più semplice se si racconta qualcuno ancora in vita e in attività. Spero che il pubblico capisca chi ci sia dietro il calciatore”, ha detto Sjogren. Ibrahimovic – che è stato coinvolto nel progetto e ha fornito consulenza in ogni fase del processo di scrittura della sceneggiatura – ha visto il film a Milano, qualche tempo fa. “Avevo paura della sua reazione, ma si è commosso”, ha aggiunto il regista. “L’ho conosciuto a Milano, ci ha dato tanti consigli. Mi piace come persona perché è diretto, dice sempre le cose in faccia”, ha raccontato Granit.

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