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“Dal Decretone spariti 8 milioni per E45”, l’allarme dei sindaci

Paolo Lucchi e Marco Baccini scrivono al ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio, al presidente della Regione Stefano Bonaccini e ai deputati del territori

Pubblicato:22-03-2019 11:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:16

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CESENA – Ieri alla Camera è stato approvato il ‘Decretone“, ma che fine ha fatto l’emendamento da 8 milioni per i lavoratori colpiti dalla chiusura dell’E45, che era stato promesso nell’incontro di due settimane fa al ministero del Lavoro?”. Sono allarmati Paolo Lucchi e Marco Baccini, presidente e vicepresidente dell’Unione, che scrivono al ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio, al presidente della Regione Stefano Bonaccini e ai deputati del territori chiedendo anche “perché tutto continua a tacere pure sulle risorse per imprese in difficoltà”. Il 5 marzo scorso, infatti, a Roma, all’incontro al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si era parlato di quella cifra per dare sostegno alle imprese ed alle famiglie del territorio “che stanno subendo i danni e i disagi causati dalla chiusura dell’E45”. Questo accadeva dopo che il 15 febbraio, durante un sopralluogo al Puleto, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva parlato della riapertura del viadotto Puleto in un mese). Ma poi ci sono stati altri pit stop, coi dirigenti Anas indagati per la vicenda, e dunque dopo la chiusura a metà gennaio, a oggi, il viadotto è percorribile solo dai mezzi leggeri su una sola corsa per senso di marcia.

Oggi, però, la nuova sorpresa, degli 8 milioni “non ce n’è traccia nel testo su cui ieri il Governo ha incassato la fiducia alla Camera”, affermano preoccupati Lucchi e Baccini, “una mancanza che allarma non poco gli amministratori dell’Unione, aggravando la preoccupazione di fronte alla crisi che ha investito il territorio e che sembra non trovare soluzione”. Da qui la lettera inviata anche ai parlamentari locali, Marco Di Maio (Pd), Jacopo Morrone (Lega Nord), Simona Vietina, Galeazzo Bignami (Forza Italia) e al governatore dell’Emilia-Romagna.

“Il 5 marzo a Roma, scrivono Lucchi e Baccini, “abbiamo appreso che il tavolo aveva come unico argomento l’aiuto ai lavoratori e non anche alle imprese, e il Governo, rappresentato dal vice capo di Gabinetto del ministero Pasquale Staropoli, ha assunto due impegni”. Uno era di inserire nel “Decretone sul reddito di cittadinanza e quota 100”, un emendamento del valore di 8 milioni, destinato ai lavoratori in cassa integrazione, a orario ridotto di lavoro e alle imprese che hanno già sospeso la loro attività. Il secondo “di sollecitare un incontro sulle misure di sostegno alle aziende in difficoltà”. A oggi, però, questo secondo tavolo “non è stato ancora convocato seppur la crisi in cui versano le nostre aziende si faccia più grave ogni giorno che passa e, d’altra parte, ci risulta che l’emendamento promesso dal Governo non sia stato inserito nel decreto”. Con la lettera quindi, a nome dei sindaci dell’Unione Valle Savio, Lucchi e Baccini chiedono “spiegazioni in merito ad entrambi gli impegni che il Governo aveva promesso alle nostre comunità e nei confronti delle quali vorremo rendere conto”.


Presidente e vice presidente dell’Unione, poi, fanno notare che “la totale mancanza di attenzione da parte del ministero dello Sviluppo economico alle imprese, e sono tante, che si trovano in difficoltà, nonostante l’incontro più volte chiesto dai sindaci romagnoli, toscani ed umbri, sta alimentando una situazione di crisi sempre più acuta che, se non arginata immediatamente, determinerà a breve danni irreparabili al tessuto socio-economico del nostro territorio”. Lucchi e Baccini non vogliono “assistere a questa situazione con le mani in mano, ma da soli, anche attingendo dalle risorse messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, non riusciremo a rimediare ad una situazione destinata a diventare drammatica”.

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