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Report del Consiglio grande e generale del 21 luglio – Seduta del pomeriggio

Nella seduta pomeridiana il Consiglio Grande e Generale licenzia con l'approvazione a larga maggioranza due Progetti di legge

Pubblicato:22-07-2016 15:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:55

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Nella seduta pomeridiana il Consiglio Grande e Generale licenzia con l’approvazione a larga maggioranza due Progetti di legge presentati in seconda lettura in materia sanitaria dal segretario di Stato Francesco Mussoni. Il primo è il Progetto di legge “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte”, approvato con 26 voti a favore, 1 contrario e 8 astenuto, il secondo è “Norme a tutela dei soggetti affetti da malattia celiaca” che registra 27 voti a favore, 0 contrari e 6 astenuti.
All’avvio della seduta, prosegue l’esame delle Istanze d’Arengo: su tre istanze solo una viene approvata, con consenso unanime, la n.13, “per l’ampliamento e l’adeguamento dell’attuale plesso della Scuola d’Infanzia nel Castello di Domagnano, inclusi in particolare l’area parcheggio ed i servizi igienici”. Mentre è respinta con 30 voti contrari, 12 favorevoli e 4 astenuti l’Istanza d’Arengo n.5 “Per la ricerca della compatibilità tra un sistema IVA per imprese volte al mercato esterno ed un sistema monofase rispettoso delle imprese al dettaglio ed alla tutela del consumo in territorio”. Infine rigettata all’unanimità l’Istanza d’Arengo n.12 “Perché i pasti destinati ai detenuti nel carcere dei Cappuccini siano forniti tramite il servizio mensa, con previsione di un obbligo contributivo a carico dei detenuti per le spese di vitto e alloggio e perché sia prevista la devoluzione in favore della Caritas dei risparmi in tal modo conseguiti affinché li impieghi a sostegno dei soggetti bisognosi”.
L’Aula inizia anche ad affrontare l’ultimo progetto di legge in seconda lettura all’ordine del giorno, la riforma del corpo diplomatico e consolare, presentato dal segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, ma i lavori consiliari si interrompono alle repliche del relativo dibattito e il comma 31 viene sospeso. L’esame dell’articolato sarà ripreso nel Consiglio Grande e Generale di Settembre.
I lavori si concludono con la riapertura del comma 3, con la presa d’atto della graduatoria dei concorsi per il reclutamento di un uditore commissariale- da cui risulta vincitore Elia Zaghini- e di 1 Procuratore del Fisco, cui risulta vincitore Giorgia Ugolini.

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 28 – Istanze d’Arengo


Istanza d’Arengo n.5 “Per la ricerca della compatibilità tra un sistema IVA per imprese volte al mercato esterno (import/export) ed un sistema monofase rispettoso delle imprese al dettaglio ed alla tutela del consumo in territorio”/ Respinta con 30 voti contrari, 12 favorevoli e 4 astenuti.

Massimo Cenci, Ns
Gli imprenditori del Polo del lusso hanno riconosciuto che oggi investire nel commercio a San Marino è conveniente. Non cambiate le condizioni, se lo farete rimettiamoci al tavolo, hanno detto. Ciò che chiede l’Istanza non è diverso, nel principio, da quanto chiesto dagli imprenditori del Polo. Padoan ha dichiarato di dover rivedere l’attuazione del proprio sistema Iva a seguito di un confronto con il Fondo monetario internazionale. Per il settore industriale è fondamentale entrare nel circuito Iva. E’ anche vero che tutti gli altri hanno esigenze diverse. Non mi trova d’accordo la conclusione dell’Istanza d’Arengo. Si dà una soluzione finale mentre una via si sta ancora cercando. Non mi sento di dare un parere favorevole all’Istanza. Ma in quanto all’oggetto noi ci siamo e ci saremo.

Guerrino Zanotti, Psd
Dopo più di 3 anni e mezzo di legislatura non si è potuto purtroppo concretizzare un percorso che si era avviato a fine 2013 con un impianto legislativo che è rimasto fino a oggi lettera morta. L’empasse è dovuto forse alla distanza che c’è sull’idea di arrivare a una riforma del sistema di imposte indirette nella maggioranza. Rete e Pdcs sono vicini nel dire che non è il momento di procedere con la riforma. Il Psd riconosce che il sistema potrebbe rendere le nostre attività commerciali meno competitive e creare forse un effetto inflazione che vogliamo scongiurare. Ma non è rinviando il problema che si danno risposte al Paese. Sarà importante la fase transitoria di introduzione del sistema. Accogliere l’Istanza vorrebbe dire mettere paletti precisi a una riforma che va ancora costruita e sulla quale c’è disponibilità di dialogo.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs
Non vedo l’urgenza di questo passaggio, nessun organismo europeo l’ha richiesto. L’introduzione dell’Iva agevolerà il dialogo, soprattuto per il settore industria. Non diminuirà la burocrazia. Sul non aumento della pressione fiscale non è mai stato mostrato nulla. L’Iva è l’imposta più evasa a livello Europeo. Il passaggio all’Iva potrebbe deprimere i consumi.

Giancarlo Capicchioni, segretario di Stato alle Finanze
In questi ultimi tempi i dati e le informazioni necessarie per approfondire questa importante riforma, che è necessaria al Paese, sono stati forniti ampiamente. Ci si è confrontati fra forze politiche, con le associazioni economiche e forze sociali. Il problema non è sulla norma ma sull’applicazione della legge. Parliamo di aliquote e di franchigie, di gradualità di applicazione. Ci sono settori dove potrebbe essere necessario confrontarci sull’applicazione delle franchigie, che permettono di adottare il sistema Iva con maggiore tranquillità, senza penalizzare la loro attività. Il problema sull’adottare la riforma o meno è di natura prettamente politica. Il sistema misto non andrebbe incontro allo snellimento delle procedure e alla semplificazione. Se vogliamo complicare al massimo le cose dobbiamo adottare il sistema misto. L’introduzione di un sistema Iva non complica le procedure amministrative da parte degli operatori economici. Per come formulata, l’Istanza va rigettata. Il discorso sulle imposte indirette è rinviato di poco tempo.

Comma 29. Progetto di legge “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte” (II lettura)/ Approvato con 26 voti a favore, 1 contrario e 8 astenuti

Roberto Venturini, Pcs, relatore unico
Il Progetto di Legge “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte” è stato esaminato dalla competente Commissione Consiliare Permanente Igiene e Sanità, Previdenza e Sicurezza Sociale, Politiche Sociali, Sport, Territorio, Ambiente e Agricoltura nella seduta del 9 Giugno. Il Segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, in apertura dei lavori ha dato lettura della relazione accompagnatoria al Progetto di Legge. Si è passati quindi all’esame dell’articolato senza che siano stati presentati emendamenti o modifiche rispetto al testo approvato in prima lettura. Essendo questa una materia molto tecnica e dovendosi sviluppare secondo criteri internazionalmente riconosciuti non è possibile disporre di tanto margine per eventuali modifiche. Alla stesura della legge che oggi viene sottoposta alla valutazione del Consiglio Grande e Generale hanno collaborato diversi professionisti medici del reparto di Anestesia e Rianimazione e del Pronto Soccorso in collaborazione con l’Authority Sanitaria e l’Avvocatura dello Stato. Importanti suggerimenti sono stati infine forniti dal Comitato Sammarinese di Bioetica. Questo progetto di legge si rende innanzitutto necessario per aggiornare la definizione di morte in ragione dell’evoluzione delle conoscenze e delle strumentazioni biomedico­ tecnologiche. Da un criterio di “morte cardiaca” caratterizzato dalla cessazione irreversibile della funzione circolatoria-respiratoria, si è passati al criterio di “morte cerebrale o encefalica” che prende in considerazione la cessazione irreversibile e definitiva della completa funzione del cervello e del tronco cerebrale. L’accertamento e la certificazione della morte nella Repubblica di San Marino sono ferme ad un Regolamento di Polizia Mortuaria risalente al 1910. Questo testo di legge, oltre a colmare definitivamente il vuoto legislativo sammarinese in materia, ha anche la funzione di gettare le basi per una prossima legge in tema di trapianto e donazione di organi e tessuti. Queste due leggi sono inevitabilmente connesse tra loro.
Infatti senza una chiara e certa definizione di morte encefalica o cerebrale non è assolutamente possibile intraprendere il percorso del prelievo di organi, come si usa dire, a cuore battente.
Su questi temi si è sviluppato in questi ultimi anni a livello internazionale un ampio dibattito che affronta importanti aspetti etici e deontologici. Con questo Progetto di Legge si vanno a istituire due figure nuove per il nostro ordinamento: il Collegio medico e il Medico necroscopo. Entrambe le figure rivestono un ruolo determinante nel percorso dell’accertamento della morte. L’accertamento della morte è cosa diversa dalla constatazione di morte che spetta al Medico curante o al Medico ospedaliero. Concludo auspicando che il Progetto di Legge in esame, vista l’alta valenza etica ed essendo inoltre passaggio indispensabile per dotare il nostro paese di un testo normativo in materia di donazione di organi e tessuti umani, possa essere approvato con la più vasta maggioranza possibile dell’aula Consigliare.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità
Sottolineo la ferma volontà istituzionale di procedere alla revisione del regolamento del 1910 che era di fatto obsoleto e non consentiva donazione e trapianto di organi e aveva una definizione morte superata. E’ un passo avanti di civiltà per il nostro Paese che si allinea alle migliori pratiche internazionali. Secondo aspetto è quello di tutela della cittadinanza, si responsabilizzano i medici e si tutela la cittadinanza nei casi di decessi incerti. Terzo aspetto significativo è l’identificazione di un organismo collegiale che possa adattare le procedure ai casi che si presenteranno. I passi successivi saranno quelli di creare protocolli per donazione e trapianto organi. Si rafforza così la solidarietà che diventerà attuabile dopo l’approvazione di questa legge.

Elena Tonnini, Rete
Sicuramente il progetto mette mano ad un ambito della sanità che trascina strascichi che derivano da norme antiquate. Oltre ad aggiornare definizione di morte e stabilire standard per l’accertamento, va a porre le basi per superare quei limiti che anche oggi non permettono la donazione organi dopo la morte. Oggi chi compie questa scelta deve appoggiarsi a strutture esterne. L’idea di base ci trova concordi, poi vedremo l’evolversi della normativa, la sua applicazione. Per questo motivo ci asterremo nella votazione.

Marco Podeschi, Upr
Con l’approvazione di questo Pdl si va a normare un settore con connotazioni etiche importanti, sicuramente andava normato, il punto nodale è che quando si parla di donazione organi è un tema che nei paesi europei ed extra europei ha una prassi decennale, San Marino è rimasto decisamente indietro. Ci sono poi implicazioni sanitarie, il tema è sicuramente importante. Guardiamo con attenzione a questo Pdl

Franco Santi, C10

Mi unisco a coloro che hanno commentato con positività l’arrivo di questo Pdl in seconda lettura. Quando si rinnova una normativa che ha più di cento anni è sicuramente positivo, ci riallinea a livello internazionale. Sul testo di legge non c’è molto da dire, è molto tecnico. Come in Commissione il nostro movimento si asterrà al momento del voto.

Francesca Michelotti, Su
E’ un progetto di legge eminentemente tecnico ma di fortissimo spessore etico. C’è poco da aggiungere alla relazione del consigliere Venturini. Ci tengo a sottolineare un aspetto: un approfondimento e una riflessione potrebbe essere fatta sull’aspetto delle sale mortuarie che rendono triste ciò che è già tristissimo per cui una ristrutturazione sarebbe auspicabile.

Francesco Morganti, segretario di Stato
Raccolgo invito del consigliere Michelotti di rendere più accoglienti nostre stanze mortuarie. Mi assumo questo aspetto ulteriore, di corollario ma importante.

Comma 30. Progetto di legge “Norme a tutela dei soggetti affetti da malattia celiaca” (II lettura)/Approvato con 27 voti a favore, 0 contrari e 6 astenuti

Filippo Tamagnini, Pdcs, relatore unico
Nella giornata di giovedì 9 giugno 2016 si è svolta la seduta della Commissione IV che, fra gli altri punti all’Ordine del Giorno, ha esaminato in sede referente il Progetto di Legge “Norme a tutela dei soggetti affetti da malattia celiaca”, presentato dalla Segreteria di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale il 10 marzo 2016 ed esaminata in prima lettura nella seduta del Consiglio Grande e Generale del 2 maggio 2016. Come certo si ricorderà, il Progetto di Legge nasce dall’approvazione dell’istanza n. 3 dell’Arengo del 5 ottobre 2014: a norma dell’art.7 della legge 24 maggio 1995 n.72 “Regolamentazione dell’esercizio del diritto di petizione popolare mediante istanza d’Arengo” l’approvazione di un’istanza d’Arengo comporta, per il Congresso di Stato, l’impegno ad operare in modo corrispondente al fine di realizzare la volontà espressa al riguardo dal Consiglio Grande e Generale; a tal scopo la Segreteria competente ha provveduto, attraverso l’adozione della delibera di Congresso di Stato n. 45 del 17 novembre 2015, a nominare una Commissione di studio con il compito di predisporre il Progetto di Legge che recepisse quanto proposto dall’istanza d’Arengo. Nel corso dell’esame del Progetto in prima lettura, diverse considerazioni sono state indirizzate a commentare la necessità di tale legge, al fine di ampliare il più pOSSibile la consapevolezza delle conseguenze sociali della malattia celiaca e di risolvere le diverse problematiche legate alle procedure di distribuzione degli alimenti privi di glutine, ora garantita dal Servizio Farmaceutico. Il Progetto di Legge è stato così avviato all’esame della competente Commissione Consiliare in un sostanziale e diffuso giudizio positivo da parte dell’Aula Consiliare.
La Commissione IV ha svolto il proprio compito in sede referente confermando il giudizio emerso in Consiglio Grande e Generale: dopo una breve introduzione si è passati infatti all’esame dell’articolato, che ha recepito tre emendamenti proposti dalla Segreteria di Stato proponente, redatti sulla base di quanto ascoltato nel corso della prima lettura e dal confronto con l’Associazione che della malattia celiaca si occupa ormai da molti anni; approvato il Progetto di Legge a maggioranza, la Commissione ha provveduto a nominare chi vi sta relazionando quale Commissario delegato alla stesura della relazione da inviare al Consiglio Grande e Generale per l’esame del Progetto di legge in seconda lettura. Eccellenze, signori Segretari di Stato, colleghi Consiglieri,
nella speranza di aver utilmente svolto il compito assegnatomi dalla Commissione IV, chiedo all’Aula l’esame dell’articolato del presente Progetto di legge e la sua successiva approvazione.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità
Il Pdl è frutto di un lavoro che nasce in tandem con l’Associazione sammarinese celiaci e a seguito dell’ approvazione a larga maggioranza dell’Istanza d’Arengo del 17 marzo 2015. Come governo, maggioranza e forze politiche abbiamo avviato un confronto tecnico molto forte per dare una risposta significativa a chi ha questa malattia. Ci sono 170 pazienti assistiti nel nostro Paese e il dato è in via di aumento. La si riconosce a malattia di natura sociale. Altro obiettivo è estendere la vendita di alimentazione per celiaci anche ad esercizi pubblici, vi è precisa linea di applicare linee guida anche in questi settori per fare in modo vi sia un supporto forte per chi ha queste malattie. Ad oggi vi è il servizio farmaceutico che fa il possibile per la fornitura di prodotti per celiaci, supportando l’attività del nostro servizio sanitario. Questa legge dà la possibilità di sostenere economicamente il celiaco e la famiglia con una spesa procapite annua che il celiaco potrà spendere nelle nostre farmacie o in esercizi convenzionati. Si rende così un servizio più capillare nel Paese con il supporto dello Stato. E’ un passaggio significativo che tutta l’Aula consiliare ha fortemente voluto in Commissione. E’ un bel passaggio di esercizio delle nostre istituzioni che attraverso l’istanza riconoscono una richiesta dei cittadini.

Roberto Venturini, Pdcs
Non ci sono problemi solo fisici per questa malattia, ma anche sul piano sociale, se pensiamo al disagio per soggetti, soprattutto giovani. L’unica maniera per non avere i sintomi di questa malattia è privarsi di un’alimentazione a base di glutine e il disagio si capisce che è quotidiano. E’ una legge che non ci trova impreparati, già nelle mense scolastiche si esercitava una preparazione, bisogna fare lo sforzo perché avvenga anche in mense pubbliche.

Guerrino Zanotti, Psd
La legge è un passaggio necessario per riconoscere la celiachia come malattia sociale, è fondamentale per poter attuare iniziative per integrare chi ne è portatore a livello sociale. L’Iss è già attivo da tempo per la sua prevenzione. Il piano sanitario già detta i macro interventi che vanno fatti nel triennio 2015-2017, si chiede di procedere alla formazione del personale medico, di procedere alla redazione di uno standard di comportamenti per la diagnosi precoce della malattia. La legge fa propri questi principi. Unico dubbio che mi resta è articolo che indica che sia congresso a stilare le norme di regolamento, immagino lo faccia su input dell’Authority o dell’Iss.

Elena Tonnini, Rete
Questa legge contiene principi condivisibili e ampia la gamma di prodotti per celiaci, come è valida nella definizione di malattia della celiachia che la normativa europea ha invece declassato a mera intolleranza alimentare, eliminando il contributo dei prodotti. C’è chi diceva che qui si fa lo screening a sei anni, non mi risulta. Anzi, nel momento in cui è stata tolta la Medicina scolastica, questo non si fa più, anche se sarebbe fondamentale reintrodurla. Si è intervenuti sul tetto massimo, il nostro movimento si asterrà su questa legge, siamo curiosi di vedere poi per le varie realtà sammarinesi i vari impatti. Crediamo si vada in una direzione positiva. Oltre questa legge sarebbe importante valorizzare e aumentare elementi di prevenzione.

Franco Santi, C10
E’ un buon progetto di legge che mette ordine alla materia e dà risposte diverse alla definizione e gestione di questa importante e delicata situazione che riguarda diverse famiglie a San Marin., Speriamo possa diventare normalità essere una comunità che accolga in modo efficace chi vive questa problematica

Toni Margiotta, Su
Anche noi vediamo in modo positivo questo Pdl, andiamo a normare una situazione complicata per chi la vive. E’ importantissimo ed è stato inserito il diritto alla formazione dei docenti e degli operatori di ristoranti ed alberghi.

Paolo Crescentini, Ps
Ringraziamo chi ha portato l’istanza approvata in Aula che ha portato a questo provvedimento il Ps darà voto favorevole perché si va a disciplinare una materia importante a supporto di chi vive la celiachia. E’ input importante da cui partire, poi il contributo potrà essere, mi auguro, anche incrementato.

Enrico Carattoni, Psd
Finalmente anche su questa malattia c’è una sensibilità importante e ha condizionato in positivo l’orientamento del legislatore. Questo Pdl nasce infatti dall’istanza e dal pressing di associazioni. Questa malattia e il suo accertamento è in continua crescita grazia all’attività di screening.

Lorella Stefanelli, Pdcs
Il progetto di legge è stato migliorato in Commissione, avevo suggerito di non addivenire alla differenziazione di contributo a seconda che fosse per maschio o femmina Mi compiaccio che nella tabella relativa sia stato parificato il contributo indipendentemente dal sesso. Altri aspetti positivi sono stati enunciati, sottolineo poi l’importanza della prevenzione, a auspico la reintroduzione dello screening per i ragazzi. Voglio concludere riconfermando orientamento favorevole del gruppo Pdcs.

Francesco Mussoni, segretario di Stato
Più prevenzione, attività e presenza dei servizi sanitari per questa malattia sociale. Accolgo l’invito di reintrodurre tutta una serie di analisi e percorsi di diagnosi precoce che da alcuni anni sono stati interrotti. In Commissione abbiamo voluto dare un messaggio di uguaglianza di uomo e donna malgrado le distinzioni dei parametri internazionali riconosciuti.

Roberto Venturini, Pdcs
Ringrazio chi mi ha fatto notare che lo screening da qualche anno non viene più effettuato, anche io chiedo come altri consiglieri che venga ripristinato questo servizio apprezzato da tutti i genitori. La diagnosi prima viene posta, più le complicazioni saranno annullate.

Comma 31. Progetto di Legge “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino (II Lettura).

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs, relatore unico
La presentazione di un progetto di legge sulla regolamentazione del servIzIo diplomatico deriva da quanto previsto nella legge 5 dicembre 2011 n.188 sulla riforma dell’amministrazione pubblica, che prevede infatti la revisione delle correnti norme speciali che regolamentano la carriera diplomatica. Il progetto è stato concepito tenendo presenti due obiettivi principali: integrare in un unico strumento e armonizzare le due tipologie di norme che fino ad oggi hanno separatamente regolamentato il servizio diplomatico, ovvero la carriera diplomatica e le sedi all’estero, e regolamentare aspetti che erano esclusi dalle precedenti normative e aggiornare quelli già presenti. Esso presenta novità sostanziali rispetto alle due precedenti leggi, che lo rendono più completo e rigoroso; i principali elementi di novità sono:

La definizione dello status giuridico dei funzionari della carriera diplomatica e dei dirigenti del Dipartimento Affari Esteri, anche nei confronti dell’Amministrazione Pubblica;
La miglior definizione dei requisiti per l’ingresso nella carriera diplomatica;

La definizione della modalità di avanzamento nella carriera diplomatica, che tiene conto, oltre agli anni di servizio, anche della disponibilità di posizioni nella struttura del dipartimento, dell’attività svolta presso le sedi all’estero e della valutazione del servizio svolto e della professionalità acquisita;

L’aggiunta di un grado di carriera, che così passano da 4 a 5;
La previsione di attività di formazione per i funzionari della carriera diplomatica L’introduzione di norme di disciplina e relative sanzioni;
L’integrazione delle funzioni delle direzioni del Dipartimento Esteri e del Direttore di Dipartimento a quelle previste dalla legge 188/2011;
L’introduzione della categoria delle sedi diplomatiche strategiche;
Più dettagliati criteri per la nomina e revoca di Agenti Diplomatici e Consolari non appartenenti alla carriera diplomatica;
L’introduzione della fattispecie diplomatica dell’Inviato Straordinario al posto di quella di Agente Diplomatico a disposizione;
L’introduzione di disposizioni relative all’assegnazione di funzionari della carriera diplomatica presso una sede all’estero, che includono: la durata degli incarichi come residenti o non residenti, il calcolo della retribuzione di sede, le spese di alloggio, di trasloco, di viaggio, quelle sanitarie e scolastiche (Allegato B)
La ridefinizione dei gradi di accredito diplomatico e consolare (Allegato C);

Le norme transitorie che includono i criteri di entrata in carriera diplomatica dei funzionari attualmente in forza al Dipartimento Affari Esteri e alle sedi all’estero.

Rispetto al testo presentato in prima lettura, sono stati proposti in Commissione numerosi emendamenti da parte del Governo e dei partiti della maggioranza e dell’opposizione, che in buona parte sono stati approvati in tale sede. Gli emendamenti – approvati – presentati dal Governo includono:

L’introduzione dell’aspettativa per i funzionari diplomatici in caso di incarico a tempo determinato presso organizzazioni o organi internazionali L’obbligatorietà di aver effettuato un periodo di servizio all’estero per il raggiungimento del grado diplomatico dì Ministro Plenipotenziario L’introduzione di un organigramma (Allegato D) del Dipartimento Affari Esteri allo scopo di definire la dotazione di personale diplomatico delle direzioni del Dipartimento e delle sedi all’estero;

La possibilità di incarico dirigenziale limitato ai funzionari con il grado diplomatico di Consigliere d’Ambasciata, Ministro Plenipotenziario o Ambasciatore;
La definizione delle attuali 6 sedi strategiche nell’Allegato E;

L’introduzione del gradimento da parte della Commissione Affari Esteri per la nomina di Agenti Diplomatici e Consolari non appartenenti alla carriera diplomatica;
L’aumento della durata massima di un incarico come residente presso una sede all’estero da 4 a 6 anni;

L’identificazione delle attuali sedi strategiche in un apposito allegato;

L’emendamento – approvato – presentato dalla maggioranza riguarda la norma transitoria per l’ingresso nella carriera diplomatica dei funzionari attualmente Capi Missione in sedi strategiche e, in particolare, il grado da attribuire agli stessi.

Gli emendamenti – approvati – presentati dall’opposizione includono:

• L’innalzamento dell’età massima per l’entrata in carriera diplomatica da 40 a 45 anni

• L’aggiunta, tra le funzioni della Direzione degli Affari Economici, della collaborazione con le autorità nazionali competenti in materia finanziaria

• L’innalzamento del limite d’età per il rinnovo dell’incarico diplomatico o consolare da 70 a 80 anni

La Commissione Affari Esteri ha invece respinto alcuni emendamenti considerati ininfluenti, non attinenti, in contrasto con lo spirito del progetto di legge o di problematica attuazione. La seduta della Commissione si è svolta in un clima costruttivo e di collaborazione, con la consapevolezza della necessità di pervenire a uno strumento normativo più razionale pOSSibile e di portare a compimento la riforma prevista della legge sulla riforma dell’amministrazione pubblica. La maggioranza chiede pertanto al Consiglio Grande e Generale di approvare Il progetto di legge sulla regolamentazione del servizio diplomatico come emendato in sede di Commissione Affari Esteri.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri
E’ stato utile e costruttivo l’apporto delle forze di opposizione per precisare alcuni aspetti. Mi limito a sottolineare l’importanza della funzione diplomatica che la legge mira a regolamentare ulteriormente, si per ia funzionari di carriera diplomatica in senso stretto, sia per gli agenti non appartenenti alla carriera diplomatica. E’ un settore chiave per il nostro Paese in questo momento- con la crescita delle relazioni internazionali e con il percorso avviato di associazione con l’Ue- e diventa vitale dotare lo Stato di un numero di risorse significative che associano competenze specifiche del Paese e quelle che derivano dalla relazione con altri Stati, non solo per fare accordi e convenzioni, ma per fare in modo che a quei trattati segua l’effettività dell’amministrazione pubblica e privata. Non risolve tutti i problemi e non sarà esaustiva in tutti gli aspetti, ma questa legge rappresenta un passo significativo per dare maggiore definizione a questa funzione e renderla più attinente alle aspettative della nostra Repubblica.

Andrea Belluzzi, Psd
E’ una legge alta perché parliamo del rafforzamento di una istituzione e di una forza che ha la caratteristica politica di rappresentatività del nostro Paese. In relazione ai processi di internazionalizzazione avviati dal nostro Paese, dare strumenti e possibilità di sviluppo della carriera diplomatica è molto importante. Il Negoziato di associazione con l’Ue e i lavori della nostra rappresentanza all’Onu sono prova che abbiamo sempre più bisogno di forza lavoro qualificata. Il Pdl tiene conto di questo, soprattutto dove si dà priorità a diplomatici di carriera, per cui sono richiesti profili più qualificati e aspetti di formazione. Esprimo ancora una volta il mio apprezzamento per quegli ambasciatori che, pur non essendo sammarinesi, hanno rappresentato in maniera più alta il mandato e la missione che i nostro Paese ha loro conferito.

Matteo Zeppa, Rete
Era un testo da fare. Il primo progetto di legge risaliva a inizio legislatura. Quello è rimasto carta morta, questo lo ha sostituito. Il clima in Commissione spesso è più collaborativo, si ragiona meglio. Partiamo da punti di vista diversi. La segreteria di Stato ha una visione che i singoli consiglieri non potrebbero conoscere. Ci deve essere risparmio, ci sono articoli che vanno in tal senso. Ma rimangono alcune zone d’ombra. Qualcosa verrà fatto, mi dicono, l’argomento è complesso. Ci si augura che ci sia buonsenso da parte di chi rilascia attestati di diplomazia. Ci sono tanti esempi sui quali abbiamo fatto anche interpellanze. Ci si augura che l’attività diplomatica serva per fare conoscere San Marino nel mondo. C’è il problema dei diplomatici a disposizione, che cambiano nome ma rimangono.

Milena Gasperoni, Psd
Questo testo di legge era importante vista l’espansione delle nostre attività sul fronte diplomatico. In commissione è stato emendato l’articolo sulla presenza all’estero. Quando una persona si accinge a intraprendere la carriera diplomatica il suo desiderio non è rimanere a San Marino, ma viaggiare e conoscere gli organismi internazionali. Questa richiesta è stata mantenuta come obbligatoria e non facoltativa.

Maria Luisa Berti, Ns
Dichiariamo il nostro consenso al testo di legge, che riteniamo utile. Sottolineo l’importanza del ruolo del corpo diplomatico e consolare, è il veicolo di trasmissione del nostro Paese all’estero.

Pasquale Valentini, segretario di Stato agli Affari Esteri
Riprendo una richiesta legittima di Zeppa rispetto a una connessione del progetto con i problemi sollevati durante l’esame del comitato della spending review. Un passaggio nuovo è quello di definire la retribuzione di sede. C’è una tabella, la valutazione non è più discrezionale. Ci sono degli indici internazionali. Abbiamo ottimizzato la presenza nelle sedi strategiche. C’è una differenza anche in termini economici. Oggi gli aspetti delle carriere sono definiti in tutti i passaggi. Ci sono i concorsi, i criteri di avanzamento, con fattori identificati per legge. C’è anche la regolamentazione della non carriera, ci sono i criteri di nomina, gli obblighi.

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