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Autismo, Marazziti (Ds-Cd): “E’ una grande domanda per società e scienza” /VD

Al convegno Ido si punta su diagnosi precoce e sostegno a dopo scuola

Pubblicato:22-10-2016 11:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:12

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ROMA – “L’autismo è una grande domanda per la nostra vita quotidiana perché le cause sono poco note e in tanti non sanno come relazionarsi a persone con un disturbo così importante. È una grande domanda per la nostra società, una domanda sull’integrazione, su come essere a misura di persone con problemi semplicemente diversi dai nostri. L’autismo è una domanda anche scientifica, è una domanda per il servizio della salute del Paese”. Lo dice Mario Marazziti, presidente della Commissione affari sociali alla Camera dei deputati, intervenendo al XVII convegno dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), in corso nella Capitale fino a domenica e in diretta streaming gratuita sul sito www.ortofonologia.it.


“Credo che dobbiamo lavorare almeno in due direzioni- afferma il deputato- in primo luogo dobbiamo arrivare a una diagnosi molto precoce. Una diagnosi precoce nei primissimi mesi, anni, della vita può permettere per esempio di ridurre in maniere consistente, o addirittura di annullare, l’impatto sociale- spiega Marazziti- ovvero alcune abitudini e comportamenti che si formano in quel periodo della vita.

Bisogna aiutare i pediatri, i medici che si occupano dei bambini dalla nascita e nei primissimi mesi ed anni,per avere le competenze e, in caso di dubbio, poter verificare se si tratta di una forma di autismo. Questo potrebbe cambiare la vita di molti, anche se ancora non conosciamo perfettamente come combattere questa patologia”. Il secondo punto che affronta il presidente della commissione Affari sociali alla Camera riguarda “l’organizzazione sociale della nostra vita quotidiana. C’è un punto interrogativo quando le persone con problemi di autismo escono dalla scuola superiore. C’è tutto un percorso di aiuto, sostegno e accompagnamento che rischia di finire proprio dopo la scuola secondaria superiore. Dobbiamo lavorare all’inizio della vita e all’inizio dell’età adulta- conclude Marazziti- questo potrà aiutare molte famiglie e molte persone”.


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