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Lorenzin: “Serve più ricerca sulla medicina di genere” VIDEO

Oggi è seconda Giornata nazionale sulla salute della donna

Pubblicato:22-04-2017 13:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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ROMA –  “Cosa significa salute della donna? Innanzitutto significa riconoscere la medicina di genere e significa riconoscere la nostra specificità biologica”.

Lo spiega il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in apertura della seconda Giornata nazionale sulla salute della donna, in corso a Roma presso la sede del dicastero di via Giorgio Ribotta (Eur).

“Sono successe tante cose nella storia dell’emancipazione femminile- ha proseguito Lorenzin- ma soltanto da poco si è riconosciuto quello che è evidente e cioè che noi donne siamo diverse dagli uomini.  Abbiamo una biologia e una fisiologia diversa, oltre che un sistema ormonale che funziona in maniera diversa, non fosse altro perché diventiamo madri. E questo necessita di tarare i farmaci su di noi e di fare ricerca specifica per la medicina di genere”.



Secondo il ministro, quindi, sono stati fatti “grandi progressi grazie anche all’oncologia– ha sottolineato- su alcune patologie tipiche delle donne come il cancro al seno o al collo dell’utero, ma ancora si è restii a investire nella ricerca sulle donne”.

“La maggior parte dei farmaci vengono infatti testati sugli uomini, eppure abbiamo posologie e necessità diverse. Questo è stato un elemento che come ministro ho inserito all’interno dell’agenda non solo italiana ma anche europea e che porterò al G7. Quello di valorizzare la donna e prendersi veramente cura nel modo più specifico e preciso possibile della nostra salute, infatti, credo sia un fattore di grandissima importanza”.

I TRAGUARDI

In questo anno “abbiamo realizzato i nuovi Livelli essenziali di assistenza– ha ricordato Lorenzin- cioè abbiamo stanziato totalmente più di 1 miliardo di euro per le nuove prestazioni sanitarie, tra le quali moltissime sono a favore delle donne: abbiamo riconosciuto come invalidante l’endometriosi, che è una malattia che colpisce centinaia di migliaia di donne, lavorato sugli screening neonatali e sull’epidurale rendendola obbligatoria, per un parto senza dolore, realizzato nuovi percorsi sicuri per il parto. Abbiamo lavorato moltissimo sulle depressioni e sulle demenze e stiamo continuando su questa strada. Ribadisco dunque che la prevenzione è tutto”.

“BASTANO POCHI GESTI QUOTIDIANI”

Lo scorso anno durante la prima Giornata nazionale della salute della donna, intanto, il ministro aveva messo “nero su bianco 50 obiettivi di salute per le donne- ha aggiunto ancora- declinando un decalogo di gol che volevamo effettuare nei prossimi anni e mettendo al centro soprattutto la prevenzione della salute della donna. Ecco, vorrei che questo concetto non sembrasse retorico. Questa è una giornata di sensibilizzazione e mi piacerebbe che tutte queste nozioni le trasformassimo in vita pratica. Bastano pochi gesti quotidiani, infatti, che ci permettono di essere più consapevoli- ha infine concluso Lorenzin- di quello che è importante per la nostra salute”.

MELAZZINI: INVESTIRE SU SPERIMENTAZIONE FARMACI PER DONNE

“Dobbiamo investire sulla diversificazione della sperimentazione dei farmaci sul genere femminile e andare a sensibilizzare la comunità scientifica e le aziende farmaceutiche su questo aspetto”. Lo ha detto Mario Melazzini, direttore generale Aifa, a margine della seconda Giornata della Salute della donna in corso a Roma presso il ministero della Salute.


“Dobbiamo andare ad abbattere quella cecità di genere– ha proseguito Melazzini- inserendo nei gruppi di ricerca e nella sperimentazione il genere femminile. È una sfida futura, una barriera che deve essere abbattuta. Soprattutto dobbiamo considerare il consumo dei farmaci. Sappiamo che il consumo maggiore della popolazione fino a 50 anni riguarda il genere femminile. Questo diventa importante nella segnalazione delle reazioni avverse- ha concluso- che hanno una prevalenza quasi doppia nelle donne”.

RICCIARDI: SU MEDICINA GENERE ANCORA TANTO DA FARE

“Sulla medicina di genere abbiamo fatto dei passi importanti, ma c’è ancora tanto da fare. Come Istituto superiore di Sanità abbiamo attivato il primo centro di riferimento per la medicina di genere, dove una cinquantina di ricercatori stanno lavorando sia sulla ricerca di base sia su quella traslazionale proprio per accelerare questo passaggio”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Walter Ricciardi, a margine della seconda Giornata della Salute della donna in corso oggi a Roma presso il ministero della Salute.


“Il Paese- ha aggiunto- deve fare quella che in termine tecnico viene chiamato ‘gender mainstreaming’. Le politiche in tutti i settori devono tenere conto della diversità di genere. Se non lo si fa il mondo è fatalmente e maggiormente maschile e quindi è un’ingiustizia- ha concluso Ricciardi- che poi viene perpetrata alle donne in tutti i campi”.

Le madrine della Giornata nazionale sulla salute della donna


DOLCENERA: LO SPORT AVVICINA AI TEMI DELLA PREVENZIONE

“Sono una sportiva mancata: se non fossi diventata cantante avrei fatto sicuramente la tennista. Da piccolina giocavo infatti a tennis e facevo preparazione atletica, per quel che riguardava la mia attività agonistica, oltre che studiare pianoforte. Con le ‘dolenti note’, è proprio il caso di dire, della mia insegnante di tennis che mi diceva che giocare a tennis mi rovinava le mani… Ma per me lo sport è sempre stato uno sfogo e un qualcosa che mi ha portato alla ricerca dell’equilibrio“. Così la cantante e cantautrice Dolcenera, nome d’arte di Emanuela Trane, intervistata dall’agenzia Dire in occasione della seconda Giornata nazionale della salute delle donne, di cui è una delle madrine.

“Lo sport ti porta ad avere una conoscenza del fisico e dei limiti, anche di quelli che si possono superare con l’impegno- prosegue Dolcenera- ti porta a capire che cosa significa seguire una dieta giusta, da sportivo, e ti porta anche ad essere una donna ‘fica’ nel senso di tosta e reattiva, non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale”. Secondo la cantante, poi, se tu hai la percezione del tuo fisico “in qualche maniera sei anche più sensibile al tema della prevenzione- sottolinea- perché per affrontare una prestazione tu vuoi sapere come sta il tuo fisico e non hai paura di sapere, perché esiste anche questa problematica: tante persone, come per esempio mia mamma, dicono ‘Non voglio sapere’ e invece è importante sapere per affrontare eventualmente una malattia”.

Nello sport, poi, non c’è invidia ma grazie all’attività agonistica “capisci che tutto dipende da come sei fatto, anche geneticamente- prosegue la cantante- e c’è quella parte di impegno che ti può aiutare a crescere. Non ci si ritrova ad alti livelli per caso ed è per questo che non si può invidiare qualcuno, tutt’al più ti chiedi: ‘Ma come si allenerà lui? Quanto tempo, passione e sacrificio ci dedicherà?’“.

Dolcenera parla quindi dell’importanza dell’alimentazione e del fatto che seguire una dieta non significa non mangiare… “La dieta per una donna sportiva si traduce in questa domanda: ‘Di quanta energia ho bisogno per fare quello che devo fare?’. In questo modo- aggiunge- si allontana anche il concetto di anoressia o di dieta nell’accezione in cui la intendono la maggior parte delle ragazze”. Chi fa attività sportiva o agonistica è inoltre anche più lontano da alcol e droghe, leggere e pesanti: “Da ragazzini le competizioni agonistiche si fanno il sabato e la domenica- dice ancora la cantante- e banalmente non ci si può andare ad ubriacare il giorno prima. Il tuo cervello in questi casi lavora in maniera differente e si hanno altri principi che ti fanno stare bene. Questo è quello che ho vissuto anche io ed è per questo che oggi ho portato qui la mia esperienza. Tutti buoni insegnamenti- conclude- che sono riuscita ad imparare grazie allo sport”.



 ALESSANDRA MARTINES: DA ALLATTAMENTO SOLO EFFETTI POSITIVI

“Faccio parte della Lega per il latte, la ‘Leche League’, un’associazione che promuove l’allattamento nel mondo e sostiene psicologicamente le madri che vorrebbero allattare, ma che magari non sanno come o hanno dei timori spesso infondati”.

L’allattamento è “invece assolutamente fondamentale oltre che per la simbiosi che viene prolungata in questo modo con il neonato, anche per trasmettere gli anticorpi al neonato, oltre che per prevenire il pericolo del tumore al seno.  Certo, questo non è sufficiente. E’ importante anche la prevenzione. Ed io personalmente faccio la mammografia ogni anno”, dice l’ex ballerina e attrice Alessandra Martines, una delle madrine della Giornata.

Ci sono intanto falsi miti legati all’allattamento. In realtà ha un’azione benefica sul corpo della donna per recuperare anche la forma fisica. Invece sono molte le donne che non lo fanno perché temono che il seno perda elasticità…

“È assolutamente il contrario- risponde Martines-. Se il seno eventualmente si ‘rovina’ dopo una gravidanza, questo è dovuto alla mancanza di elasticità della pelle. Non certamente all’allattamento, che anzi al contrario aiuta tantissimo il corpo della donna a ritornare in forma”.

Tu sei una ex ballerina. A chi svolge questa attività è spesso richiesta una forma fisica perfetta. E soprattutto nel campo della danza classica si vedono immagini di donne molto sottili… Come commenti?

“Mi sento di dire che questo è un pericolo che non va sottovalutato- risponde ancora Martines-. L’immagine della ballerina eterea è pericolosissima. Ovviamente bisogna avere un fisico atletico. Ma questo significa solo mangiare in maniera appropriata per poter sostenere uno sforzo fisico, quale quello richiesto appunto dalla danza classica”.

Ma questo non significa mangiare poco e fare privazioni. “Non si scherza con l’anoressia- tiene a sottolineare l’ex ballerina- perché di questo stiamo parlando, soprattutto perché di anoressia si muore. Tutti i sogni che può avere un’adolescente, sperando di raggiungere i suoi sogni e le sue mete, tutto questo- conclude- può essere annullato completamente da problemi come l’anoressia”.


MICHELA ANDREOZZI: BASTA UN SORRISO PER STARE IN SALUTE

“Bisogna essere grati alla propria salute e cogliere gli ‘intoppi’ che la vita ti manda come opportunità per apprendere delle cose. E per stare in salute è necessario iniziare dal sorriso”.

Ne è convinta l’attrice Michela Andreozzi, intervistata dall’agenzia Dire in occasione della seconda Giornata nazionale della salute delle donne, di cui è una delle madrine.

Credo poi si debba sorridere a prescindere, prima ancora di essere contenti- prosegue-. Il sorriso secondo me viene infatti prima della felicità e si tratta di un circolo virtuoso che bisogna innescare in questo modo. Insomma, non dobbiamo prima essere felici per poter sorridere”.

DONNE, ANCHE SE NON MADRI

Ma perché sei qui oggi? “Mi è stata offerta questa opportunità e l’ho accettata- risponde l’attrice-. Faccio parte di quelle donne che non vogliono avere figli e che realizzano la loro maternità e femminilità attraverso la creatività. E credo sia importante oggi dare voce anche a questo tipo di femminilità, perché noi comunque siamo madri di tutto quello che facciamo, anche se fosse soltanto un progetto”.

A Michela Andreozzi, intanto, qualche anno fa i medici dissero che avrebbe avuto difficoltà ad avere bambini.

Oggi non è madre, ma per scelta.

“Tutte le donne sono mamme- racconta-. Quando mi si è paventata l’ipotesi di fare un percorso impegnativo per diventare madre lì è stato uno spartiacque. C’è chi è disposto ad attraversare anche dei lunghi calvari, chi invece si pacifica subito. E in quel momento la pace che ho sentito era rappresentativa del mio stato“.

Michela confessa però di sentirsi comunque madre. “Esercito la maternità con gli amici, con i nipoti, con le cose che faccio e nella cura che metto nel fare le cose. Credo che la maternità sia una caratteristica imprescindibile delle donne”.

LA FEMMINILITA’

Per l’attrice la femminilità non si misura dunque con la maternità. “La femminilità- dice- è una condizione con cui si nasce e uno stato che riguarda anche gli uomini; cioè l’accudimento, la dedizione, la gentilezza e il sorriso che sono la fisiognomica della femminilità devono essere declinate anche nel maschio. Io ho un marito che ha una parte femminile sviluppata (Massimiliano Vado, ndr) ed è una parte che entrambi amiamo molto e che va sviluppata nel genere maschile perché, probabilmente, è quella che poi sviluppa il rispetto nelle donne soprattutto in questo momento molto difficile– conclude l’attrice- sotto il punto di vista della violenza”.



LUDOVICA BIZZAGLIA: “SESSO SICURO E’ IL MIGLIORE AL MONDO”

“Appena mi ha contattata il ministro Lorenzin ho subito accettato l’invito a fare da madrina. Credo sia fondamentale sensibilizzare soprattutto i giovani, nella fascia d’età tra i 15 e i 25 anni, e il popolo del web sui temi della prevenzione”. Lo ha detto l’attrice Ludovica Bizzaglia intervistata dall’agenzia Dire in occasione della seconda Giornata nazionale sulla salute della donna, di cui è una delle madrine.

Quanto al tema della prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, Bizzaglia ha voluto lanciare un messaggio ai giovani.

“La sessualità sicura è la migliore al mondo- ha detto-. Ai miei coetanei voglio dire che mi sono resa conto di quanto davvero ci voglia poco per essere informati e di conseguenza consapevoli. Molto spesso si pensa che a noi non possa capitare mai di imbattersi in una qualche malattia, ma sempre a qualcun altro– ha sottolineato-. Purtroppo invece capita anche a noi di trovarci in prima persona in determinate situazioni. Se si è consapevoli di quello che si sta facendo e della protezione che si deve usare è sicuramente tutto migliore e si vive anche meglio”.

Intanto sempre più giovani fanno uso di droghe e alcol.

“La cosa che più mi spaventa è l’età anagrafica che si abbassa– ha sottolineato Ludovica Bizzaglia-. Prima si doveva essere maggiorenni per andarsi a prendere un bicchiere di vino. Adesso invece sento parlare di coma etilici a soli 14 anni ed è veramente assurdo. Io ne ho 21 di anni e mi sono resa conto di quanto è più bello divertirsi e stare bene ricordandoselo. Non dovendosi sentire male fisicamente quando si sta insieme agli altri. Quindi- ha concluso- non c’è bisogno di superare i limiti”.

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