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Per le comunali di Torino Lo Russo spende più di Damilano. Ma il Pd contesta

Il coordinatore metropolitano del Pd Saverio Mazza: "Il centrodestra elude la legge, i fondi dovevano essere rendicontati all'albo pretorio"

Pubblicato:22-09-2021 16:50
Ultimo aggiornamento:22-09-2021 16:50
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Lo russo Damilano
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Di Lucio Valentini e Chiara Barison

TORINO – Manifesti, comunicazione e affitto dei locali. Queste sono solo alcune delle spese da sostenere durante una campagna elettorale. Costi dai quali non sono esenti i candidati alle amministrative del Comune di Torino. Dopo una verifica della ‘Dire’ di quanto dichiarato nell’albo pretorio, il candidato con la maggiore disponibilità risulta Stefano Lo Russo del centrosinistra: i fondi ammontano a 663.500 euro e comprendono i 245.000 euro destinati esclusivamente all’attività promozionale del candidato sindaco, mentre i 418.500 restanti provengono dalle sei liste che lo sostengono e sono destinati ai singoli candidati in consiglio comunale.

Riguardo a questa voce, la lista Tresso precisa che sono 31.000 euro i fondi investiti da parte di ‘Torino Domani’, e non i 245.000 di cui parla il ‘Fatto’ in edicola oggi.


Il candidato civico del centrodestra Paolo Damilano concorre alla carica di primo cittadino torinese con 259.700 euro in meno del competitore del centrosinistra. Dall’albo pretorio risulta che i fondi preventivati dall’imprenditore ammontano a 403.800 euro, così suddivisi: 175.600 sono messi a disposizione da ‘Torino Bellissima’, la lista con la quale il candidato si è presentato alle elezioni prima di poter contare sul consenso degli altri sei partiti che lo sostengono i quali, dal canto loro, hanno messo a disposizione dei propri candidati 228.200 euro totali. Secondo quanto fa sapere la portavoce di Paolo Damilano, i costi della lista ‘Torino Bellissima’ sono comprensivi delle spese sostenute dal candidato sindaco nella sua personale attività promozionale.

Su questo aspetto, il coordinatore metropolitano del Pd Saverio Mazza, che si è occupato della rendicontazione del Pd e assicura che non verranno toccati i 142.000 euro preventivati, attacca il candidato del centrodestra: “Scorporare i costi del singolo candidato dai costi sostenuti dalle liste era un obbligo di legge, mentre il centrodestra non lo ha fatto e quindi non sappiamo quanti soldi è costata la promozione del candidato Paolo Damilano”.

Sull’ultimo gradino del podio c’è la candidata pentastellata Valentina Sganga. Su 48.200 euro preventivati per la campagna elettorale, fonti vicine alla candidata specificano che al momento ne sono stati spesi circa 10.500.

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