giovedì 13 Novembre 2025

La legge sulla montagna aiuta a farle avere i medici, parola di medico

La Fimmg, Federazione dei medici di medicina generale vede un "primo segnale positivo per affrontare la carenza di assistenza medica in zone montane". Ma avvisa: serve anche altro.

La Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg) plaude alla legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, entrata in vigore il 20 settembre scorso. “La legge per la montagna è un primo segnale positivo per affrontare il problema della carenza di assistenza medica di base nelle zone montane, tema che rischia di diventare nei prossimi anni una vera emergenza nazionale”, ha detto Alessandro Dabbene, vicesegretario nazionale Fimmg, intervenendo sabato 20 settembre alla presentazione del Rapporto Montagne 2025 dell’Unce, Unione nazionale Comuni Comunità Enti Montani nel Comune di Bra (Cuneo). “In particolare – prosegue Dabbene – riconosciamo la rilevanza delle misure di promozione dell’attività di medicina generale nei Comuni montani, attraverso forme di credito d’imposta per la locazione o l’acquisto dello studio professionale, così come il riconoscimento delle particolari condizioni lavorative tramite la contrattazione nazionale e l’incentivazione al mantenimento dell’attività attraverso gli accordi regionali”. Per Dabbene si tratta di un primo passo che rende evidente la volontà di affrontare il problema. Ma avverte: “Non credo che sarà sufficiente in assenza di un rinnovo contrattuale che coniughi gli incentivi economici con il rafforzamento della rete degli studi dei medici tra loro e con le Case della Comunità, agevolando anche strategie di supporto da parte del personale di studio, soprattutto nelle zone più disagiate, in modo da prevenire il fenomeno della solitudine professionale, dannosa per il medico e per i suoi assistiti”.

Nel suo intervento, il vicesegretario nazionale Fimmg ha rivolto un ringraziamento particolare all’Uncem e al suo presidente Marco Bussone per il sostanziale contributo a sostegno della medicina di montagna e per la rete tra enti, associazioni e cittadini che ha saputo realizzare.

Leggi anche