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Desecretati gli atti su Giovanni Falcone, Mattarella: “Per lui mafia non era invincibile”

Il 19 giugno l'assemblea Onu renderà omaggio al magistrato siciliano

Pubblicato:22-05-2017 10:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:15

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ROMA – Desecretati e pubblicati ufficialmente gli atti relativi al fascicolo personale di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, uccisi 25 anni fa insieme alla scorta nella strage mafiosa di Capaci.

Oggi al plenum straordinario del Csm partecipa il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Falcone diceva che la mafia non era invincibile– ricorda Mattarella- che era un fenomeno serio e molto grave, che si può sconfiggere non pretendendo eroismo da ogni cittadino, ma impegnando tutte le forze della società”.

Il plenum straordinario “e’ stato deciso dal Csm con grande convinzione e si inserisce in una serie di iniziative che si svolgeranno in questi giorni non solo in Italia”, prosegue il Capo dello Stato, riferendosi all’assemblea Onu che il 19 giugno renderà omaggio al magistrato siciliano.


“Sarebbe sufficiente solo questo riconoscimento- conclude Mattarella- per sottolineare quale punto di riferimento sia Falcone per coloro che continuare a credere nel valore della legalità” . Ad una prima delibera formale di desecretazione, oggi seguira’ la pubblicazione in cartaceo e sul sito del Csm, degli atti che erano rimasti custoditi negli archivi per 25 anni.

LEGNINI: FALCONE MITO ED ESEMPIO DEDIZIONE E INTEGRITÀ MORALE

“Dal 23 maggio 1992 Giovanni Falcone e’ assurto alla statura del mito, dell’esempio per antonomasia di dedizione, integrità morale, di intelligenza e rigore estremo nel condurre la lotta contro le mafie, fino ad essere percepito, in Italia e nel mondo, come archetipo e modello di magistrato”, dice Giovanni Legnini, vicepresidente Csm.

“Il fatto che il Capo dello Stato presiede questa seduta di plenum straordinaria- dice il vicepresidente Csm- carica di un ulteriore e alto significato l’occasione di commemorazione”.

Il saluto di Legnini va anche a Pietro Grasso, “qui non solo nelle vesti di Presidente del Senato, ma per quello che seppe fare allora, quale valoroso componente del collegio giudicante della Corte di Assise che celebrò lo storico maxiprocesso a Cosa Nostra”.

La scelta, prosegue Legnini, “e’ di far parlare, direttamente e senza mediazioni, gli atti consiliari, consentire a tutti di leggere le parole pronunciate da Giovanni Falcone davanti all’organo di governo autonomo della magistratura, nonché i giudizi espressi su di lui dai componenti e dai rappresentanti delle istituzioni giudiziarie di allora. Dunque- termina- un atto di totale trasparenza, di documenti che consegniamo alla conoscenza collettiva” .

CANZIO: FALCONE E BORSELLINO EROI ‘PROMETEICI’

“Mi sembra di riconoscere in Falcone e Borsellino le figure di eroi ‘prometeici’, perché essi, nell’esercizio della giurisdizione, prima di altri, hanno intuito e progettato itinerari innovativi nelle pratiche di contrasto della mafia, mettendone a nudo la vulnerabilità”. Così Giovanni Canzio, primo presidente della Corte di Cassazione, intervenuto al plenum straordinario del Csm per la desecretazione degli atti relativi a Giovanni Falcone.

“Al silenzio omertoso e alla connivenza- prosegue Canzio- hanno contrapposto fiducia, ragione, passione civile. Alla violenza criminale e agli attacchi velenosi, subiti anche all’interno delle istituzioni, hanno risposto sempre con compostezza, serietà, professionalità, equilibrio. Vorremmo quindi che Falcone e Borsellino venissero onorati e commemorati come uomini delle Istituzioni, leali servitori dello Stato, uccisi barbaramente dalla mafia perché difendevano le regole della Costituzione delle leggi”, termina.

MARIA FALCONE: MORTE GIOVANNI INIZIÒ DOPO BOCCIATURA PROCURA PALERMO

“Quando fu bocciata la sua candidatura per la procura di Palermo, Giovanni comincio’ a morire”. A dirlo è Maria Falcone, sorella di Giovanni, al Csm. “Non posso fare a meno di pensare alle sofferenze che quest’Aula ha inflitto a Giovanni– ricorda Maria Falcone- quando gli fu preferito Meli. Ricordo ancora lo scoramento di Giovanni, aveva il foglietto di chi avrebbe votato sì, di chi avrebbe votato no e i nomi dei traditori. Ricordo tutto di quei giorni, la sofferenza sua e di noi familiari”, termina.

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