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Covid, Gimbe: “Riaperture atto coraggioso ma sul filo del rasoio”

Ancora quattro Regioni rimangono oltre la soglia di saturazione nelle aree mediche e dodici con le terapie intensive ancora in affanno

Pubblicato:22-04-2021 12:56
Ultimo aggiornamento:22-04-2021 18:02

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ROMA – “La decisione di riaprire è presa sul filo del rasoio dei dati della pandemia ma è anche un atto di coraggio”. E’ il commento del Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, nell’ambito del consueto report settimanale sul monitoraggio dell’epidemia e delle vaccinazioni. Ancora quattro sono le Regioni che rimangono oltre la soglia di saturazione nelle aree mediche e dodici con le terapie intensive ancora in affanno, anche se la riduzione dei nuovi casi, nella settimana 14-20 aprile, segna un -7,8%. Questi i dati in estrema sintesi del monitoraggio della Fondazione Gimbe, che come ogni giovedì aggiorna dati e numeri dei contagi e delle vaccinazioni.

CARTABELLOTTA: RIAPERTURE ‘RISCHIO RAGIONATO’, MA SERVE STRATEGIA DI MEDIO-LUNGO PERIODO

“Il Decreto Riaperture approvato ieri dal Consiglio dei Ministri- dichiara Cartabellotta nel report di monitoraggio settimanale- è basato su un ‘rischio ragionato’: è una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali, ma al tempo stesso un coraggioso atto di responsabilità del Governo per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali che affida ai cittadini una grande responsabilità. Chiaramente, se le graduali riaperture saranno interpretate come un ‘liberi tutti’, una nuova impennata dei contagi rischia di compromettere la stagione estiva”, avverte il presidente Gimbe.

Al fine di “garantire l’irreversibilità delle riaperture”, pertanto, la Fondazione Gimbe – si legge nel report – “esorta Governo e Regioni ad elaborare una strategia esplicita e condivisa per arginare la verosimile risalita dei contagi e, soprattutto, un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia che tenga conto, oltre che delle coperture vaccinali, di scenari epidemiologici e criticità mai risolte in 14 mesi di pandemia”.


VACCINI E FORNITURE, 51,6% OVER 80 HA COMPLETATO IL CICLO

Sul fronte delle somministrazioni “al 21 aprile- spiega il report di Gimbe- risultano consegnate 17.752.110 di dosi, il 25,9% di quelle previste per il 1° semestre 2021. E nel dettaglio, rispetto al primo semestre 2021, Pfizer/BioNTech ha consegnato il 96,1% delle dosi previste, che sono 32.655.206; Moderna ne ha consegnati invece il 61,2% su 5milioni e 980mila dosi; AstraZeneca l’82,6% su 15milioni e 394.750 mila; Johnson &Johnson e Curevac ancora a zero, anche se nel piano delle forniture sono previste, rispettivamente per i due sieri, 7milioni e 307mila dosi e 7milioni e 314mila dosi”.

“Nelle ultime due settimane- precisa il presidente Cartabellotta- sono state consegnate circa 5,7 milioni di dosi: numeri in crescita, ma ancora lontani dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali del Piano Figliuolo“.

A fronte delle forniture, il report Gimbe entra nel merito delle somministrazioni effettuate: “al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) il 18,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 11.240.182) e il 7,8% ha completato il ciclo vaccinale con la seconda dose (n. 4.654.357), con notevoli differenze regionali. Nonostante l’incremento del 35,5% delle dosi inoculate nelle ultime tre settimane, al 20 aprile la media mobile a 7 giorni delle somministrazioni rimane a quota 315.506 al giorno: oltre 180 mila in meno delle 500 mila previste dal Piano per metà aprile. Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie definite nell’ordinanza del 9 aprile del Commissario Straordinario, a fronte di notevoli differenze regionali, l’analisi del dato nazionale rileva che gli over 80, degli oltre 4,4 milioni, 2.282.611 (51,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.336.007 (30,2%) hanno ricevuto solo la prima dose. Mentre per i soggetti fragili e loro caregiver, dal 20 aprile nel database ufficiale è stata aggiunta una specifica categoria di rendicontazione che riporta 1.847.928 dosi somministrate”. Tuttavia, precisa Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe, “non è possibile effettuare ulteriori analisi perché non sono disponibili: la suddivisione tra 1a e 2a dose, il numero totale dei soggetti fragili e loro caregiver e la loro distribuzione regionale”.

Rispetto alla fascia 70-79 anni, degli oltre 5,9 milioni, 284.113 (4,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.133.528 (35,7%) hanno ricevuto solo la prima dose. Sulla fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 438.890 (6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 965.448 (13,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.

DECRESCITA ANCORA LENTA IN INTENSIVA E AREA MEDICA

Sul fronte dei contagi c’è qualche spiraglio positivo ma la decrescita è ancora lenta e i casi attualmente positivi sono diminuiti solo del 7%, a -36.505. Il monitoraggio rileva che nella settimana 14-20 aprile 2021, rispetto alla precedente, “c’è stata una diminuzione di nuovi casi (90.030 vs 106.326) e decessi (2.545 vs 3.083). In calo anche i casi attualmente positivi (482.715 vs 519.220), le persone in isolamento domiciliare (456.309 vs 488.742), i ricoveri con sintomi (23.255 vs 26.952) e le terapie intensive (3.151 vs 3.526). In dettaglio, rispetto ai sette giorni precedenti, si sono registrate le seguenti variazioni: Decessi: 2.545 (-17,5%); Terapia intensiva: -375 (-10,6%); Ricoverati con sintomi: -3.697 (-13,7%); Isolamento domiciliare: -32.433 (-6,6%); Nuovi casi: 98.030 (-7,8%).

“La circolazione del virus nel nostro Paese- dichiara il Presidente Gimbe- rimane ancora sostenuta. Con la progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi, raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (n. 570.096), sono scesi a 482 mila, numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di testing & tracing“.

Sempre nel report si ricorda che il dato nazionale risente di eterogenee situazioni regionali: “infatti, la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 6 Regioni. Gradualmente si allenta anche la pressione sugli ospedali- afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe- ma il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni”.

Andando ancora più nel dettaglio – viene spiegato nel report – nell’area medica la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337) ed ha iniziato la discesa con una riduzione del 20,7% in 14 giorni; tuttavia i numeri assoluti rimangono elevati (n. 23.255) e l’occupazione da parte dei pazienti COVID supera il 40% in 4 Regioni.

Per quanto riguarda la terapia intensiva – si sottolinea – la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), ma la discesa è più lenta, con una riduzione del 15,8% in 14 giorni; restano occupati 3.151 posti letto e in 12 Regioni la soglia di saturazione supera il 30%. “Numeri ancora alti anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva– spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe- con una media mobile a 7 giorni di 182 ingressi/die, seppure in diminuzione da un mese”.

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