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Otto italiani su 10 accusano la routine e uno su 4 è insoddisfatto

L'84% degli italiani, più di 37 milioni di persone, sente il peso della quotidianità. I più colpiti sono gli under 24

Pubblicato:22-05-2017 13:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:15

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ROMA – La routine è una ‘nemica’ che si aggira nella vita quotidiana degli italiani, contribuendo a renderli meno felici. Sono molti infatti (l’84% del totale, più di 37 milioni di persone), a sentire il peso della quotidianità. Soprattutto i giovani under 24 ma anche i 35-44enni, senza particolare differenza di sesso e aree geografiche. La routine sembra quindi ‘colpire’ nella stessa misura uomini e donne, dal nord al sud del Paese. Gli effetti? Un italiano su 4 (il 23%) è insoddisfatto della propria vita, mentre gli altri cercano comunque di cambiarla, per ritrovare se stessi e il segreto dello stare bene con gli altri. È quanto emerge dalla ricerca Doxa/Ichnusa ‘Gli italiani e la routine. Fuori dalle rotte per ritrovare se stessi’, commissionata dallo storico brand di birra sardo per esplorare gli interessi, le preferenze e inclinazioni degli italiani. Il senso di vivere una vita che ci sta sempre un po’ troppo stretta si supera grazie a una ‘strategia’ in tre mosse: per spezzare la routine gli italiani cercano di vivere momenti di spensieratezza con le persone a cui vogliono bene (57%), di ritagliarsi del tempo per se stessi (47%), ma anche di progettare un breve viaggio, anche solo per un weekend (45%). In generale, emerge dal sondaggio, si cerca di essere sempre più se stessi, all’insegna della sincerità e trasparenza (97%), non uniformandosi agli altri (94%) e dando valore al contatto con la natura (92%). Quanto conta, allora, essere attenti alla moda? Poco: il 60% degli italiani non sembra affatto interessarsi di questo aspetto, scegliendo in autonomia, senza lasciarsi condizionare e seguendo solo le proprie idee che possono o meno andare incontro alle novità del momento. Il 28% tende invece a voler distinguersi dalla massa e a non voler somigliare a nessuno, mentre solo il 12% è attento ai cambiamenti delle mode e si comporta di conseguenza.

Fusion, ultime tendenze, piatti sofisticati e chef stellati? Tutto questo, stando alla ricerca Doxa/Ichnusa, sembra perdere quota nei cuori degli italiani che a tavola scelgono un ritorno alle origini. Per l’86% vale di più l’autenticità, la ricerca di cibi genuini, tipici di un certo territorio. Molto meno rilevanti altri aspetti, come la ricerca di nuovi ingredienti e abbinamenti insoliti (22%), le novità (22%) o l’innovazione, come tecniche di cottura alternative (18%). Con qualche significativa differenza in base all’età: se l’autenticità sembra infatti mettere d’accordo nonni e nipoti, gli under 18 sono molto più attratti dalle novità (38%). È poi la birra (chiara e scura) la bevanda fuori dall’ordinario per eccellenza per un italiano su 2. Con il 49% delle preferenze viene considerata molto ‘meno di routine’, rispetto al vino, bianco o rosso (34%), e alle altre bevande alcoliche e analcoliche (17%). Quali caratteristiche deve avere una birra per andare incontro ai gusti degli italiani? Quelle più amate sono quelle dal gusto originale e distintivo, non omologato. Quelle birre capaci di emozionare, con un’anima e una storia, soprattutto se legate ad un territorio di riferimento: valore più importante (40%), strano a dirsi, dell’essere artigianali (21%). Molto apprezzate le birre leggere e dal gusto fruttato (38% delle preferenze) rispetto a quelle complesse e strutturate (preferite dal 15%).

Location alla moda e mete di tendenza? No grazie. Per il 58% degli italiani il viaggio dei sogni è scelto e programmato in autonomia. Fuori dalle rotte e dalle logiche dei viaggi organizzati, che sono stati un must degli anni 2000. Un momento in cui rallentare e prendersi il proprio tempo per scoprire la vera anima di un luogo. Con grande distacco c’è un 18% di viaggiatori (soprattutto giovani, under 24) adrenalinici, che amano l’avventura e l’improvvisazione e desiderano comunque vivere esperienze fuori dall’ordinario. In netta minoranza, dunque, il 16% di viaggiatori ‘programmatori’: quelli che preferiscono un viaggio organizzato in cui visitare tanti luoghi in poco tempo, con spostamenti veloci e razionali. Solo un 4%, infine, dà importanza all’esclusività della location e al fatto che sia alla moda.


Che la Sardegna sia una delle mete preferite dagli italiani è risaputo, tanto che 1 italiano su 2 (in un momento o nell’altro della sua vita) ha trascorso le sue vacanze in questa regione. Sorprende invece scoprire quali sono le esperienze preferite da chi ama la Sardegna, quelle ritenute più coerenti con questa terra ‘fuori dalle rotte’: niente locali vip o spiagge modaiole, ai primi posti si posizionano infatti tre attività davvero ‘unconventional’: mangiare in un vero agriturismo dell’entroterra (73%), scoprire la cultura di un passato lontano, tra nuraghi e rovine fenicie o romane (67%), e bere un bicchiere di birra locale, Ichnusa (che gli italiani conoscono e amano, tanto che viene indicata da 9 su 10 come ‘la’ birra di Sardegna), sotto un albero in riva al mare (44%). A seguire escursioni in luoghi insoliti (41%), trekking nell’Ogliastra (39%) e avventure nella Barbagia più autentica (37%). “Siamo affascinati dalle mille sfaccettature che questa ricerca ha saputo restituirci- ha commentato Alfredo Pratolongo, direttore Comunicazione e Affari istituzionali di Heineken Italia-. Abbiamo scelto di esplorare questo tema perché racconta molto di noi. Ichnusa è una birra che non scende a compromessi, fedele all’antica ricetta della classica birra chiara beverina, orgogliosa di esserlo. Un prodotto non omologato, che le mode non hanno contaminato negli anni e che arriva dal cuore della Sardegna più vera, rivendicando orgogliosamente le proprie origini. Insomma, se Ichnusa è una birra pura, incorrotta e fuori dalle rotte, ci siamo chiesti gli italiani come sono, come la pensano su questi argomenti? Scoprirci in perfetta sintonia ci ha in parte sorpreso, ma ci ha fatto anche molto piacere. I nostri valori sono anche i valori in cui oggi credono gli italiani, di tutte le età e collocazioni geografiche”.

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