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Scontro tra sindaci e Regione Lombardia: “No alla didattica a distanza”

Previsto un nuovo vertice tra i primi cittadini e il presidente della Regione Attilio Fontana. I sindaci protestano: "La bozza che ci era stata consegnata era diversa" | Di Nicolò Rubeis

Pubblicato:22-10-2020 07:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:06

giuseppe sala
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MILANO – La didattica a distanza esclusiva da lunedì in tutte le scuole medie superiori della Lombardia riaccende la miccia dello scontro tra i sindaci e la Regione. Oggi alle 13 è previsto un nuovo vertice tra i primi cittadini e il presidente della Regione Attilio Fontana. Ad annunciarlo, intervenendo a Rtl 102,5, il sindaco di Milano Beppe Sala

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I toni, dopo giorni di unità istituzionale, sono di nuovo durissimi: “E’ uscita un po’ in velocità questa ordinanza. Noi sindaci eravamo concentrati sulla parte cosiddetta di ‘coprifuoco’, questa della didattica a distanza ci è un po’ scappata. Ma appena ce ne siamo accorti ci stiamo opponendo tutti. In questo momento non ha senso. Bisogna mantenere la modalità alternata a distanza e in presenza in tutti gli ordini di scuole”.


SINDACI CONTRO REGIONE LOMBARDIA: BOZZA DAD ERA DIVERSA

“La bozza che ci era stata consegnata era diversa”, spiega alla ‘Dire’ Mauro Gattinoni, primo cittadino di Lecco. “Nella stesura dell’ordinanza si parlava di didattica digitale integrata, che non è la stessa cosa”.

I sindaci “non erano assolutamente d’accordo. La didattica si fa o tutti in presenza, o integrando con quella a distanza, e noi abbiamo dato il consenso su quest’ultima”, chiarisce Gattinoni, al contrario di quanto detto da Beppe Sala questa mattina, che aveva parlato del fatto che la parte sulla Dad fosse un po’ “scappata” all’attenzione dei primi cittadini: “Ma non è così. Ed è proprio per questo che abbiamo chiesto d’urgenza una riunione con il presidente Attilio Fontana (oggi alle 13, ndr): o ci sono misure sanitarie tali da rendere urgente questa disposizione oppure dobbiamo chiedere una marcia indietro. Addirittura sono stati fatti riferimenti per le lezioni a distanza anche per le elementari e le medie…”.

Una presa di posizione che sembra mettere d’accordo tutti i sindaci: “La parte sulla didattica a distanza non ci è sfuggita, l’ordinanza era proprio diversa“, attacca Mattia Palazzi, primo cittadino di Mantova. In mattinata, Palazzi si era già sfogato sui social, dove aveva scritto che “le lezioni vanno garantite in classe il più possibile” e come sia “sbagliato imporre la didattica a distanza per le scuole superiori”. A maggior ragione oggi che il Governo “ha stanziato 360 milioni di euro per il trasporto scolastico”.

Gli fa eco anche il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti: “La parte sulla Dad non era così. La decisione che è stata presa non è stata contemplata con i sindaci“, precisa, sempre parlando alla ‘Dire’. “Era stato detto che ci si auspicava un aumento delle lezioni a distanza, ma non dal 26 tutti a casa”, chiosa il primo cittadino.

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