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Bassetti: “Il vaccino non si sceglie come una borsa o un paio di scarpe”

Il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova trova assurdo e sbagliato che le persone possano decidere quale siero vogliono: "Bisogna fidarsi dei medici"

Pubblicato:22-04-2021 11:32
Ultimo aggiornamento:22-04-2021 11:35

Matteo Bassetti
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GENOVA – “Oggi abbiamo due tipi di vaccini, quelli a mRna e quelli a vettore virale. Trovo abbastanza assurdo e sbagliato che le persone scelgano il vaccino, qui non è che si tratta di scegliere una borsa o un paio di scarpe. Noi medici abbiamo studiato una vita per capire, leggere gli studi clinici: quindi, o si pensa che noi medici siamo lì per fare il male della gente oppure bisogna fidarsi dei medici e del sistema sanitario che deciderà A, B o C”. Lo scrive su Facebook il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

“Se non ci fidiamo e vogliamo essere noi a decidere quale vaccino fare, a questo punto è un meccanismo perverso– aggiunge l’infettivologo- gli enti regolatori sono lì per fare quel mestiere, per stare dalla parte della gente, se invece si pensa che sono lì per fare gli interessi delle case farmaceutiche, allora non abbiamo capito niente. Sono gli stessi enti regolatori che ci permettono di avere farmaci, grazie ai quali viviamo così a lungo, come antitumorali, antibiotici, antiipertensivi, ecc. O quell’ente e la medicina è buona in toto o non può essere buona solo quando ci fa comodo”.

“IL DECRETO RIAPERTURE? VERSO NORMALITÀ CONTROLLATA E PROGRESSIVA”

“Il decreto riaperture? Lo interpreto, da una parte, come un segno di fiducia nei confronti dei cittadini, dall’altra, un modo per dire: attenzione, con questo virus continueremo a farci i conti ancora per molto tempo, anche se con numeri diversi, quindi è il caso di tornare a una normalità controllata e progressiva, da fare in sicurezza, con un percorso a step”. Lo scrive su Facebook il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. “Questa pandemia è giunta inaspettata e ci ha colto di sorpresa- riflette l’infettivologo- tre epidemie erano arrivate sempre dalle stesse aree geografiche, anche in passato. Non è escluso che ce ne possano essere altre nel futuro, sia di tipo virale, ma anche legate ai batteri resistenti, dato che in questo periodo di pandemia si stanno utilizzando gli antibiotici molto male. È quindi giusto continuare a lavorare anche investendo in formazione, in strutture, in cooperazione tra Paesi a livello internazionale”.


“I MONOCLONALI SONO COME UN ESTINTORE PRIMA DELL’INCENDIO”

Gli anticorpi monoclonali “sono farmaci che servono nelle prime fasi della malattia, come se fossero un vaccino precostituito. Sono anticorpi già pronti per funzionare nel giro di poche ore e servono per spegnere sul nascere l’infezione. È come usare l’estintore quando l’incendio non è ancora divampato. Questo è molto utile, soprattutto nelle persone che hanno già dei problemi di base e nelle quali l’evoluzione dell’infezione potrebbe essere grave o addirittura fatale. Sono farmaci davvero salvavita” scrive Matteo Bassetti. “È una terapia complementare, che si aggiunge alle altre armi. Non è una terapia che esclude un’altra- spiega l’infettivologo- sui monoclonali ho sentito negli ultimi giorni delle assolute eresie, pronunciate da chi nella sua vita non ha mai fatto il medico e mai curato un paziente con il Covid. Chi lo ha fatto dallo scorso febbraio e lo continua a fare ogni giorno nelle corsie degli ospedali o a casa dei pazienti, sa che gli anticorpi monoclonali sono un’opportunità che alcuni di noi stanno sfruttando più di altri”.

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