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Il Governo a guida ‘grillina’ rischia il ‘vaffa’ nazionale

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:22-10-2020 15:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:06

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ROMA – Corsi e ricorsi della storia. Qualche anno fa erano loro, i ‘grillini’ d’opposizione ad urlare dei gran ‘vaffa’ a tutto il cucuzzaro politico italiano. Ora che governano il Paese, di fronte al virus che impazza e contagia, sono loro e i compagni della maggioranza che rischiano il ‘vaffa’ a livello nazionale.

Perché si è perso troppo tempo a parlare di quanto siamo stati bravi a fronteggiare la prima emergenza sanitaria con quale tempestività abbiamo organizzato e riorganizzato tutto il sistema sanitario, del grande sforzo per potenziare e pagare meglio tutto il personale della nostra sanità. Adesso che siamo di nuovo sotto attacco, con i contagi che schizzano da tutte le parti, sentir dire dai nostri governanti “sì, però non è come prima, adesso stiamo meglio…” suona come una presa in giro, che rischia di trasformarsi in un boomerang che arriverà dritto in testa a qualcuno.

Perché attorno a loro c’è, invece, una sfilza di scienziati che gridano a più non posso che le blande misure prese finora servono a poco e niente, che bisogna pensare subito a qualcosa di più stringente e ‘chiudente’. E poi, ogni giorno escono fuori lacune e ritardi, manca questo e manca quello; bisogna prenotare? Sì te saluto, e quando risponde qualcuno, manca il personale, che è stato spostato per rafforzare un reparto che poi rimaneva sguarnito.


E dagli ospedali arrivano segnali allarmanti, le corsie si riempiono, le ambulanze non bastano e i malati, anche quelli non covid, sono pregati di aspettare e, per cortesia, di non morire, se no i cittadini si spaventano. È questa sensazione di rivedere un film già visto che fa paura. Per non parlare poi dei sussurri e grida che si levano dentro la maggioranza di Governo.

“Il premier Conte – spiega un Dem con un sorriso di sufficienza- ha fatto la conferenza stampa urbi et orbi per annunciare cosa? Nulla, e quello che ha messo nel suo decreto dopo poche ore gran parte delle Regioni lo stanno superando, stringono e chiudono come gli pare. Il povero Conte sembra quello che quando monta il casino cerca di mettersi da parte per non farsi vedere troppo… ma non funziona così, e infatti a livello parlamentare, soprattutto nel Pd, monta l’incazzatura”.

Oggi, di questa incazzatura Dem se ne è avuta conferma in aula alla Camera, con l’intervento del capogruppo Graziano Delrio, che ha usato parole davvero forti: “Non è il momento di raccontarci che tutto va bene, è il momento di assumere i dati di queste preoccupazioni, assumerle su di noi, sulle nostre spalle, proprio per rafforzare quel senso di fiducia nelle Istituzioni che è necessario cresca nelle crisi. Dalle crisi si esce o con Istituzioni più rafforzate, lo ripeto spesso, o con Istituzioni più indebolite. Noi lavoriamo insieme in questa direzione: nessuno deve perdere il lavoro, nessuna azienda deve essere costretta a chiudere per i nostri ritardi o per le nostre incapacità e a sostenerla immediatamente…“. Così il capogruppo Dem alla Camera dei Deputati.

Per non parlare del braccio di ferro sui 36 miliardi del Mes con il M5S, Conte e Gualtieri uniti nel tirarla per le lunghe snobbando la richiesta del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che li vorrebbe subito impiegare per rinnovare al meglio il sistema sanitario nazionale. Anche su questo punto ci sarà battaglia e lo scontro sarà duro. Lo si è capito dalla mossa di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che coi suoi ha dato vita all’intergruppo parlamentare ‘Mes Subito’, a cui ha aderito anche il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. Secondo alcuni esponenti non Pd della maggioranza questo nervosismo viene spiegato come la voglia “di qualcuno” di spingere e arrivare ad un rimpasto per entrare nel Governo. 

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