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L’amico di Willy al processo: “Rimasi impaurito dalla furia dei fratelli Bianchi”

Federico Zurma si trovò nel mezzo della discussione che sfociò nel brutale pestaggio di Willy Monteiro Duarte, morto a 21 anni la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro

Pubblicato:22-07-2021 11:20
Ultimo aggiornamento:22-07-2021 14:40

colleferro willy
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FROSINONE – “Vidi due sagome che mi passarono ai fianchi, velocissime, e aggredirono le persone che ci stavano separando. Uno dei due aveva una camicia bianca. Poi mi dissero che erano i fratelli Bianchi, io non li conoscevo. Iniziarono a dare calci e pugni alla gente presente, a quelli che si erano messi in mezzo tra me e Belleggia. Rimasi impietrito e impaurito. Un mio amico mi afferrò per un braccio e mi disse: ‘Questa è gente pericolosa, andiamocene'”. A parlare in aula a Frosinone davanti alla Corte d’Assise è Federico Zurma, l’amico di Willy Monteiro Duarte, il cuoco 21enne di Paliano, ucciso a calci e pugni la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro. Nel processo sono imputate quattro persone per omicidio volontario: Francesco Belleggia, presente in aula, Mario Pincarelli e i fratelli Marco e Gabriele Bianchi in videocollegamento dal carcere.

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Federico Zurma, oggi sul banco dei testimoni, è l’amico di Willy che si trovò nel mezzo della discussione iniziale poi degenerata che poi sfociò nel brutale pestaggio di Willy: “Mi girai di spalle e dopo 5 passi – ha raccontato Zurma – sentii una voce che gridava: ‘Willy è a terra’. Si era creata una folla attorno al suo corpo disteso a terra, aveva le convulsioni. Quelle persone si erano dileguate. Si era creata una folla enorme attorno al suo corpo, chi voleva dargli aria, chi cercava di soccorrerlo”, ha raccontato con voce tremolante.


Zurma rispondendo alle domande degli avvocati ha raccontato come è iniziato il parapiglia: “Belleggia aveva un braccio ingessato, dopo una prima conversazione a seguito di un apprezzamento ad una ragazza, io me ne stavo andando. Belleggia all’improvviso mi disse: ‘Perché mi fissi?’ Stavamo parlando ma lui all’improvviso mi diede un cazzotto facendomi cadere dalle scale. Persi i sensi per un attimo, mi alzai e raggiunsi di nuovo Belleggia dall’altra parte della piazza per chiedere spiegazioni. In quel punto c’era anche Pincarelli. Erano arrivati i miei amici e nel giro di pochi minuti la piazza si è riempita. C’era gente che guardava, qualcuno si era messo in mezzo. Il confronto con Belleggia è durato 5 minuti. C’è stata qualche spinta reciproca”. Poi l’arrivo dei Bianchi.

IL TESTIMONE ROSATI: “CALCI A WILLY SFERRATI CON UNA DETERMINATA TECNICA, DI CHI SA COME COLPIRE”

Willy era fermo, assolutamente passivo. Non stava facendo niente, non stava dividendo nessuno. C’erano tante persone. Non mi so spiegare perché se la siano presa con lui”. Lo ha spiegato sul banco dei testimoni Alessandro Rosati, uno dei testimoni della tragica notte a Colleferro. “Vedo arrivare i fratelli Bianchi e vedo uno dei due fratelli sferrare un calcio a Willy. Il colpo lo ha colpito frontalmente. L’ho visto cadere. Non so distinguere chi dei due ha sferrato il calcio. E in quell’istante ho chiamato Federico per invitarlo ad andare via”. Il 20enne Rosati è il fidanzato della ragazza a cui Pincarelli fece degli apprezzamenti la sera tra il 5 e il 6 settembre scorso a Colleferro. Episodio poi degenerato in lite e poco dopo nel pestaggio del cuoco 21enne di Paliano. Nel ripercorre le fasi concitate di quella serata, Rosati ha riconosciuto tutti i 4 imputati per omicidio volontario e poi a proposito del calcio sferrato a Willy ha specificato: “Si trattò di un calcio tirato da qualcuno che lo sapeva fare, con una determinata tecnica, con una determinata potenza“.

IL TESTIMONE ROMANI: “I BIANCHI SONO ARRIVATI E GABRIELE LO HA COLPITO

“Stanno arrivando i Bianchi. Le voci della folla dicevano questo. Poi ho visto la loro auto che arrivava, un suv Audi scuro. È arrivato sfrecciando da via Bruno Buozzi e ha frenato di colpo. Ho visto scendere i fratelli Bianchi, Marco e Gabriele. Gabriele è sceso di corsa e l’ho visto sferrare un calcio in petto a Willy“. Così Cristiano Romani, teste al processo in Corte d’Assise a Frosinone per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Romani, che quella sera era nel gruppo degli amici di Federico, il ragazzo coinvolto nella lite poi degenerata in tragedia. Ripercorrendo gli attimi della serata ha detto al pm: “Willy era appena arrivato e aveva salutato il suo amico Federico che poco prima stava discutendo con Belleggia. Dopo il calcio, ho visto Willy cadere in terra e poi rialzarsi e poi ho visto altri piombargli addosso, ma c’era gente davanti. Belleggia e Pincarelli erano lì vicino ai fratelli Bianchi”. Gli attimi sono concitati, in piazza Oberdan ci sono decine e decine di persone accorse per sostenere o soltanto per assistere alla lite tra Federico Zurma e Francesco Belleggia. Poi l’arrivo del suv con a bordo i fratelli Bianchi e l’aggressione. “Ho visto il suo corpo a terra – racconta il testimone in aula – Gli aggressori erano scappati tutti. Le sue gambe erano ferme, pensavo fosse svenuto. Poi ho visto qualcuno praticargli il massaggio cardiaco“.

IL TESTIMONE ROMANI: “GABRIELE BIANCHI HA SFERRATO UN CALCIO FURIOSO

“Ho visto Gabriele Bianchi sferrare un calcio furioso, potente, con la pianta del piede all’altezza dello sterno. Ha spostato la schiena indietro per prendere la rincorsa, lo slancio, caricando il movimento. Poi Willy è caduto”.

IL TESTIMONE ROMANI: “AGGRESSORI COME FALANGE, WILLY PRESO A CASO

 “All’arrivo dei Bianchi con Pincarelli e Belleggia che erano appena indietreggiati i 4 hanno avanzato come una falange. È stata un’aggressione a caso, a chiunque avessero di fronte. Willy si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato”. 

IL TESTIMONE LAROCCA: “RAGAZZO URLÒ PER FERMARE LA FURIA DEGLI AGGRESSORI

“No, no. Lui non c’entra niente, gridava Samuele”. A rivelare il particolare dell’aggressione mortale a Willy Monteiro Duarte, durante l’udienza in Corte D’Assise a Frosinone, è Matteo Larocca, testimone in aula, presente al pestaggio ai danni del 21enne di Paliano. Il teste ha riferito che durante l’aggressione a Willy, qualcuno ha provato a fermare la furia degli aggressori. “Dopo essere stato colpito con un calcio, Willy si è rialzato di scatto. Ha sbattuto sullo sportello di una macchina – ha raccontato Larocca – e poi lo hanno aggredito di nuovo, più persone. In quel momento anche un altro ragazzo che si chiama Samuele Cenciarelli, è stato colpito con un calcio alla gola e ha urlato: ‘Fermi, fermi, lui non c’entra nulla’. Poi ho visto Pincarelli salire sulla macchina dei Bianchi. Ho poi scattato due foto all’auto degli aggressori che si allontanava, ho chiamato i soccorsi e le ho consegnate ai Carabinieri”, ha aggiunto. 

 IL TESTIMONE LAROCCA: “CALCI A VITTIMA QUANDO ERA A TERRA

“Willy ha ricevuto il calcio in pieno petto da Gabriele Bianchi e cadendo ha urtato contro la portiere di un’auto, sbattendo sotto il finestrino. Gabriele Bianchi stava continuando a dare calci a Willy mentre era a terra. È stata un’azione molto violenta. Un ragazzo è anche saltato addosso al collo di Gabriele urlando: basta, basta. Anche Pincarelli, mentre Willy era a terra, gli tirava calci”. “Quello che è successo a Willy poteva succede a chiunque. Secondo me hanno picchiato lui perché era il più vicino”, ha aggiunto Larocca.

IL TESTIMONE ZEQUIRI: “LO HANNO CIRCONDATO MENTRE ERA TERRA E PICCHIATO

 “Willy era a terra, lo hanno circondato. Non so dire chi erano con precisione, ma intorno a lui c’erano 3 o 4 persone. È stata un’aggressione velocissima. Ho visto Willy a terra, boccheggiava come un pesce. Lo hanno colpito con pugni e calci”. Così il testimone, Jorghe Zequiri, durante la sua testimonianza nel processo per la morte di Willy Monteiro Duarte

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