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Nardella: “A Firenze 1.200 ristoranti senza spazio all’aperto, prima del coprifuoco si risolvano discriminazioni”

Il sindaco del capoluogo toscano si introduce nella polemica tra le Regioni e il Governo: "Vediamo intanto se le riaperture producono gli effetti sperati senza aumentare il contagio"

Pubblicato:22-04-2021 13:42
Ultimo aggiornamento:22-04-2021 13:42
Autore:

dario nardella
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FIRENZE – A Firenze “ho 1.200 ristoranti senza spazio all’aperto. Cosa gli cambia se mettiamo il coprifuoco alle 23?”. Il tema lo pone il sindaco Dario Nardella, intervenendo a ‘L’aria che tira’, su la 7. Il punto, osserva, è che prima del coprifuoco “mi sembrerebbe più urgente risolvere il problema della discriminazione tra i ristoratori“, quelli che potranno aprire perché possono contare su spazi all’aperto e chi resterà chiuso fino a giugno perché ne è sprovvisto. Ecco, aggiunge, “diamo la precedenza a questioni più impellenti visto che lunedì si potrebbe riaprire”.

In questo senso diventa fondamentale “la questione dei prestiti. Ci sono molte aziende che mi dicono che il fondo garantito al 90% spesso non serve, anche perché è sul quel 10% che tante imprese sono in grande difficoltà”. Gli iter, poi, sono complicati: “Devono accendere mutui nuovi e fare assicurazioni obbligatorie”. Per questo “invece di dare ristori a pioggia, forse lo Stato può coprire al 100% i fondi di garanzia trovando una soluzione con le banche. Perché se le ditte saltano in aria le banche ci rimettono”.

Da sindaco di Firenze, “una città che ha tanti teatri, musei, ristoranti, che vive di turismo ed è molto dinamica, potrei essere tra i più interessati a togliere il coprifuoco, però mi rendo conto che ci sono una serie di passi da fare. Intanto vediamo se le riaperture producono gli effetti sperati senza aumentare il contagio”. Non a caso, ragiona, “il presidente Draghi ha parlato di una verifica intermedia a fine maggio”. Infine “non mi risulta che Anci abbia formalmente chiesto di togliere il coprifuoco delle 22”.


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