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Eurasia, Grasso: “Vie della seta per scambi commerciali e culturali”

"Dalla connettivita' dipende il futuro di un grande continente,

Pubblicato:22-04-2016 09:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:36

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grasso

“Dalla connettivita’ dipende il futuro di un grande continente, l’Eurasia, che ospita oltre il sessanta per cento della popolazione mondiale e che pesa per oltre il sessanta per cento del commercio globale. Il nostro compito sara’ edificare ponti materiali per rendere tangibile quell’unione ideale e culturale che da sempre lega i nostri popoli: reti di comunicazione, infrastrutturali, energetiche, stradali, marittime, ferroviarie. Penso a progetti come la ricostruzione delle Vie della Seta cui l’Italia guarda come strumento non solo per rilanciare gli scambi commerciali e culturali fra le nostre comunita’, ma anche per gettare le basi di una nuova stabilita’ geopolitica”. Lo dice il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo alla nona edizione del Meeting della partnership parlamentare fra Asia ed Europa a Ulan Bator in Mongolia.

Il mio auspicio, prosegue, “e’ che da Ulan Bator, possa partire una nuova pax mongolica, come quella che dal 1215 al 1360 contribui’ a ristabilire l’importanza della Via della Seta come principale canale di comunicazione tra Oriente e Occidente”. 


Ma connettere, sottolinea Grasso, “significa anche promuovere sinergie positive fra i sistemi produttivi, investendo e producendo gli uni nei territori degli altri; programmare nuovi flussi migratori virtuosi, di professionisti, scienziati, pensatori, innovatori; abbattere ogni barriera, doganale, fisica, economica, amministrativa, burocratica: tutti gli ostacoli che impediscono, rallentano, complicano l’attivita’ professionale e produttiva di chi opera in un Paese diverso dal proprio”. Io credo, conclude la seconda carica dello stato, “che sia giunto il tempo di dare alla partnership Asia-Europa nuovo vigore, con lo spirito di edificare un futuro comune sulla base di un passato condiviso che ha dato origine alle piu’ grandi civilta’ dell’umanita’”.

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