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NAPOLI – “Il G7 Cultura si è occupato di intelligenza artificiale, del suo impatto sul mondo culturale. Ne abbiamo colto l’opportunità, ma anche i rischi che questa rivoluzione tecnologica comporta per gli artisti, i creativi, gli operatori della cultura. La dichiarazione di Napoli è il primo documento G7, tra i primi a livello internazionale che affronta i vari profili dell’impatto dell’intelligenza artificiale”. Lo ha spiegato il ministro della Cultura Alessandro Giuli, intervenendo in conferenza stampa al termine del G7 di Napoli. “Verremo ricordati probabilmente anche per aver dato vita a una iniziativa sorgiva su questo tema – ha aggiunto il ministro -. Siamo d’accordo che questa trasformazione debba avere al centro la difesa e la cura della dignità umana, come da ultimo ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’essere umano deve essere sempre il regista dei processi creativi e l’applicazione dell’intelligenza artificiale deve essere compatibile e rispettosa della nostra creatività umana, senza prenderne il sopravvento o violarne i diritti. Anche su questo tema c’è stato un accordo unanime”.
Firmata, infatti, al termine della riunione dei ministri della Cultura del G7 che si è tenuta a Napoli, la dichiarazione ministeriale su “La cultura, bene comune dell’umanità, responsabilità comune”, che ha l’obiettivo di promuovere azioni per la tutela e la promozione delle identità culturali, affrontare i temi proprio dell’intelligenza artificiale e del traffico illecito di beni culturali e rafforzare la resilienza del patrimonio culturale di fronte ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali.
“Da Napoli – ha spiegato Giuli, presentando in conferenza stampa i contenuti della dichiarazione ministeriale – parte un messaggio forte: la cultura è il pilastro della convivenza civile, l’antidoto naturale ai conflitti, la vera soluzione a tutto ciò che è discordia, alle lacerazioni, all’angoscia della nostra epoca”.
Durante il summit “abbiamo parlato di cose dolenti, di cose angoscianti, del cambiamento climatico, delle catastrofi ambientali, del traffico di opere d’arte, della distruzione della guerra. Eppure – ha spiegato Giuli – lo abbiamo fatto con uno spirito costruttivo, cercando di mettere a fuoco l’enormità della situazione, ma senza concedere nulla all’angoscia, all’idea che le cose stiano andando sempre peggio. Tutt’altro: lo stato d’animo è costruttivo, solido, coeso”.
Tra i punti del documento, il “riconoscimento che i crimini contro i beni culturali rappresentano un problema globale che richiede soluzioni globali”, occorre quindi “rafforzere la cooperazione e il coordinamento transnazionale”.
I ministri e delegati alle politiche culturali dei Paesi del G7 si sono anche detti “preoccupati – si legge nella dichiarazione – per l’aumento senza precedenti della frequenza e della portata degli eventi climatici estremi, dei cambiamenti climatici e dei disastri naturali, che danneggiano il patrimonio culturale materiale e immateriale, le organizzazioni culturali, i paesaggi, i parchi e i giardini storici”, con l’impegno, quindi, a “promuovere strategie e azioni di mitigazione e adattamento e migliorare la resilienza del patrimonio culturale ai cambiamenti climatici”.
Infine, il capitolo legato all’intelligenza artificiale, nel quale viene riconosciuto che “la creatività è un’abilità posseduta solo dagli esseri umani”. I ministri hanno assicurato di perseguire “in campo culturale una trasformazione digitale inclusiva, incentrata sull’uomo, che sostenga la crescita economica e lo sviluppo sostenibile, massimizzi i benefici e gestisca i rischi, in linea con i nostri valori democratici condivisi e il rispetto dei diritti umani”.
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