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Coronavirus, nel bolognese contagi in quasi un quarto delle strutture per anziani

Gli ospiti contagiati sono 833, di cui oltre la metà (429) nell'area della città di Bologna

Pubblicato:22-07-2020 13:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:40
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BOLOGNA – Sono 56 su 228, pari al 24,6% del totale, le strutture residenziali per anziani del territorio coperto dall’Ausl di Bologna (che non comprende, dunque, l’imolese) in cui almeno un ospite o un operatore è risultato positivo al coronavirus. Questi i dati, aggiornati all’1 luglio, emersi dall’indagine dell’Azienda sanitaria bolognese sull’attività della task force aziendale e di quelle distrettuali e presentati oggi in Città metropolitana.

Nel dettaglio, gli ospiti contagiati sono 833, di cui oltre la metà (429) nell’area della città di Bologna. Di questi, all’1 luglio nove erano ricoverati in ospedale, 49 in isolamento nelle strutture e 508 guariti, mentre 267 (numero pari al 3,79% dei 7.044 posti letto totali) purtroppo sono morti. Nessun decesso, invece, tra i 213 operatori contagiati, di cui 156 sono guariti e 57 erano isolati a domicilio all’inizio del mese. Numeri più contenuti per quanto riguarda le 52 strutture per disabili, sette delle quali (dunque il 13,5% del totale) hanno fatto registrare almeno un contagiato. Gli ospiti positivi, infatti, sono stati 40 (pari allo 0,22% dei 452 posti letto), 30 dei quali sono già guariti. Altri sette sono isolati in struttura e due sono ricoverati in ospedale, mentre solo uno è deceduto.

Degli 11 operatori risultati positivi, infine, tre sono in isolamento a casa e otto sono guariti. Per quanto riguarda l’attività delle task force, tra marzo e maggio sono state visitate 267 strutture, con 342 sopralluoghi, e in 1.322 hanno partecipato alle attività formative che sono state svolte. E anche se, spiega Monica Minelli dell’Ausl, “sono state rilevate delle criticità, in generale c’è stata una buona collaborazione tra strutture e task force”. Task force che, conclude, “verranno mantenute attive”, così come si cercherà di “assicurare continuità ai percorsi di formazione”.


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