Papa Francesco “non si è reso conto, non ha sofferto”: il prof. Alfieri racconta gli ultimi istanti

Intervista esclusiva del Tg 1 al capo equipe del Policlinico Gemelli che ha seguito il Pontefice nei 28 giorni di ricovero e anche dopo le dimissioni dall'ospedale

Pubblicato:22-04-2025 21:35
Ultimo aggiornamento:22-04-2025 21:35
Autore:

Getting your Trinity Audio player ready...
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Quando sono arrivato a Santa Marta il Santo Padre era ancora vivo, aveva gli occhi aperti, aveva l’ossigeno, aveva una flebo, però non era vigile. Bisognava capire che cosa avesse, non era un problema respiratorio, era ancora vivo però era in coma”: il ricordo degli ultimi istanti di vita di Papa Francesco nell’intervista esclusiva al professor Sergio Alfieri, del Policlinico Gemelli, andata in onda questa sera, martedì 22 aprile, al Tg 1.

Il capo équipe al Gemelli che lo aveva seguito nell’ultimo lungo ricovero, è stato tra la stretta cerchia di persone vicina al Pontefice nel momento del trapasso. E una cosa può dirla per rassicurare i fedeli e chi ha voluto bene a Francesco: “Se ha sofferto? Non si è reso conto, sarà partito un embolo, avrà avuto un ictus, e questo lo posso dire con certezza: il Santo Padre non ha sofferto”, ha risposto così infatti alla domanda diretta del giornalista.

LEGGI ANCHE: FOTO | Papa Francesco è morto, brusio e preghiere in una piazza San Pietro incredula
LEGGI ANCHE: Papa Francesco, un ictus fatale gli ha causato la morte
LEGGI ANCHE: Le ultime ore di Papa Francesco e la frase al suo infermiere: “Grazie per avermi riportato in piazza”

Quindi al microfono del Tg 1 racconta i giorni precedenti alla sua morte, come lo aveva trovato nelle ultime visite di controllo: “Mercoledì scorso in Vaticano, con i colleghi del Gemelli, l’abbiamo trovato in ripresa, convalescente, ancora un po’ affaticato ma in grande forma”, spiega Alfieri. Poi lo aveva rivisto sabato santo: “Una cosa mi ha colpito: gli ho detto ‘Santo Padre, è stato anche a visitare le persone che sono in carcere?’ Lui mi ha detto di sì e che però era affranto perché non gli aveva potuto lavare i piedi”. 

Lunedì mattina al capezzale di Papa Francesco, a Santa Marta, quando lo ha trovato con gli occhi aperti ma non vigile, Alfieri ha subito compreso che si trattava di qualcosa di serio: “Bisognava capire che cosa avesse, l’ho ascoltato col fonendoscopio in entrambi i campi polmonari, ma non era un problema respiratorio”, ovvero la sue condizioni non erano riconducibili alle patologie per cui era stato 28 giorni ricoverato e curato al Policlinico. Di lì a poco Bergoglio è spirato, così, senza accorgersene, senza dolore è arrivato alla “casa di Dio”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


California Consumer Privacy Act (CCPA) Opt-Out IconLe tue preferenze relative alla privacy