NEWS:

Da Sant’Anna di Pisa, Iuss Pavia e Normale nasce Centro federato della ricerca sul clima

Il mondo accademico si mobilita per indicare al Paese la strada per rispettare gli impegni internazionali sul clima

Pubblicato:22-03-2019 12:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:16

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Il mondo accademico si mobilita per indicare al Paese la strada per rispettare gli impegni internazionali sul clima. Tre scuole universitarie superiori, Iuss Pavia, Sant’Anna di Pisa e Normale di Pisa, hanno avviato una nuova iniziativa sul clima che include un ciclo di workshop interdisciplinari per mettere a fuoco le principali criticità legate ai cambiamenti climatici e ricercare possibili strategie da proporre ai decision maker italiani ed europei. Il ‘Center for Climate Change Studies and Sustainable Actions'(3CSA), coordinato dal professor Roberto Buizza, ha chiuso oggi il terzo appuntamento alla Scuola Superiore Iuss di Pavia.

“Il programma di ricerca che stiamo definendo- ha spiegato alla Dire Roberto Buizza- coinvolge economisti, ingegneri, filosofi, giuristi, esperti di sanità, matematici e fisici, per trovare soluzioni alle principali criticità del Mediterraneo, in particolare dell’Italia, dovute ai cambiamenti climatici. E vorremmo creare dei modelli economici che tengano conto dei cambiamenti climatici per aiutare a far capire che investire nella riduzione delle emissioni di Co2 non è solo un costo ma porta anche dei benefici. Secondo me l’Italia deve accelerare la trasformazione verso una decarbonizzazione dei processi produttivi e dei trasporti- ha aggiunto- se vuole presentarsi ai congressi internazionali come un paese leader. Uno dei messaggi chiave che vogliamo dare è che se investiamo in energie nuove che ci portano alla riduzione delle emissioni e ridisegnamo i processi produttivi, poi possiamo proporci come esportatori di innovazione e favorire il nostro sviluppo economico”.

Leggi anche: VIDEO | Clima, la provocazione dei biologi: “Ragazzi lasciassero il motorino a casa”


“Ma per fare questo- ha continuato Buizza- ci vuole una politica capace di impegnarsi seriamente. Ci vuole, come già avviene in molti Paesi, un Climate Change Act, una legge che indica gli obiettivi da perseguire. Ad esempio, in Inghilterra hanno istituito una commissione per il cambiamento climatico che aiuta il governo a verificare se gli investimenti previsti nei bilanci sono in linea con le politiche climatiche. Noi pensiamo che l’Italia abbia bisogno di qualcosa di simile a un ‘Testo Unico sul clima’ e vogliamo andare in Parlamento proporlo”.

Altra missione del centro federato sul clima, è sviluppare e applicare nuovi approcci inter-disciplinari nella gestione dei rischi, con un focus sul sistema Terra e sulla sostenibilità. Sul fronte dell’educazione e della formazione, definire corsi che preparino le classi dirigenti a gestire sistemi complessi e a prendere decisioni anche in presenza di poche e incerte informazioni. “L’Italia dovrà affrontare i problemi seri legati al clima- ha detto Buizza- i politici italiani devono pensare a lungo termine. Bisogna far passare il messaggio che il tempo è finito e bisogna agire in maniera urgente. I giovani con lo sciopero del 15 marzo ce l’hanno detto chiaramente: non c’è più tempo, ora dobbiamo pensare a tutti”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it