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La fotografia è “il nuovo capitale”: a Bologna la mostra della Fondazione Mast

Apre oggi al Mast di Bologna la nuova esposizione dedicata alla fotografia come tecnologia dell'informazione e per la produzione

Pubblicato:22-09-2022 15:20
Ultimo aggiornamento:22-09-2022 15:20

mostra fotografia mast bologna
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BOLOGNA – La fotografia e le immagini sono una nuova “forma di capitale”. Non è più solo un modo per documentare e archiviare informazioni. Oggetti, prodotti e anche insediamenti urbanistici vengono prima “costruiti sulla base delle fotografie e delle loro rielaborazioni”. Proprio alla fotografia come tecnologia dell’informazione è dedicata la nuova mostra organizzata dalla Fondazione Mast di Bologna, “Image Capital”, inaugurata questa mattina e in esposizione fino al prossimo 8 gennaio.

“LE IMMAGINI GUIDANO LA PRODUZIONE”

Curata da Francesco Zanot, la mostra è il frutto della collaborazione tra il fotografo Armin Linke e della storica della fotografia Estelle Blaschke, ricercatrice dell’Università di Basilea. “E’ una mostra sulla fotografia operativa- spiega Zanot- non è dedicata solo a come funziona, ma anche alle dinamiche sociali, economiche e politiche che scatena. Chi possiede le immagini oggi ha un vantaggio strategico, è una forma di capitale“. Il curatore cita ad esempio gli archivi e le banche dati, il machine learning, i robot industriali che si occupano del controllo di qualità e i rendering per la “progettazione della realtà”. Tutto viene guidato dalle immagini, e con la fotografia digitale c’è stato un vero e proprio “salto di scala”.

Armin Linke, Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, Fototeca,
Firenze, Italia, 2018. Courtesy: l’artista e Vistamare Milano/Pescara

LA MOSTRA

Attraverso le immagini e i testi che le spiegano, Linke e Blaschke hanno indagato quindi come la fotografia viene utilizzata all’interno di diverse tipologie di produzione. “Abbiamo ripercorso la storia della fotografia per capire cosa può fare il digitale oggi”, spiega la ricercatrice. La mostra è divisa in sei sezioni: ‘Memory‘, sulla capacità delle fotografie di raccogliere e immagazzinare informazioni; ‘Access‘, sulle modalità di archiviazione, reperimento e indicizzazione delle immagini; ‘Protection‘, sulle strategie per la conservazione a lungo termine delle immagini e delle informazioni che contengono; ‘Mining‘, sull’analisi delle immagini e il loro utilizzo nelle tecnologie per il riconoscimento automatico; ‘Imaging‘, sulla fotografia come sistema di visualizzazione della realtà o di un suo progetto; ‘Currency‘, sul valore (anche economico) delle immagini.


NON SOLO FOTOGRAFIE

L’esposizione comprende una vasta selezione di interviste, video, immagini d’archivio, testi, pubblicazioni e altri oggetti originali, disposti “senza gerarchie né priorità- ci tiene a precisare Zanot- per offrire agli spettatori una narrazione-esperienza immersiva e stratificata, come una sorta di ipertesto”. La mostra, che vede prestiti anche da parte del Cern di Ginevra e da Luna Rossa, è progettata in collaborazione tra Fondazione Mast, Museum Folkwang di Essen, Centre Pompidou di Parigi e Deutsche Börse Photography Foundation di Francoforte. Previsto infine un programma di eventi con ingresso gratuito su prenotazione (talk, proiezioni e attività didattiche) legati ai temi della mostra.

Credits dell’immagine di copertina: Fotografo sconosciuto, pubblicità della Recordak con etichetta “Tutti questi assegni in 30 metri di rullino. Un bel risparmio”, 1955 c. Università di Rochester, Libri Rari, Collezioni Speciali e Conservazione (RBSCP), Kodak Historical Collection

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