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Zaia: “La riforma del catasto diventa un aumento delle tasse sulla casa? È esproprio”

Secondo il governatore "la prima abitazione è un tassello fondamentale del welfare famigliare" e aumentare le tasse sarebbe "una follia"

Pubblicato:22-09-2021 14:29
Ultimo aggiornamento:22-09-2021 14:29

luca zaia
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VENEZIA – La riforma del catasto non si può trasformare in un aumento della tassazione sulle abitazioni di proprietà perché “tassare le abitazioni di proprietà più di quanto non si faccia ora è davvero una follia“. Questa la posizione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, in merito alle ipotesi che circolano in queste ore sulla riforma del catasto.

Il risparmio degli italiani, di cui la casa rappresenta una parte rilevante, è stato nei lunghi mesi del Covid-19 uno dei pochi baluardi che tanti italiani potevano opporre alla disoccupazione e al depauperamento del reddito disponibile. Adesso si parla addirittura di aggravare la tassazione sulle prime case: no, non ci possiamo permettere di massacrare questa che è diventata una delle strutture portanti del welfare familiare“, sostiene Zaia.

Il 75% degli italiani ha l’abitazione principale di proprietà. Per acquistarla ha pagato, variabilmente, Iva e imposte di registro, ipotecarie e catastali. Per viverci, invece, paga annualmente Irpef o cedolare secca, Imu, Tari e altri piccoli e grandi balzelli che la fantasia impositrice dei Governi ha istituito a tutela dei mille sprechi della pubblica amministrazione”, sottolinea il presidente del Veneto. “Ora si parla di riforma del catasto, che di per sé sarebbe anche una brillante idea, non fosse che al riordino è sotteso un rincaro fiscale che, nel caso dell’Imu sulla seconda casa, può arrivare oltre il 100% e, nel caso del calcolo Isee sulla prima casa, può sfiorare addirittura 250%. È il caso, senza andar troppo lontani, di un capoluogo veneto… Più che una riforma la definirei un esproprio“.


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