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Mario Biondi e Big band Esercito italiano sabato in concerto a Latina

Parte del ricavato sarà devoluto al progetto ABLE + di 'Afron- Oncologia per l’Africa Onlus' che si occupa di prevenzione e cura dei tumori infantili e femminili in Africa

Pubblicato:22-07-2020 13:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:40

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ROMA – E’ tutto pronto per il concerto di sabato 25 luglio che vedrà insieme sul palco Mario Biondi, Pino Jodice, Fabrizio Bosso e la Big Band della Banda dell’Esercito Italiano in un Tributo ad Al Jarreau e nato da un’idea del compositore e arrangiatore Pino Jodice.

L’evento, che si terrà a Latina alle 21.30 nell’impianto del Campo CONI, rientra nella settima edizione de ‘I Salotti Musicali – Summer Festival’ ed è stavolta organizzato con il contributo della Fondazione Varaldo Di Pietro e dell’Associazione Culturale Eleomai di Latina. Parte del ricavato, come è stato dichiarato dagli organizzatori nella conferenza stampa di presentazione che si è tenuta questa mattina a Latina nella cornice del centralissimo Circolo Cittadino, sarà devoluto al progetto ABLE + di ‘Afron- Oncologia per l’Africa Onlus’ che si occupa di prevenzione e cura dei tumori infantili e femminili in Africa.

A raccontare i progetti in corso e di qualche stop forzato causato dalla pandemia ma superato, grazie alla collaborazione con le autorità e partner locali, è Titti Andriani, presidente di Afron e nominata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.


 

– E’ partito il conto alla rovescia per il concerto che vede a Latina Mario Biondi e tanti altri artisti, con i proventi devoluti, in parte, ad Afron. Presidente, di cosa si occupa l’associazione e questa raccolta fondi cosa finanzierà?

“Afron è una Onlus nata nel 2010 allo scopo di prevenire e curare i tumori nelle popolazioni africane. In particolare si occupa di donne e bambini e questo concerto, i cui proventi in parte saranno devoluti ad Afron, saranno destinati al progetto ABLE (Awareness for Burkitt’s Lymphoma Eradication) già in corso da un paio di anni in Uganda. Noi operiamo sul territorio in collaborazione con il Lacor Hospital che è un ospedale del Nord Uganda, una zona in cui si rileva un’altissima concentrazione di tumori infantili. In particolare il linfoma di Burkitt che è uno dei tumori più diffuso tra i bambini ma fortunatamente curabile se diagnosticato precocemente. Infatti con circa sei cicli di chemioterapia si arriva ad un tasso di guarigione dell’80%. Il nostro progetto è dunque volto anche alla sensibilizzazione, all’informazione, al riconoscimento dei sintomi della malattia, alla cura e al follow up nonché al supporto psico-sociale di questi piccoli pazienti”.

– Un evento pubblico come questo può aiutare a dare maggiore voce ad Afron?

“Sicuramente sì. Si può dar voce non solo ad Afron ma accendere una luce sull’emergenza sanitaria di cui ci occupiamo ma di cui si parla poco. Purtroppo spesso si pensa che il cancro sia una malattia destinata solo ai Paesi ricchi, invece non è così: il cancro purtroppo non fa discriminazione e colpisce tutte le popolazioni. Anche in Africa si registra un’alta incidenza di tumori, per questo speriamo sempre di sollevare l’attenzione del pubblico affinché ci sia una maggiore sensibilizzazione al problema e sostegno per portare avanti questa nostra battaglia”.

– L’emergenza Covid ha paralizzato il mondo intero, anche i vostri progetti sanitari per curare il cancro in Africa sono bloccati? In attesa di una piena ripartenza, il rischio è di giungere a diagnosi tardive con relativi esiti negativi in termini di cure e sopravvivenza?

“Sì, il rischio è altissimo. Anche in Uganda c’è stato il lockdown ed è tutt’ora in corso. Molte delle nostre attività a un certo punto si sono fermate però sono state poste in essere delle contromisure grazie ai nostri partner locali che sono efficienti come le Ong e gli ospedali locali. Siamo riusciti nonostante tutto a mandare avanti i nostri progetti adottando delle misure precauzionali. Si è verificato il blocco dei trasporti, però, che ha causato l’impossibilità per molte famiglie di accompagnare i piccoli pazienti in ospedale per potersi sottoporre a chemioterapia. In ogni caso siamo riusciti ad ottenere dei permessi con il governo per poter circolare. Abbiamo inoltre affittato un’autoambulanza che privatamente ha consentito di prendere i bambini direttamente a casa e portarli in ospedale a fare la chemio e poi portarli nuovamente al proprio domicilio. La settimana scorsa è partito un altro progetto di supporto psicologico dedicato alle pazienti affette da cancro. A sostenerci sono proprio le donne sopravvissute al tumore, che hanno deciso di diventare councelor all’interno del nostro corso di formazione. Queste donne hanno dato vita ad un corso con l’obiettivo di diffondere le norme igieniche e le procedure da adottare per prevenire l’infezione da Covid-19, tese a salvaguardare soprattutto i pazienti oncologici più fragili. Come in tutte le parti del mondo, anche in quei territori l’emergenza sanitaria è stata avvertita fortemente senza però fermare le attività ma sono state trovate delle soluzioni alternative. Vorrei ringraziare moltissimo gli organizzatori del concerto, in particolare la Fondazione Varaldo Di Pietro, l’Associazione culturale Eleomai per aver deciso di offrire questa parte del ricavato ad Afron e che per noi e i nostri bambini sarà molto preziosa. Grazie anche a Mario Biondi, che canterà per noi, e alla banda dell’Esercito. Peraltro questa presenza mi lusinga molto visto che sono figlia di un ufficiale.

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