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Marziale: “Poma è un assassino, ma la società è incapace di prevenire”

Il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori critico verso chi riversa odio sui social all'indirizzo dell'uomo che ha ucciso suo figlio e poi si è suicidato

Pubblicato:22-09-2020 11:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:55
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ROMA – “È una società che non capisce che c’è un disagio psicosociale che arma la mano di molte persone, che invece di fare prevenzione risponde con il linguaggio d’odio. Certo che sono turbato per la morte del bambino, nel mio post non ho difeso il padre rispetto al bambino. Ho solo detto che la violenza produce violenza, che mi dà fastidio nei confronti di chiunque. Non accetto che la gente vada sulla bacheca di uno che è morto a scrivere ‘Bastardo, lurido’. Anche il mio linguaggio è stato antitetico, è vero. Però non ho retto perché conosco la depressione faccia a faccia”. Spiega così all’agenzia di stampa Dire il senso del suo post su Facebook sul caso dell’infanticidio-suicidio di Rivara, il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori già Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.

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Il sociologo, in un post poi rimosso “perché non voglio che Facebook diventi il mio diario fisso”, aveva definito “gente disgraziata”, “gente senza un minimo di dignità”, gli utenti che che sul social hanno lanciato in queste ore commenti di insulto contro l’operaio 47enne Claudio Baima Poma, che ieri ha ucciso il suo figlioletto di 11 anni a colpi di pistola e poi, con la stessa arma detenuta illegalmente, si è tolto la vita. “Gente di merda quella che con la faciloneria della stupidità connaturata si erige ad interprete dello stato d’animo di un uomo che è arrivato a tanto- si legge sul post di Marziale- Certo, la morte del piccolino fa di quest’uomo un assassino, che se fosse rimasto in vita avrei lottato personalmente perchè pagasse fino all’ultimo giorno. Ma come ci si può permettere di scrivere sul suo profilo ‘bastardo’ e altri epiteti?”.


Il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori chiarisce il senso del suo post: “Va da sè che la morte di un bambino ci rende più sensibili, è scontato che è più raccapricciante, deprecabile. Però io dico: un uomo che arriva a tanto evidentemente è un uomo sconvolto. E siccome lui i segnali li dava e siccome è pieno di gente che ha perso il lavoro, che viene lasciata e non riesce a elaborare, vuol dire che c’è una complessità sociale per cui dobbiamo strutturarci, non reagire dopo in maniera violenta. Non c’è dubbio che se avesse ammazzato il bambino e fosse rimasto in vita mi sarei speso per l’ergastolo. Ma qui giustizia non si può fare perché se l’è fatta da solo, si è ammazzato- continua- Qui c’è di mezzo una persona dichiaratamente psichiatrica da tempo, certamente assassina, ma che se non stava male probabilmente non avrebbe ucciso. Non c’è una società capace di prevenire e essere strutturata per aiutare sia chi sta male che le vittime predestinate, perché è chiaro che i bambini in queste situazioni siano i più esposti”.

Proprio sul fenomeno della violenza e dei maltrattamenti sui minori, per cui la scorsa settimana il rapporto del Cesvi ha delineato un’Italia ad alto rischio, Marziale ricorda: “A Melito Porto Salvo io mi costituii parte civile al processo contro i responsabili dello stupro di una ragazzina di 13 anni, un processo che poi abbiamo vinto. L’indomani si fece una manifestazione a Reggio Calabria in cui si rimarcò il fatto che fosse femmina, che fosse donna. Che fosse minorenne quel giorno non lo ha detto nessuno, si parlò di genere non di minore età. Questo perchè la violenza contro le donne fa più rumore della pedofilia. La giusta rivendicazione quando si tocca una donna perché non c’è quando si toccano i minori?”, chiede provocatoriamente Marziale. E torna sulla depressione, raccontando la sua esperienza personale: “In occasione della morte di mio padre, otto anni fa, ho sfiorato la depressione. Di quel periodo ricordo che tutto quello che mi succedeva intorno non mi apparteneva. Insieme al disagio psicosociale è un problema molto più diffuso di quanto noi non riusciamo a immaginare- avverte- A me piacerebbe vivere in un Paese che lo previene”.

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