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Paralimpiadi, non solo Bebe Vio: da Rehm a Stutzman, ecco i magnifici sei di Tokyo

Bebe Vio, Markus Rehm, Matt Stutzman, Husnah Kukundakwe, Amalia Perez e Shoko Ota: i campioni paralimpici pronti a Tokyo 2020

Pubblicato:22-08-2021 12:23
Ultimo aggiornamento:23-08-2021 19:26

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Dal nostro inviato Mirko Gabriele Narducci

TOKYO – L’italiana Bebe Vio, il tedesco Markus Rehm, lo statunitense Matt Stutzman, la giovanissima ugandese Husnah Kukundakwe, la messicana Amalia Perez e la giapponese Shoko Ota. Sono ‘i magnifici sei’ delle Paralimpiadi di Tokyo 2020, “le nostre superstar”, come li ha definiti il responsabile della comunicazione dell’International Paralympic Committee, Craig Spence nella conferenza stampa di lancio dei Giochi andata in scena stamattina nel Main Press Centre della Capitale nipponica.

“Ho aspettato per molto tempo di essere qui e sono super eccitato, non vedo l’ora di entrare nello stadio per la cerimonia d’apertura e di cominciare le gare. Ci sono tutte le condizioni per fare bene, il cibo è ottimo e c’è una grande organizzazione”, ha detto Rehm, saltatore in lungo e velocista tre volte medaglia d’oro alle Paralimpiadi, quattro volte campione del mondo e tre volte d’Europa. E durante la conferenza stampa c’è stata anche una sorpresa: una piccola torta con una candelina da spegnere per il suo 33esimo compleanno, proprio oggi, accompagnato dall”Happy birthday to you’ di rito cantato da compagni e avversari. Il regalo perfetto? “Sono davvero in ottima forma e voglio provare ad attaccare il mio record”, ha detto in riferimento all’8,62 registrato quest’anno agli Europei in Polonia, la miglior prestazione mondiale assoluta del 2021 nel salto in lungo.


Husnah Kukundakwe viene dall’Uganda, ha 14 anni ed è una nuotatrice alla sua prima Paralimpiade, dove competerà nei 100 metri rana: “Sono molto emozionata e felice di essere qui, ancora non mi sembra vero”, le sue parole. “Mi sento molto a mio agio con la mia disabilità, guardo tutti negli occhi. I miei compagni di classe sono invidiosi perché ho saltato qualche giorno di scuola per allenarmi e perché sono qui a Tokyo per partecipare alle Paralimpiadi, ma so che sono felici per me e che faranno il tifo. Porterò loro dei regali”. Husnah era seduta tra Matt Stutzman e Bebe Vio: “Mi sembra di stare tra due star del cinema, sono emozionatissima”.

Ed è poi proprio l’arciere Usa a manifestare tutta la sua carica: argento a Londra nel 2012, stavolta Stutzman, nato senza gli arti superiori, punta all’oro: “È incredibile essere qui, Tokyo è la mia terza Paralimpiade. Tornare dopo qualche anno è bellissimo e riesco a malapena a contenere il mio entusiasmo, non vedo l’ora di iniziare. Dopo il rinvio sono ancora più emozionato, finalmente possiamo tornare a fare quello che amiamo”, ha detto.

In merito alla sua disabilità, lo statunitense ha raccontato: “Sarei voluto essere il nuovo Michael Jordan, un grande campione di basket, ma la vita mi ha messo davanti a una sfida e l’ho affrontata: all’inizio al mio esordio ai Giochi ero spaventato perché tutto il mondo ti guarda, ma amo il messaggio che viene trasmesso alle persone“.

Amalia Perez, messicana specialista nel sollevamento pesi, è invece la veterana di queste Paralimpiadi, dove ha esordito ben 21 anni fa. “I miei primi Giochi sono stati a Sydney, mi hanno aperto un mondo e gli occhi, sono molto orgogliosa di poter condividere la mia esperienza con gli altri atleti”, ha ricordato. “Non vediamo l’ora di iniziare, lo sport può aprire tante porte e portare quella speranza che è un po’ venuta a mancare dopo l’inizio della pandemia. Quella contro il virus è stata ed è una dura lotta, fino all’ultimo non sapevamo se saremmo riusciti a partire, ma ora siamo qui: siamo stati dispiaciuti per il rinvio dei Giochi lo scorso anno, ma abbiamo sentito la responsabilità di dover andare avanti. È stato uno stimolo importante, quello di non arrendersi e continuare ad allenarci in vista dell’obiettivo”. Per quanto riguarda Tokyo “le aspettative sono molto alte, sono un’atleta paralimpica da 21 anni e queste probabilmente saranno le mie ultime Paralimpiadi. Darò il mio meglio e spero che la nostra strategia funzioni, abbiamo avversari molto forti ma puntiamo al podio e vogliamo rappresentare al meglio e con orgoglio la nostra nazione. Posso battere altri record”.

La nipponica Shoko Ota rappresenterà invece il Paese ospitante nel taekwondo, disciplina all’esordio assoluto alle Paralimpiadi. “Per me è davvero speciale poter rappresentare la mia nazione durante la pandemia, sono molto onorata di essere qui. Gli allenamenti non sono stati facili negli ultimi 12 mesi, ho dovuto affrontare molte sfide per arrivare alle Paralimpiadi ma ora sono qui e sono emozionatissima: darò il mio meglio per essere la prima campionessa paralimpica di taekwondo”.

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