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Draghi: “Ucraina entri nella Ue”. Ma da Calenda a Fassina c’è chi dice no

Il premier dopo il discorso di Zelensky alla Camera: "Italia al fianco di Kiev nel processo". Ma i distinguo non mancano

Pubblicato:22-03-2022 16:28
Ultimo aggiornamento:22-03-2022 16:30

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ROMA – Uno dei passaggi più significativi dell’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi dopo il discorso del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky a Montecitorio ha riguardato l’adesione di Kiev all’Unione europea. Il premier è stato esplicito: “Vogliamo disegnare un percorso di maggior vicinanza dell’Ucraina all’Europa. L’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea”. Parole accolte dagli applausi del Parlamento riunito in seduta comune nell’Aula di Montecitorio. Ma i distinguo non mancano.

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CALENDA: “RISCHIAMO CONFLITTO DIRETTO CON LA RUSSIA”

Tra le voci contrarie a un ingresso dell’Ucraina nella Ue – tema che è anche entrato tra i trending topic di Twitter – c’è quella di Carlo Calenda. Il leader di Azione scrive su Twitter: “Sono favorevole ad aiutare in tutti i modi l’Ucraina e Zelensky contro l’invasione. Non sono favorevole all’ingresso dell’Ucraina nella Ue. Il continuo allargamento pregiudica la possibilità di costruire una Ue più integrata e aumenta il rischio di conflitto diretto con la Russia”.


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FASSINA: “RISOLUZIONE VOTATA IN PARLAMENTO NON ERA SU INGRESSO UCRAINA IN UE”

Un altro distinguo arriva da Stefano Fassina. Il deputato di LeU, in una nota, si rivolge direttamente al premier: “Sottolineo al presidente Draghi che la risoluzione sull’Ucraina approvata da Camera e Senato un paio di settimane fa non conteneva l’impegno al Governo per promuovere l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. La nostra solidarietà al popolo ucraino è totale, non soltanto a parole ma con atti concreti, come l’accoglienza dei profughi e l’invio di aiuti umanitari. Per costringere Putin ad una trattativa accettabile, vanno prospettate conseguenze economiche alla Cina – prosegue Fassina – e, sulla Russia, fare ancora di più sul terreno delle sanzioni economiche, consapevoli dei maggiori sacrifici interni da sopportare e da distribuire in modo progressivo. Dobbiamo, invece, evitare promesse avventate sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Senza radicali correzioni di governance politica e di regolazione del mercato unico, l’Ucraina in Ue aggraverebbe ulteriormente gli squilibri geopolitici e il dumping fiscale e sociale a danno dei lavoratori degli Stati a welfare maturo. Va perseguita la strada dell’associazione all’Ue”.

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