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In Campania il 60% di parti cesarei, è maglia nera in Italia

NAPOLI - La Campania detiene il primato in Italia per

Pubblicato:22-04-2016 15:20
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:37

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NAPOLI – La Campania detiene il primato in Italia per il numero di parti cesarei, il 60%, contro una media nazionale del 35% mentre l”indicazione dell”Organizzazione mondiale della Sanita” e” pari al 15%. La percentuale piu” alta di cesari e” presente nelle cliniche private: a Napoli, villa Cinzia detiene il primato in negativo di parti non naturali, con una percentuale di cesarei che supera il 95%. Bene le strutture pubbliche: a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, si registra solo il 14,8% di cesari mentre alla Fondazione evangelica Villa Betania, dove si eseguono circa 1500 parti annui, la percentuale di cesarei e” solo del 23%. E” quanto emerso durante la tavola rotonda “Verso il piano Ospedaliero: come tutelare la salute della donna” che si e” svolta oggi, in occasione della Giornata Nazionale a Tutela della Salute della Donna, al Consiglio regionale della Campania. Durante i lavori, il direttore del dipartimento di Sanita” Pubblica dell”universita” Federico II di Napoli, Maria Triassi, ha evidenziato come la Campania sia anche “il fanalino di coda per il numero di adesioni allo screening della mammella e a quello cervicale, pur essendo controlli quasi a costo zero. E” un dato bassissimo per un Paese che vuole definirsi civile”. Per Triassi, la causa sarebbe “l”aggravarsi della crisi economica che spinge le donne extracomunitarie, o comunque appartenenti a classi sociali maggiormente in difficolta”, a non farsi seguire da un medico neanche durante la gravidanza”.

Contro l”emergenza cesarei, “bisognerebbe creare piu” punti nascita, un unico reparto al Primo Policlinico non e” sufficiente”, afferma la docente che lancia un allarme anche sulla condizione delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza: “la maggior parte degli interventi Ivg – dice – resta sommersa a causa di liste d”attesa eccessive nel pubblico. Cosi”, si finisce per rivolgersi ai privati con interventi che avvengono in strutture spesso non a norma o male attrezzate”. Parlando di assistenza socio-sanitaria, il direttore dell”UOC Tutela Salute Donna dell”Asl Napoli 1, Rosetta Papa, afferma, invece, che la causa di una progettazione carente nella tutela della salute della donna “e” il continuo ricambio di commissari straordinari e direttori generali nelle Asl. Riscontriamo emergenze quali la legge 194 che viene applicata male, LEA inadeguati, percentuale ingiustificata di cesarei a fronte di un tasso elevatissimo di ecografie. I consultori – conclude – sono necessari ma oggi sono ridotti a strutture svuotate di contenuti, mission e personale. Per vincere le nuove sfide della sanita”, il piano ospedaliero che sara” presentato dal commissario di governo non potra” non tenere conto di queste gravissime carenze”.


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