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Vino, eccellenze del Lazio insieme per crescere: nasce ‘Vigne di Roma’

14 imprese eccellenti provenienti da tutti i territori della regione

Pubblicato:22-09-2017 15:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:43

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ROMA –  Da Cincinnato a Carpineti, da Cotarella a Casale del Giglio, fino a Torre in Pietra e Principe Pallavicini. Il meglio del vino del Lazio si mette insieme e dà vita a Vigne di Roma, una rete fatta di 14 imprese eccellenti provenienti da tutti i territori della regione. Obiettivo di Vigne di Roma, presentata all‘Auditorium Parco della Musica nell’ambito di Taste of Roma, è di promuovere e valorizzare il vino del Lazio a livello internazionale, ma anche sui mercati interni, promo tra tutti quello della Capitale, dove “nei ristoranti le etichette del territorio trovano ancora poco spazio”.

E allora a partire dal 2018 Vigne di Roma si presenterà con una serie di iniziative nelle più importanti manifestazioni del settore, prima tra tutte il Vinitaly, ma porterà anche i ristoratori e gli albergatori della Capitale direttamente nelle aziende, offrendo loro un aiuto per comporre una carta dei vini che finalmente tenga conto dei prodotti locali. “Questa rete nasce dalla necessità di noi produttori di unirci e promuovere nel mondo il prodotto del Lazio- spiega Marco Carpineti– Roma produce vini da oltre mille e ottocento anni e insieme vogliamo divulgare questa ricchezza”.

Un’iniziativa sinergica, insomma, che rilanci le denominazioni, ma anche i singoli brand, in un connubio vino-territorio che, attraverso la rete, diventi oggetto di mirate campagne di promozione, comunicazione e marketing, tese alla valorizzazione della produzione di qualità e dei marchi aziendali aderenti alla rete, sui principali scenari di mercato nazionali ed internazionali.


Del resto, ragiona Marta Cotarella, “essere in tanti ci offre molte più opportunità. Si è creato un bel clima di amicizia e di stima, perché sappiamo che stiamo tutti sulla stessa barca”. In effetti, le etichette di Vigne di Roma sono tutte frutto di aziende a carattere familiare, tra le più importanti realtà produttive regionali, che si caratterizzano per qualità, innovazione e vivacità.

“Si tratta di fare rete tra i produttori che più caratterizzano la qualità del Lazio- aggiunge Antonio Santarelli, patron di Casale del Giglio- e di creare attività di promozione e ricerca per far scoprire al mondo il vino del Lazio, ancora poco noto anche a casa sua. Roma è una miniera d’oro, ma siamo ancora scarsamente presenti. La cucina romana è un’istituzione e dovremmo unire queste sinergie per offrire anche ai turisti una presentazione decorosa delle nostre risorse”. Presente anche la zona del Cesanese, con il produttore Paolo Perinelli, secondo il quale Vigne di Roma “ha la caratteristica di coinvolgere tutte le zone del Lazio, non c’è una provincia rimasta indietro”.

Tra le esigenze della neonata rete, la presenza ai tavoli istituzionali, dove intende dare il proprio contributo alla definizione di progetti che possano promuovere e qualificare le produzioni vitivinicole regionali. La risposta arriva direttamente a Taste of Roma con l’amministratore unico di Arsial, Antonio Rosati, che esprime “grande soddisfazione” per la nascita di Vigne di Roma, “una straordinaria realtà che darà un passo diverso a tutto il comparto vitivinicolo del Lazio. L’agroalimentare- dice Rosati- è una delle grandi locomotive del Paese, lo scorso anno abbiamo superato la Francia in termini di quantità, ma non in termini di valore aggiunto. Cooperare per competere resta la formula vincente per promuovere le nostre eccellenze non solo fuori ma soprattutto in casa nostra, sul mercato romano”.

E a proposito di mercato romano, Rosati annuncia “a breve” la presentazione della nuova Enoteca regionale di via Frattina, recentemente ristrutturata “in modo straordinario”. Loro, i produttori di Vigne di Roma, saranno tutti presenti: Marco Carpineti, Casale del Giglio, Casale della Ioria, Castello di Torre in Pietra, Cincinnato, Consoli, Famiglia Cotarella, Federici, Donato Giangirolami, Papalino, Poggio Le Volpi, Principe Pallavicini, Tenuta Sant’Isidoro e Terre di Marfisa.

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